La rete dei cavi sottomarini nello scenario internazionale odierno


Seppur non direttamente sotto l’attenzione mediatica di tutti i giorni, la gestione della rete dei cavi sottomarini è una questione di centrale rilevanza nell’attuale instabilità delle relazioni internazionali: tra la competizione Stati Uniti-Cina e la risposta dell’Unione Europea e degli altri partner, l’equilibrio su cui si dipanano le rotte marine per la trasmissione dei dati è altamente labile.


A cura di Roberto Canale

Introduzione: alcuni numeri sulla rete dei cavi sottomarini

La forte interconnessione che ad oggi lega gli Stati tra di loro è dovuta, principalmente, alla rete globale dei cavi sottomarini per la trasmissione dei dati: il fondale marino è dove prende luogo la transizione di circa il 99% del traffico internet.[1] In particolare, tale rete è composta da circa 574 cavi sottomarini, che coprano quasi 1.4 milioni di chilometri globalmente (Figura 1).[2]

Figura 1 – Mappa della rete sottomarina dei cavi

In aggiunta, tra il 2023 e il 2025 il valore economico della rete dei cavi sottomarini per la trasmissione dei dati ha raggiunto i 10 miliardi di dollari statunitensi.[3]

Caratteristiche e funzionamento: una breve panoramica tecnica sui cavi sottomarini

Seguendo la descrizione di TeleGeography[4], la trasmissione dei dati avviene su cavi sottomarini costruiti in fibra ottica, che permette di trasportare molti più dati e con meno costi rispetto alle reti satellitari: al luogo di partenza del cavo i dati digitali vengono trasmessi in segnali di luce, prodotti da laser ad alta velocità; tali segnali viaggiano all’interno della fibra, riflettendosi sulle pareti e giungendo a velocità elevatissime al luogo di arrivo, dove avviene la decodifica e la trasformazione in nuovi dati comprensibili. Le fibre ottiche hanno un diametro pari a quello di un capello umano e sono protette da molti strati di differente natura, come gel di silicone, fili di acciaio, guaina di rame e così via (Figura 2). Gli innumerevoli strati di protezione servono per permettere ai cavi sottomarini di reggere la pressione e di durare anni e anni senza interventi.

Figura 2 – Composizione di un cavo sottomarino
Figura 2 – Composizione di un cavo sottomarino

Ogni chilometro di cavo sottomarino costruito in fibra ottica richiede una spesa tra i 30 mila e gli 80 mila euro e sono sottoposti a rischi di natura fisica, come terremoti o eruzioni vulcaniche; di natura umana, come l’attività della pesca e, infine, di natura strategica, come le attività di spionaggio, sabotaggio o manomissione.[5] Infine, la produzione e la posa dei cavi sottomarini è affidata ad aziende di telecomunicazione e ad aziende di  costruzione e manutenzione nonché, talvolta, a consorzi che uniscono le prime due tipologie.[6] Sempre secondo TeleGeography, i principali fornitori di contenuti come Google, Meta, Microsoft e Amazon sono importanti investitori nei nuovi cavi sottomarini: secondo alcune stime, il 70% del mercato globale della costruzione e della manutenzione dei cavi sottomarini è controllato da queste aziende.[7]

Il quadro normativo: la regolamentazione e la governance dei cavi sottomarini

Essendo i cavi sottomarini presenti nei fondali sottomarini, la regolamentazione avviene sulla base del diritto del mare e, dunque, della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare del 1982 o Convenzione di Montego Bay. La costruzione e la posa dei cavi sottomarini sono rimesse all’autorizzazione dello Stato per quanto riguarda il mare territoriale, esteso fino a 12 miglia nautiche dalla linea di base; invece, per quanto riguarda la Zona Economica Esclusiva, estesa per un massimo di 200 miglia nautiche dalla linea di base, la costruzione e la posa dei cavi sono attività libere, ma lo Stato territoriale può richiedere l’approvazione del tracciato nel caso in cui i cavi possano limitare lo sfruttamento minerario del fondale marino e l’attività di pesca; infine, nelle acque internazionali, vige la totale libertà per la costruzione e la posa dei cavi sottomarini.[8]
In particolare, la governance della rete dei cavi sottomarini nasce e si muove per motivi strettamente securitari, come verrà illustrato in seguito. Di fatti, l’Unione Europea (UE) ha recentemente suggerito in sede dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, attraverso una Dichiarazione congiunta, una gestione dei cavi sottomarini che sia sicura, affidabile, sostenibile e resiliente, principalmente tramite fornitori a basso rischio, una forte rete di cybersicurezza e di diversificazione delle rotte.[9]

