Come le elezioni regionali di Madrid possono cambiare la Spagna
A Madrid stravince Isabel Díaz Ayuso. C’erano molte aspettative per l’esito delle elezioni regionali nella Comunità di Madrid del 4 maggio scorso. Con un’affluenza record (76%) il Partido Popular raddoppia i voti ottenuti nel 2019 (44,7%) e sfiora la maggioranza assoluta con 65 seggi conquistati. Socialisti e Unidas Podemos crollano. Ancora più significativa è la riconquista dell’egemonia nella destra spagnola del PP messa in discussione negli ultimi anni da Ciudadanos (reduce da ottimi risultati alle elezioni generali nell’aprile 2019 e alle elezioni catalane del 2017) che oggi non supera la soglia di sbarramento e dall’ascesa dell’estrema destra di Vox che ottiene buoni risultati (9,1%). È interessante notare come sia stata un’elezione in cui hanno vinto giovani donne: Ayuso, Monasterio (Vox) e García (Más Madrid).
Ayuso arrasa en Madrid
La linea ferrea di Ayuso ha pagato. La Presidente a marzo ha insistito per convocare elezioni anticipate in seguito all’accordo tra gli alleati di Ciudadanos e il PSOE che avrebbe potuto estromettere il PP dal governo regionale[1]. Nella gestione della pandemia ha rifiutato chiusure generalizzate preferendo chiusure mirate di singoli quartieri, cercando di conciliare lavoro e salute (esperimento non perfettamente riuscito se la Comunità di Madrid è la prima comunità in Spagna per numero di contagi e decessi da coronavirus[2]) e difendendo anche le politiche liberiste da sempre cavallo di battaglia del PP nella capitale spagnola[3]. Con tale strategia Ayuso ha conquistato astensionisti e rubato voti a Ciudadanos, Vox e persino ai socialisti. La Presidente ha ricevuto i voti di coloro che temevano il “comunista” Iglesias. Non è neanche da sottovalutare il voto de castigo contro Sánchez da parte di socialisti disincantati per la sua politica di apertura verso gli indipendentisti baschi e catalani.
È vero che Madrid è un’enclave dei popolari da più di venticinque anni ma quella del 4 maggio è una vittoria schiacciante che permette al PP di governare da solo con il solo appoggio esterno di Vox, da parte sua felice di non entrare in maggioranza per posizionarsi agli estremi dello schieramento e continuare a sfruttare una comunicazione di forte opposizione. Ayuso così concede una boccata d’ossigeno al Partido Popular dopo anni turbolenti a causa delle numerose accuse di corruzione.
Il tonfo di socialisti e Iglesias
Dall’altra parte, la sinistra che governa il paese crolla. I socialisti di Sánchez scendono al 16,8% con il proprio candidato, Ángel Gabilondo, che rinuncia al seggio in Assemblea regionale per fare mea culpa. Il PSOE paga una mancanza di direzione, di progetti e proposte effettive. Podemos (7,2%) si ritrova in piena crisi. Il suo leader Pablo Iglesias Turrión ha prima lasciato il governo, dove era il numero due di Sánchez, per provare a migliorare i risultati negativi di Podemos. Non ci è riuscito.
È possibile che la candidatura di un personaggio così controverso, specialmente in delle elezioni regionali storicamente di destra, abbia solo evocato una forte mobilitazione del voto di destra[4]. Iglesias la notte del 4 maggio, accettando il risultato negativo, ha annunciato il suo ritiro dalla carriera politica dopo che in sette anni è riuscito a portare il partito dalle piazze al governo. Il partito resisterà al suo ritiro?
L’unica formazione di sinistra che ottiene un buon risultato è Más Madrid (17%), piattaforma civica progressista, ad oggi unica vera opposizione ad Ayuso. MM ha spinto molto sulla lotta al Covid (la sua candidata Mónica García ha combattuto in prima linea lavorando come anestesista) e su istanze progressiste.
Il disastroso risultato socialista e l’uscita di scena di Iglesias mettono in pericolo il governo Sánchez? Probabilmente sì. Un’offensiva della destra spagnola è alle porte. Era chiaro già nel dibattito parlamentare durante la Sesión de control al Gobierno del mese scorso. Sánchez ora ha due strategie possibili: mirare al centro per avvicinarsi al PP ma ciò potrebbe portare alla perdita di appoggio politico e di voti a sinistra; puntare su politiche progressiste, alcune già avanzate (eutanasia, settimana lavorativa corta, distensione con i partiti indipendentisti catalani, ecc.) e arrivare a fine legislatura nel 2023 sperando di ottenere un buon risultato elettorale.
Polarizzazione
È stata una campagna dai toni molto forti. Il PP ha giocato molto sullo slogan “comunismo o libertad”, a cui hanno risposto socialisti e Podemos con lo slogan “democracia o fascismo”. Vox ha radicalizzato ulteriormente il dibattito con il suo ormai abituale discorso molto militarizzato. Podemos ha puntato sull’implementazione delle politiche abitative nei quartieri madrileni. Il culmine è stato raggiunto con le minacce di morte recapitate a Iglesias e il successivo dibattito tra quest’ultimo e Rocío Monasterio di Vox in cui la Monasterio si è rifiutata di condannare le minacce di morte a Iglesias portando il candidato di Podemos ad abbandonare il dibattito.
Il sospetto è che la polarizzazione della campagna abbia giovato più alla destra che alla sinistra. Una scelta tra “noi o loro” in tempi di malcontento generale per la pandemia, per le chiusure e la crisi economica ha premiato chi difendeva aperture generalizzate e ripresa del lavoro. Ayuso ha giocato con il concetto di libertà, con la voglia di normalità. La Presidente gode di ampia popolarità nella Comunità per il suo carattere fermo e intransigente. Le categorie che rischiavano la chiusura sono scese in campo in suo appoggio, grati per averli tenuti aperti. Sono nate così iniziative come la pizza “Madonna Ayuso”, la birra artigianale “caña de España” con la sua faccia e un piatto di uova “con pocas patatas y muchos huevos”, ricche di doppi sensi e ammiccamenti.
Note
[1] L’accordo tra Cs e PSOE si è concretizzato nell’Assemblea regionale di Murcia ma la situazione nella Comunità di Madrid era simile e i popolari temevano una mossa simile anche a Madrid. Ayuso ha preferito convocare elezioni prima di essere sfiduciata.
[2] Dati maggio 2021 Mapa del coronavirus en Espana, RTVE
[3] Madrid è la regione più ricca ma con la più bassa tassazione di tutta la Spagna.
[4] Steven Forti, La vittoria della destra a Madrid mette in difficoltà Sánchez, Affari Internazionali, 6 maggio 2021.
Foto copertina:Madrid’s regional president Isabel Diaz Ayuso during a press conference held in Madrid, Spain on 15 March 2021. Madrid will be holding elections next 04 May after Ayuso announced she was dismissing Ciudadanos coalition partners from Government and calling for snap elections, 10 March 2021. Besides today Spanish second Deputy Prime Minister, Pablo Iglesias, has announced he will be leaving his position in the Government in order to run for Madrid’s regional Presidency in the on coming regional elections. EPA/Emilio Naranjo