Mustafa Kemal Atatürk a Gallipoli: l’inizio della leggenda


Nel 1915 l’alleanza franco-inglese decise di colpire quello che loro credevano fosse il ventre molle durante la Prima Guerra Mondiale: l’Impero Ottomano. Il piano ideato dalle potenze dell’Intesa era semplice: sbarcare sulla penisola, prendere il controllo dello stretto dei Dardanelli e costringere alla resa gli ottomani. Tuttavia, un giovane ufficiale ottomano riuscì a fermarli, divenendo l’ultimo eroe di un impero in declino: Mustafa Kemal Atatürk.


A cura di Gabriele Avallone

L’Intesa prepara la battaglia

Era opinione comune vedere il glorioso Impero Ottomano come un’entità in totale disfacimento, prossima al collasso politico. La sua debolezza militare, percepita dalle potenze dell’Intesa, era fin troppo evidente. Pertanto, i francesi e gli inglesi, desiderosi di inviare aiuti militari al loro alleato russo tramite il Mar Nero, escogitarono un piano di battaglia per sconfiggere la Sublime Porta e costringerla ad uscire dal conflitto, abbandonando, di fatto, la Germania e l’Austria nel bel mezzo della guerra. L’obiettivo era la penisola di Gallipoli. Se fossero riusciti a conquistarla, “avrebbe dato loro un’opportunità, un’apertura tanto necessaria, di avanzare e catturare Istanbul, l’ex capitale dell’Impero Ottomano.” [1]

Resistenza, sacrificio e gloria: Kemal salva l’impero

Sebbene le operazioni cominciarono già nel marzo del 1915, lo sbarco delle truppe anfibie avvenne solo il 25 aprile del medesimo anno. Mentre i britannici e gli australiani iniziarono ad avvicinarsi alla penisola, il caso volle che ad osservarli fosse proprio il giovane ufficiale Mustafa Kemal che allertò immediatamente la sua divisione. Nel frattempo, il futuro eroe iniziò a preparare il 57° reggimento sotto il suo comando per l’imminente scontro con le forze nemiche.
Sembra che, dopo aver ispezionato le sue truppe, Mustafa Kemal affermò: “Io non vi ordino di combattere, vi ordino di morire.”[2] Nonostante la forte inferiorità numerica, le forze ottomane riuscirono a sconfiggere quelle australiane le quali erano “esauste e mal disposte per respingere un attacco.”[3]
Nelle settimane successive Kemal riuscì a condurre attacchi piuttosto violenti contro i reggimenti dell’Australian and New Zealand Army Corps(noti come ANZAC), riuscendo a contenere la loro avanzata. L’audacia, il coraggio e la determinazione con cui egli condusse le sue truppe non passarono inosservate. Infatti, il comandante della Quinta Armata, Liman von Sanders, decise di decorarlo con la Croce di Ferro il 23 maggio e promuoverlo colonnello il 1 giugno 1915. Divenne così il più giovane alto ufficiale dell’intero esercito ottomano in brevissimo tempo.
Il neo-colonnello condusse, successivamente, le truppe alla vittoria vicino la Baia di Suvla e, in seguito, presso la collina del Conk Bayırı. Il professor Grassi, autore di una biografia su Ataturk, sostiene che in questa località, durante l’assalto, il giovane ufficiale mise a repentaglio la sua stessa vita. Infatti, una scheggia di granata “colpì e mandò in frantumi l’orologio che portava nel taschino sinistro del torace.”[4] Rimasto miracolosamente illeso, Kemal riuscì a consolidare le posizioni conquistate, mentre il nemico decise di battere in ritirata. Solo dopo questi continui fallimenti, le truppe britanniche e quelle loro alleate abbandonarono in maniera definitiva le sponde dell’attuale Turchia, completando l’evacuazione nei primi giorni di gennaio 1916. Mustafa Kemal riuscì nell’impresa di salvare la sua capitale e di ottenere un successo schiacciante contro un nemico risoluto. Anche per questo, egli viene ricordato oggi come il grande eroe di Gallipoli e la sua vittoria come l’ultimo ruggito di un impero decadente.

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Conseguenze ed eredità

Lo scontro tra i due eserciti presso la penisola di Gallipoli fu particolarmente cruento. I morti e i feriti lasciati sul campo di battaglia furono centinaia di migliaia, senza contare i soldati dispersi. Secondo le stime del governo australiano “lo sforzo anglo-francese costò oltre 141,100 morti e soldati feriti (…)Le perdite australiane ammontavano a più di 8700 morti e 19,400 feriti(…) l’impero ottomano ebbe almeno 86,000 morti e 164,000 feriti.”[5]
Ancora oggi il ricordo di questo conflitto suscita grande commozione, specialmente tra gli australiani, i neozelandesi e i turchi. In Australia, ad esempio, “la battaglia è ampiamente riconosciuta come la leggenda fondatrice della storia militare australiana e come un potente simbolo della nascita di una nazione.”[6] Anche in Nuova Zelanda gli storici sostengono che questa battaglia abbia contribuito enormemente a sviluppare il senso di identità nazionale. Per quanto riguarda la Turchia questo luogo sacro rappresenta “l’inizio del riscatto nazionale turco.”[7]. Fu proprio Mustafa Kemal, noto successivamente come Ataturk, a guidare il suo popolo verso un nuovo futuro. L’eroe di Gallipoli, alcuni anni dopo la fine della guerra, mise fine al sultanato e al califfato, vinse la Guerra d’Indipendenza contro l’esercito greco e proclamò la nascita della Repubblica di Turchia il 29 ottobre 1923, divenendone il primo Presidente.


Note

[1] “Significance of Turkiye’s 108th Canakkale victory commemoration”, TRTworld, 2023, Significance of Türkiye’s 108th Canakkale victory commemoration (trtworld.com)
[2] K. Bayer, “Gallipoli 100: I am ordering you to die”, NZ Herald, 2015, Gallipoli 100: ‘I am ordering you to die’ – NZ Herald
[3] E. J. Erickson, “Mustafa Kemal Ataturk”, Oxford, Osprey Publishing, 2013, p.19
[4] F. Grassi, “Ataturk”, Roma, Salerno editrice, 2008, p.120
[5] Australian Government – Department of Veteran’s Affairs, Aftermath of the Gallipoli Campaign – Anzac Portal (dva.gov.au)
[6] Parliament of Australia, “Chapter 1- The Significance of the Gallipoli Peninsula”, Chapter 1 – The Significance of the Gallipoli Peninsula – Parliament of Australia (aph.gov.au)
[7] F. Grassi, “Ataturk”, Roma, Salerno editrice, 2008, p.122


Foto copertina: Canakkale,Turkey – August.10,2018 : Mustafa Kemal Ataturk Statue in The Canakkale Martyrs Memorial is a war memorial commemorating the service of about Turkish soldiers who participated at the Battle of Gallipoli