La governance dei cavi sottomarini alla prova della competizione strategica globale tra gli Stati Uniti e la Cina

L’ultimo rilevante incidente che riguarda i cavi sottomarini è avvenuto nello scorso novembre, quando due cavi situati nel Mar Baltico, e che legavano la Finlandia e la Germania e la Svezia e la Lituania, sono stati tagliati, portando le autorità europee ad investigare sul presunto coinvolgimento cinese dovuto alla presenza della nave Yi Peng 3, individuata presso la costa della Danimarca.[10] Seppur ancor irrisolto, il caso del possibile sabotaggio cinese rimette al centro della questione sulla gestione dei cavi sottomarini la competizione tra gli Stati Uniti e la Cina per il controllo del flusso dei dati, nonché la volontà di protezione da parte di altri Stati, in primis europei e asiatici. Fu proprio la Cina che cambiò il mercato dei cavi sottomarini, quando nel 2008 fece il suo ingresso la HMN Technologies che, tra il 2019 e il 2023, ha contribuito a fornire quasi il 18% dei cavi sottomarini globali.[11] Il futuro lancio del cavo SEA-ME-WE 6 (Southeast Asia, Middle East, Western Europe), che dovrebbe avvenire quest’anno e che lega Singapore a Marsiglia, passando per Paesi come Italia, Grecia, Egitto, Arabia Saudita, Gibuti, Pakistan, India, Maldive e Sri Lanka, è stato affidato alla statunitense SubCom, in risposta al cavo PEACE (Pakistan and East Africa connecting Europe), progetto cinese della HNM Technolgies lanciato nel 2018 ed attivo nella stessa rotta già dal 2022.[12] È chiara, dunque, la competizione politica tra gli Stati Uniti e la Cina anche nel dominio dei cavi sottomarini. Il progetto Pacific Light Cable Network, implementato da Meta e Google, ha risentito proprio di questa competizione: in origine, il cavo doveva collegare i due paesi, ma l’iniziativa americana Clean Network ha imposto il divieto di collegare il Paese con la Cina per motivi di sicurezza nazionale. Il cavo, pertanto, è stato riconvertito su una rotta che collega gli Stati Uniti con Taiwan e Filippine. La competizione per le rotte dei cavi sottomarini ha contribuito alla nascita di diversi consorzi di cavi che hanno tracciato un nuovo percorso attraverso il Sud-Est Asiatico, come i progetti di Apricot (Giappone, Taiwan, Guam, Filippine, Indonesia e Singapore), Bifrost (Singapore, Indonesia, Filippine, Guam, Gorover Beach, Winema e Messico) e Echo (Stati Uniti, Singapore e Indonesia).[13] La Via Digitale della Seta cinese, piano internazionale di sviluppo digitale e tecnologico, che mira ad ottenere entro la fine di quest’anno  una quota di mercato del 60%, e parte dell’ampio programma governativo del Belt and Road Initiative (BRI) lanciato da Xi Jinping nel 2013, ha creato non poche preoccupazioni nel governo statunitense, che due anni fa ha deciso di lanciare, assieme ad Australia, India e Giappone, il Quad Partnership for Cable Connectivity and Resilience, con lo scopo di diventare più competitivo e di aumentare la connessione digitale nell’area dell’Indo-Pacifico[14], dove l’ Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) deve ancora lanciare una propria iniziativa completa per affrontare le sfide più ampie che i cavi regionali devono affrontare.[15]

