Myanmar, i leader dell’ASEAN chiedono la pace


I leader del sud-est asiatico riuniti in Indonesia per il vertice ASEAN, hanno chiesto la fine immediata delle ostilità nel Myanmar governato dai militari, nel tentativo di creare una finestra per un dialogo urgente e la fornitura di aiuti man mano che i combattimenti si intensificano.


In Myanmar (Birmania), la situazione continua ad essere caotica dopo che nel 2021 è andato in scena un colpo di Stato militare che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, seguito da grandi proteste contro il golpe stesso.
I leader dei paesi del sud-est asiatico riuniti in Indonesia per partecipare al vertice dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), hanno chiesto a gran voce la fine delle ostilità in Myanmar.

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L’ASEAN, che è stata fondata nel 1967 con lo scopo principale di promuovere la cooperazione e l’assistenza reciproca fra gli stati membri per accelerare il progresso economico e aumentare la stabilità della regione e  che  coinvolge regolarmente altri paesi nella regione Asia-Pacifico e oltre, più volte ha richiesto l’espulsione del Myanmar dall’associazione a causa del mancato rispetto dei diritti umani.
L’ASEAN, che ha una politica di non interferenza negli affari dei suoi membri, è diventata sempre più assertiva con la giunta del Myanmar per la sua incapacità di attuare un “accordo” di pace in cinque punti, che era stato concordato dai leader militari del Myanmar con i vertici dell’ASEAN pochi mesi dopo che il suo colpo di stato ha scatenato caos, ma non è mai stato attuato. Per risposta l’ASEAN ha escluso i generali dalle riunioni ad alto livello fino a quando non eseguiranno il piano di pace, che include la cessazione delle ostilità, l’avvio del dialogo e il pieno accesso umanitario.


Foto copertina: Bandiere dei paesi membri che partecipano al 35° vertice dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN) a Bangkok nel novembre 2019. Foto: AFP / Romeo Gacad