Il controllo degli F-35 e la questione dell’autonomia strategica europea

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Il controllo statunitense sugli F-35 solleva, ancora una volta, molti interrogativi sull’autonomia strategica europea: seppur l’allarme sul kill switch non crea preoccupazioni rilevanti, rappresenta un chiaro incipit per discutere sulle soluzioni al disequilibrio nelle relazioni difensive e securitarie tra gli Stati Uniti e i paesi dell’Unione Europea.


A cura di Roberto Canale

Il precario equilibrio nella gestione degli F-35 (secondo la Francia)

Le relazioni tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea (UE) potrebbero ulteriormente deteriorarsi con l’attuale problematica inerente al controllo degli aerei F-35. L’eurodeputato e Vice Presidente del Comitato sulla Difesa e Sicurezza, Christophe Gomart, ha allarmato le compagini militari dei paesi membri dell’Unione quando, intervistato a Le Point, ha confermato[1] che il Pentagono ha il potere di bloccare il volo degli F-35. In altre parole, sarebbe possibile per gli Stati Uniti disattivare ed impedire tramite un accesso remoto l’utilizzo da parte dei paesi europei degli F-35 in tutte quelle operazioni militari non in linea con la politica estera statunitense. Il possibile ‘’blocco’’ americano di una risorsa difensiva di tale rilevanza si inserisce nel quadro più ampio della complessa fase delle relazioni tra gli Stati Uniti e l’UE che stiamo vivendo, sollevando ancora una volta la questione dell’autonomia militare e dell’esercito comune.

La forza e le caratteristiche degli F-35: una panoramica tecnica

Il Lockheed Martin F-35 Lightning II[2] è il velivolo da caccia più avanzato al mondo, offrendo capacità di quinta generazione senza pari. La forza degli F-35 risiede nell’abilità di combinare diverse qualità strategiche. Grazie alla forma geometrica, al rivestimento, alla vernice, ai sensori interni e al design, la capacità stealth dell’F-35 può eludere il rilevamento nemico ed entrare nello spazio aereo conteso. A contribuire alla forza di terra, aria e mare c’è la capacità di raccolta dati[3]: gli F-35 possono rilevare e tracciare le minacce missilistiche a una distanza molto più ravvicinata e sono in grado di collegare le informazioni dei sensori tra gli aeromobili e mettere in coda i sistemi di difesa missilistica esistenti per affrontare una minaccia in arrivo, garantendo la connettività sensore-tiratore con una consapevolezza situazionale migliorata. In aggiunta, l’F-35 può trasportare armi[4] internamente o esternamente, a seconda della missione, garantendo un impiego multidimensionale. Infine, Lockheed Martin[5] guida il team del settore F-35, insieme sia all’azienda aerospaziale statunitense Northrop Grumman che alla britannica BAE Systems e il programma è gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con la partecipazione di oltre 1.900 fornitori in 48 stati statunitensi e in più di 9 paesi nel resto del mondo.

Figura 1 – Tavola prospettica F-35
Figura 1 – Tavola prospettica F-35

 

 

 

 