La cooperazione come risposta all’instabilità nella governance globale

L’Unione Europea, geograficamente e politicamente al centro delle tensioni generate dal confronto tra Stati Uniti e Cina, sta attivamente promuovendo la via della cooperazione internazionale come risposta al labile equilibrio su cui si regge la rete globale dei cavi sottomarini, soprattutto a seguito della guerra scoppiata in Ucraina. Infatti, l’UE, assieme al North Atlantic Treaty Organization (NATO), ha istituito una Task Force sulla Resilienza delle Infrastrutture Critiche, nel segno della promozione del concetto di cooperazione. Nel 2023, alla luce del sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream e della militarizzazione dell’energia da parte della Russia, il Segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e la Presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno indicato la cooperazione e la condivisione degli obiettivi come la strada da percorrere per gestire la crisi politica che ha investito diversi settori, tra cui quello delle infrastrutture digitali.[16] Anche prese singolarmente, le due organizzazioni stanno attivamente promuovendo la collaborazione tra gli Stati membri per rafforzare il proprio ruolo nella gestione dei cavi sottomarini. L’UE ha lanciato la  ‘’Comunicazione congiunta per rafforzare la sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini’’, volta a definire gli obiettivi di prevenzione, rilevamento e risposta ai casi di sabotaggio e per ufficializzare l’aumento degli investimenti per i prossimi tre anni in un nuove infrastrutture digitali, dando priorità ai progetti strategici di interesse europeo nel settore dei cavi (Figura 3) nell’ampio programma del Meccanismo per Collegare l’Europa (MCE).[17]

Figura 3 – Mappa dei futuri progetti digitali del MCE
Figura 3 – Mappa dei futuri progetti digitali del MCE

La NATO, proseguendo, ha invece lanciato in quel di maggio il Centro Marittimo per la Sicurezza delle Infrastrutture Sottomarine Critiche (CUI, Maritime Centre for Security of Critical Undersea Infrastructure), con lo scopo di rafforzare il coordinamento, il monitoraggio e il contrasto ad attività maligne di spionaggio e sabotaggio, in quanto spesso quest’ultime sono risultate di difficile attribuzione. La protezione dei cavi di comunicazione si inserisce nell’ampio programma atlantico di sicurezza marittima, aperto anche ad altri Stati non membri che desiderano collaborare con l’organizzazione.[18] Come la collaborazione tra multinazionali è stata catalizzante per la crescita della connettività digitale tramite la fitta rete globale di cavi sottomarini, allo stesso modo la cooperazione interstatale e regionale deve promuovare la collaborazione per evitare di subire le conseguenze derivanti dalle tensioni politiche odierne tra gli Stati Uniti e la Cina, che invece mirano ad una posizione di dominio[19]. Questa necessità è spinta anche dal principio di ridondanza, che suggerisce una diversificazione delle rotte: tra gli obiettivi della cooperazione, uno dei più rilevanti è sicuramente quello di creare sostanziale alternative, che vadano a garantire una sicurezza maggiore agli attori statali, non più dipendenti da Stati Uniti, Cina, Russia, o anche dai punti critici situati in zone altamente a rischio come il Mar Rosso, lo Stretto di Gibilterra e lo Stretto di Malacca, in cui anche un minimo danno potrebbe stroncare la comunicazione globalmente.[20]

Conclusioni: la sicurezza come pilastro strategico

Il caso della questione sul dominio della rete dei cavi sottomarini per la trasmissione dei dati può far luce su due aspetti chiave dello scenario internazionale attuale: l’elevato grado di disequilibrio nelle relazioni interstatali e il concetto di sicurezza come pilastro strategico trainante sia della competizione e sia della cooperazione internazionale. La dimensione prettamente economica, e i connessi vantaggi per gli attori statali, è stata soppiantata dalla dimensione securitaria. Ovviamente, il motore che ha alimentato le preoccupazioni dell’autonomia strategica, anche nel caso delle infrastrutture digitali, è stata la guerra in Ucraina e l’allontanamento della Russia dal concerto di nazioni occidentali e che, come un effetto a catena, ha rimesso al centro dello scenario internazionale la tensione tra Stati Uniti e Cina, a cui tutti gli altri paesi e le altre organizzazioni regionali stanno reagendo.


