Grande tensione aveva preceduto questo vertice tra Russia e Ucraina. Le aspettative erano alte, forse troppo ma potrebbe essere il primo passo di un percorso più lungo.
I giorni prima del vertice
I giorni prima del vertice erano stati caratterizzati da una forte tensione internazionale nonché da grande “fermento” degli attori coinvolti direttamente o indirettamente in questa guerra sanguinosa. Durante la notte (ora italiana) del 10 maggio, a seguito del Victory Day al quale hanno partecipato leader e truppe di stati esteri come Xi Jinping, Putin ha tenuto una conferenza stampa. Dopo aver ringraziato i leader esteri che hanno atteso alla parata il Presidente russo ha sottolineato come più volte la Russia abbia offerto cessate il fuoco a Kiev, sempre violati stando al leader del Cremlino nonostante l’intercessione di Trump. Il Presidente Putin durante la conferenza ha poi aperto nuovamente alla possibilità di negoziati diretti tra Russia e Ucraina, proponendo Istanbul e la mediazione turca come possibile scenario[1].
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Questa dichiarazione è però giunta mentre l’Unione Europea e anche gli Stati Uniti spingevano per un cessate il fuoco di 30 giorni che potesse fungere da cornice al possibile incontro bilaterale tra Russia e Ucraina[2]. Questo tentativo di forzare la mano al Cremlino però non sembra aver avuto l’effetto sperato dato che nonostante lo scadere dell’ultimatum la richiesta di un cessate il fuoco è stata disattesa. Contestualmente a seguito delle dichiarazioni del Presidente ucraino Zelens’kyj una sorta di “sfida” è stata lanciata nei confronti di Mosca, ovvero la richiesta di un bilaterale diretto proprio tra il Presidente ucraino e il Presidente russo ad Istanbul. Grande attenzione mediatica è stata difatti posta proprio sulla presenza o meno del Presidente Putin a questo incontro, per il quale Zelenskij si era detto pronto. La possibilità che quest’ultimo si realizzasse è però venuta a mancare a seguiot della dichiarazione ufficiale del Cremlino per cui Putin non sarebbe stato presente ad Istanbul, al suo posto una delegazione guidata da Vladimir Medinsky, uno dei suoi consiglieri presidenziali.[3]
Il giorno tanto atteso
Infine, ad incontrarsi ad Istanbul sono state le delegazioni di Russia e Ucraina senza i rispettivi leader. La controparte russa, tra l’altro, pare aver formalmente richiesto che i colloqui si tenessero senza la presenza di delegati USA quali il Segretario di Stato Rubio, già presente in Turchia. Dopo due giorni di dialogo le due delegazioni sembrerebbero aver concordato tre punti fondamentali:
- Lo scambio di 1000 prigionieri di guerra sia da parte russa che da parte ucraina
- La delegazione russa ha accolto formalmente la richiesta ucraina di organizzare un incontro diretto tra Putin e Zelens’kyj
- L’apertura a nuovi round di colloqui in cui ogni parte potrà presentare la propria proposta per un cessate il fuoco.
Nonostante per molti il vertice di Istanbul sia stato considerato un’occasione mancata e il presidente ucraino abbia pubblicamente affermato che Putin fosse “spaventato” dall’idea di un dialogo diretto con lui[4], le cose potrebbero essere più complesse di come appaiono.
Ad oggi gli unici tentativi concreti di sblocco del binario diplomatico concernente l’Ucraina che hanno dimostrato di poter smuovere quello che sembrava essere un’impasse sono giunti dagli USA di Trump. La strategia di quest’ultimo nei confronti dell’Ucraina, tra scontri con il presidente Zelens’kyj, contatti con il Cremlino e accordi economici come quello riguardante lo sfruttamento delle risorse minerarie hanno però fatto sì da rendere la strategia USA ondivaga e difficile da prevedere eccetto per la volontà di chiudere questa guerra come promesso agli elettori in campagna elettorale. Unitamente a questo, la posizione del Cremlino sembra oramai orbitare intorno ad un punto fisso, ovvero la cessione ufficiale dei territori annessi (compresi territori ancora non sotto controllo militare russo) unitamente a richieste quali la demilitarizzazione dell’Ucraina. Una pretesa questa che sebbene sembri trovare un qualche spazio sul tavolo del dialogo con Washington risulta ad oggi fuori questione sia per Kiev che per gli alleati europei, oramai sempre più identificabili sotto il nome di “coalition of the willing[5]”.