Gli F-35 nella sicurezza collettiva europea e atlantica

Gli Stati Uniti svolgono il ruolo di nazione guida[6], con la maggiore partecipazione finanziaria e industriale al programma, oltre a godere del pieno accesso alle informazioni critiche; nel programma di sviluppo, il Regno Unito è l’unico membro classificato al Livello 1[7] di partecipazione e accesso, mentre seguono gli altri partner al Livello 2, con una partecipazione minore nel trasferimento tecnologico e nella fornitura, e al Livello 3, con il grado più basso di finanziamento, partecipazione e influenza. Ma il programma è esteso anche a Stati non membri: infatti, le nazioni non partner possono sollecitare l’acquisizione tramite il programma Foreign Military Sales (FMS) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Tra i paesi accettati[8] per l’acquisizione vi sono il Belgio, la Germania, la Polonia e la Svizzera, e altri potenziali acquirenti sono il Portogallo, la Romania e la Grecia. In generale, su 20 paesi in cui il programma è attivo[9], ci sono 12 paesi membri del North Atlantic Treaty Organization (NATO): infatti, con l’F-35, la capacità di penetrare i sistemi di difesa aerea integrati nemici avanzati (IADS, Integrated Air Defense Systems) è diventata una funzione fondamentale[10] per le missioni dell’organizzazione, grazie alla bassa osservabilità degli F-35 che permette di individuare e attaccare i radar del sistema difensivo nemico, di interrompere le comunicazioni e la coordinazione e di distruggere con rapidità e precisione le armi di difesa aerea, su tutte i missili terra-aria (SAM, Surface-to-Air-Missile) dell’artiglieria, attraverso gli attacchi elettronici avanzati (EA, Electronic Attack).
Oltre al noto valore strategico per le operazioni militari nel contesto dell’UE e della NATO, stravolte dalla rapida evoluzione delle capacità dell’aviazione, l’F-35 ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un programma di rilevante crescita industriale, in vigore fino al 2080 secondo alcune stime[11].
L’industria europea, a tutti i livelli, sta ricevendo contratti per la manutenzione dell’F-35 e il supporto operativo e logistico: entro il 2030 ci saranno più di 400 F-35 operativi dalle basi NATO europee, che aumenteranno a oltre 600 entro il 2035.
Nonostante la rilevanza strategica e industriale, un progetto di condivisione della forza militare, come il programma degli F-35, potrebbe appesantire ulteriormente le relazioni difensive tra gli Stati Uniti e gli alleati europei. Almeno in linea teorica, l’approvvigionamento dello stesso sistema d’armamento aereo aveva ed ha lo scopo[12] di garantire l’interoperabilità, la manutenzione e il supporto cooperativo tra i partner. Ma questo non potrebbe far altro che rendere gli acquirenti europei più dipendenti dal ruolo difensivo degli Stati Uniti. Un limite concreto, ad esempio, potrebbe manifestarsi nello sviluppo dei futuri programmi europei di sesta generazione[13], come il Franco-German Future Combat Aircraft System (FCAS) che, basandosi in parte sulle informazioni ottenute dal programma dell’F-35, richiederebbero una forte condivisione di dati sensibili, e gli Stati Uniti non sono affatto propensi ad un tale sforzo, considerando che già all’interno del programma dell’F-35 l’accesso alle informazioni è molto limitato.

La possibilità del ‘’kill switch’’ degli F-35, tra teoria e prassi

A ben vedere, però, non esiste un meccanismo di controllo che consenta la disattivazione immediata del dispositivo – kill switch. Al momento, dunque, non sono emerse prove concrete che gli Stati Uniti possano disattivare immediatamente gli F-35 dei paesi partner. Ma le parole di Christophe Gomart rimangono comunque importanti. L’impiego degli F-35 si basa sull’Operational Data Integrated Network (ODIN), prima noto come Automatic Logistics Information System (ALIS). Gli F-35 funzionano essenzialmente grazie ai continui aggiornamenti software del sistema ALIS/ODIN, un hub mondiale[14] utilizzato per pianificare missioni, per tenere traccia dello stato degli aerei e per ordinare pezzi di ricambio, a cui rispondono tutti i server presenti nei paesi partner. In questo senso, dunque, le parole di Christophe Gomart acquistano di rilevanza. Solo gli Stati Uniti hanno accesso alle informazioni sul database centrale e sul software. E, se il sistema ALIS/ODIN dovesse essere offline[15], gli F-35 potrebbero volare per un massimo di 30 giorni.
È chiaro, dunque, quanta dipendenza ci sia verso gli Stati Uniti nel programma degli F-35. A riprova di ciò, già nel 2014[16] vi fu un segnale di allarme, quando l’Egitto ripiegò sui caccia francesi Rafale proprio perché gli Stati Uniti non consentirono attacchi in Libia tramite gli F-35. La remota possibilità del kill switch, o comunque la limitazione operativa, non dovrebbero però meravigliare. In primo luogo, perché il controllo degli Stati Uniti dei sistemi d’arma occidentali è già una pratica, oltre che una teoria[17].
Quando fu consegnato l’High Mobility Artillery Rocket System (HIMARS) all’Esercito ucraino, gli Stati Uniti disattivarono la gittata completa, limitando la capacità dell’Ucraina di usarli in modo offensivo contro obiettivi oltre una certa distanza, per evitare di far degenerare il conflitto. Ma ci sono anche altri esempi[18], come il caso del MQ-9 Reaper Drone, basato sulla rete di satelliti statunitensi, o il Patriot Missile System per la difesa aerea, basato sugli aggiornamenti e le configurazioni del software statunitense.
Il caso degli F-35, pertanto, non è nuovo. In secondo luogo, qualsiasi tipologia di limitazione rimane una pratica ben nota perché è già ben consolidata tra gli stati la consuetudine di mantenere un certo grado di vantaggio tecnologico – capacity edge[19] –  da parte del paese rifornitore nei riguardi del paese rifornito: in sostanza, la versione fornita agli alleati potrebbe avere alcune limitazioni rispetto a quella utilizzata dal Paese produttore, garantendogli una superiorità strategica. Nel caso degli F-35, le limitazioni[20] potrebbero riferirsi alla manovrabilità del velivolo, o alle capacità tecniche dei radar. Nonostante ciò, l’F-35 rimane un aereo da combattimento avanzato e operativo senza sostanziali limitazioni critiche.

