In un’intervista all’RSI svizzera (che uscirà integralmente il 20 marzo), Papa Francesco ha affermato che l’Ucraina dovrebbe avere quello che ha definito il coraggio della “bandiera bianca” e negoziare la fine della guerra con la Russia. La stampa vaticana precisa, Mosca applaude, l’Occidente meno.
Le parole di Papa Francesco provocano un mezzo terremoto diplomatico. In attesa di leggere l’intervista completa alla Radiotelevisione svizzera che uscirà integralmente il 20 marzo, le anticipazioni pubblicate dall’Ansa sono di quelle scottanti. Il Pontefice ha parlato delle guerre in corso in Medio Oriente e in Ucraina. Soprattutto su quest’ultima Papa Francesco ha fatto alcune dichiarazioni che sembrerebbero suggerire che la fine della guerra debba passare da una resa dell’Ucraina all’invasione russa.
Il Papa avrebbe utilizzato l’espressione “coraggio della bandiera bianca”, solitamente alzare bandiera bianca viene inteso come un’atto di resa incondizionata. Parole che quindi provocano reazioni.
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La precisazione del Vaticano
Come riportato da Vatican News, Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha risposto alle domande dei giornalisti in merito alle anticipazioni dell’intervista.
Bruni ha spiegato che il desiderio del Papa per l’Ucraina, da lui sempre definita “martire”, è stato pienamente espresso nelle sue parole all’Angelus del 25 febbraio, all’indomani del secondo anniversario dello scoppio della guerra.
In quell’occasione il Papa ha ribadito il suo “profondo affetto” per il popolo ucraino. Ha inoltre invitato tutte le parti a “creare le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”.
«Il Papa», ha precisato Bruni, «usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare una cessazione delle ostilità, una tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘I negoziati non sono mai una resa’”.
Nell’intervista, l’intervistatore chiede al Papa: «In Ucraina alcuni chiedono il coraggio della resa, della bandiera bianca. Ma altri sostengono che ciò legittimerebbe il partito più forte. Cosa ne pensi?”
Papa Francesco ha risposto: «Questa è un’interpretazione. Ma credo che il più forte sia chi vede la situazione, chi pensa alla gente, chi ha il coraggio della bandiera bianca, per negoziare. E oggi i negoziati sono possibili con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola “negoziare” è una parola coraggiosa. Quando si vede che si è sconfitti, che le cose non vanno bene, è necessario avere il coraggio di negoziare. Potresti vergognarti, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo; cercare qualche paese che possa mediare. Oggi, ad esempio nella guerra in Ucraina, sono in molti a voler mediare. La Turchia si è offerta per questo. E altri. Non vergognatevi di negoziare prima che le cose peggiorino”.
Mosca sorride
Le dichiarazioni del Papa si prestano ad un facile equivoco che indirettamente favorisce Mosca. Quella della necessità di negoziare con dei mediatori è una posizione che il papa aveva già espresso in passato sulla guerra in Ucraina, e per la quale aveva già ricevuto delle critiche in particolare dal presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj che dopo aver incontrato il Papa durante un viaggio in Italia, a maggio dell’anno scorso aveva detto che «con tutto il rispetto per Sua Santità», «non abbiamo bisogno di mediatori tra l’Ucraina e l’aggressore che ha preso e occupato i nostri territori».
Foto copertina: Papa Francesco ha affermato che l’Ucraina dovrebbe avere quello che ha definito il coraggio della bandiera bianca e negoziare la fine della guerra.