Note

[1] ‘’Do Submarine Cables Account For Over 99% of Intercontinental Data Traffic?’’, di Alan Mauldin, TeleGeography, 4 maggio 2023. https://blog.telegeography.com/2023-mythbusting-part-3
[2] ‘’The protection and democratization of undersea communications networks’’, Pamir, 24 febbraio 2024. https://pamirllc.com/blog/the-protection-and-democratization-of-undersea-communications-networks
[3] ‘’There’s something in the water’’, di Natalie Bannerman, CapacityMedia, 26 marzo 2024. https://www.capacitymedia.com/article/2d0twgtin8pt7e0z84a2o/news/theres-something-in-the-water
[4] ‘’Submarine Cable Frequently Asked Questions’’, https://www2.telegeography.com/submarine-cable-faqs-frequently-asked-questions
[5] ‘’Geoeconomia dei cavi sottomarini’’, di Alessandro Gili, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), 27 gennaio 2022. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/geoeconomia-dei-cavi-sottomarini-33004
[6] Ibid.
[7]‘’ Cavi sottomarini: le nuove “autostrade” dei dati’’, di Alessandro Gili e Ludovica Favorotto, ISPI, 6 dicembre 2024. https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/cavi-sottomarini-le-nuove-autostrade-dei-dati-193654

[8] Alessandro Gili, ISPI, 2022.
[9] ‘’The New York Joint Statement on the Security and Resilience of Undersea Cables in a Globally Digitalized World’’, European Commission, 26 settembre 2024. https://digital-strategy.ec.europa.eu/en/library/new-york-joint-statement-security-and-resilience-undersea-cables-globally-digitalized-world
[10] ‘’Swedish police focus on Chinese ship after suspected undersea cable sabotage’’, The Guardian, 20 novembre 2024. https://www.theguardian.com/world/2024/nov/20/sweden-denmark-undersea-cable-sabotage-navy-investigation
[11] The Geopolitics of Cables: US and China’s Subsea War’’, di Azhar Azam, Fairy Observer – Indipendence, Diversity, Debate, 17 dicembre 2024, https://www.fairobserver.com/politics/the-geopolitics-of-cables-us-and-chinas-subsea-war/#
[12] Alessandro Gili e Ludovica Favorotto, ISPI, 2024.
[13] ‘’How the US is pushing China out of the internet’s plumbing’’ di By Anna Gross, Alexandra Heal, Chris Campbell, Dan Clark, Ian Bott and Irene de la Torre Arenas, Financial Times, 13 giugno 2023.
[14] Alessandro Gili e Ludovica Favorotto, ISPI, 2024.
[15] ‘’ The Changing Submarine Cables Landscape’’, di Yuka Koshino, European Institute for Security Studies (EISS), Ottobre 2024.
[16] ‘’ NATO and European Union launch task force on resilience of critical infrastructure’’, NATO, 16 marzo 2023. https://www.nato.int/cps/en/natohq/news_212874.htm
[17] ‘’Joint Communication To The European Parliament And The Council – EU Action Plan on Cable Security’’, Commissione europea, 21 febbraio 2025.https://digitalstrategy.ec.europa.eu/it/factpages/joint-communication-strengthen-security-and-resilience-submarine-cables
[18] ‘’NATO officially launches new Maritime Centre for Security of Critical Undersea Infrastructure’’, NATO, 28 maggio 2024. https://mc.nato.int/media-centre/news/2024/nato-officially-launches-new-nmcscui  
[19] Azhar Azam, 2024.
[20] Alessandro Gili e Ludovica Favorotto, ISPI, 2024.


Foto copertina: Cavi sottomarini