Il potere della diplomazia
Le armi che la diplomazia può mettere in gioco sono da sempre state numerose ma ognuna di queste – in caso di dialoghi sì complessi come quello tra Russia e Ucraina – risulta essere spuntata senza una forte volontà di entrambe le parti di mettere a tacere le armi e cessare il conflitto. Ad oggi questa volontà sembra essere almeno in parte assente da parte degli attori direttamente in conflitto, in un gioco sanguinoso dove dichiarazioni, atti di forza e macabri simbolismi sembrano aver sostituito le parole stesse. Una situazione paradossale – come del resto molti aspetti di questa guerra hanno dimostrato essere – dove la via della diplomazia sembra essere ancor più impervia di quella militare, oramai congestionata e apparentemente in piena fase di stallo.
Tornando al volto diplomatico di questa guerra, è bene fare un’ultima riflessione. Se poniamo il nostro focus sugli attori più o meno coinvolti in questa guerra è possibile notare che alcune dinamiche non sono mai cambiate se non degenerate nel tempo. L’elemento di novità che è stato però inserito, ovvero l’elezione di Trump, sembra essere riuscito a smuovere qualcosa. Anche gli alleati europei di Kiev hanno visto dei rimpasti e qualche volto nuovo ma in questo particolare caso la linea che si è scelto di seguire sembra essere sostanzialmente la stessa. Kiev dietro spinta dell’amministrazione Trump sembra essere maggiormente propensa ad un dialogo ma esistono anche delle problematiche e delle dinamiche di politica interna da non sottovalutare, come un decreto presidenziale che vieterebbe trattative dirette con il Presidente Putin[6] (attualmente oggetto di discussioni e interpretazioni[7]). Da parte russa, a più riprese è stata sottolineata la peculiare situazione politica di Zelens’kyj, il quale ha visto scadere il suo mandato ma mantenere la propria posizione per via della legge marziale instaurata nel paese a causa della guerra, e per questo considerato un interlocutore legalmente illegittimo dal Cremlino, già nel 2024[8].
Potrebbe essere il volto stesso degli attori la chiave di volta per questo impasse politico?
Note
[1] The Kremlin, President of Russia, Press statement by the President of Russia, May 11, 2025. In: http://en.kremlin.ru/events/president/news/76899
[2] E. Piper, A. Rinke, European leaders tell Putin to agree to Ukraine ceasefire or face new sanctions, Reuters, May 11, 2025. In: https://www.reuters.com/world/europe/european-leaders-head-kyiv-show-support-after-putins-parade-2025-05-09/
[3] Da redazione, Kremlin denies possibility of Putin’s presence at talks in Turkey, TASSA, 15 May, 11:30. In: https://tass.com/politics/1958209
[4] Zelensky says Putin was ‘afraid’ to come to Turkey for ceasefire talks, CNN, 17/05/2025. In: https://edition.cnn.com/2025/05/16/world/video/zelensky-putin-too-afraid-peace-talk-turkey-digvid
[5] UK Gov, Ministry of Defence and The Rt Hon John Healey MP Published 11 April 2025, Coalition of the Willing: Joint UK-France statement following 10 April meeting. In: https://www.gov.uk/government/news/coalition-of-the-willing-joint-uk-france-statement-following-10-april-meeting
[6] V. Socor, Zelenskyy Bans Negotiations With Putin Publication: Eurasia Daily Monitor Volume: 19 Issue: 147, Jamestown Foundation, October 5, 2022. In: https://jamestown.org/program/zelenskyy-bans-negotiations-with-putin/
[7] K. Denisova, Didn’t Zelensky impose a ban on talks with Putin? Not really, Kyiv Indipendent May 12, 2025. In: https://kyivindependent.com/didnt-zelensky-impose-a-ban-on-talks-with-putin-not-really/
[8] “ In a bid to weaken our country and inflict a strategic defeat on us, the US continues to pump the actually illegitimate Kiev regime with weapons and money, as well as sending mercenaries and military advisors, thereby encouraging further escalation of the conflict.” Kremlin, President of Russia, Expanded meeting of the Defence Ministry Board, December 16, 2024.
Foto copertina: Il 16 maggio ha preso avvio il vertice trilaterale tra Turchia, Stati Uniti e Ucraina.