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Conclusioni e prospettive: il significato concreto del controllo statunitense sugli F-35 e il problema della difesa comune europea

Concludendo, l’intervista a Christophe Gomart non ha fatto altro che (ri)accendere la lampadina del bisogno europeo di una difesa comune e di una strategia indipendente dall’influenza statunitense. Non vi sono prove sufficienti per considerare il kill switch degli F-35 un’opzione realistica nelle mani della difesa americana e il controllo sul software del programma rappresenta uno strumento indiretto di supervisione e, sia ben chiaro, anche di controllo. Ma questo aspetto era già noto ai leader dei paesi partner. Eppure, l’elevato vantaggio operativo e strategico che l’impiego degli F-35 offre alla difesa dei paesi membri dell’UE e alla difesa collettiva della NATO non ha bloccato il raggiungimento di un accordo tra le parti e, in aggiunta, l’improbabilità di un’operazione militare di elevata proporzione che andasse in disaccordo con gli Stati Uniti[21] da parte di un paese quale l’Italia, la Germania o il Belgio non è mai stata seriamente presa in esame. Nell’attuale contesto di frizione diplomatica tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, in merito al supporto all’Ucraina contro l’invasione russa e alla dipendenza europea nei riguardi della difesa statunitense, quello degli F-35 è un episodio emblematico, che aneddoticamente riproduce il complesso problema, prima politico e poi militare, della difesa comune europea.
Nel breve termine, la soluzione di intervenire ora sul programma degli F-35 attraverso un negoziato sulla condivisione del software e delle informazioni critiche, con l’attuale Presidenza americana, è un provvedimento a dir poco inutile.
Nel medio termine, invece, nell’ottica di accelerare il processo di integrazione difensiva, i paesi membri dell’UE dovrebbero spingere verso futuri programmi di sesta generazione, come il Global Combat Air Programme (GCAP), progetto portato avanti dall’Italia, dal Regno Unito e dal Giappone, o il già menzionato FCAS, della Francia, della Germania e della Spagna o, ancora, il programma per la guerra terreste di Francia e Germania del  Main Ground Combat System (MGCS)[22]; inoltre, in tutti questi casi, sarà molto importante accelerare anche lo sviluppo e l’implementazione del Galileo[23], il sistema satellitare globale di navigazione dell’UE, alternativo all’americano GPS e fondamentale per la coordinazione dei sistemi d’arma condivisi. Infine, nel lungo termine, l’obiettivo finale è il raggiungimento di un autonomo complesso industriale europeo. Ma qualsiasi progetto o programma difensivo, nel lungo cammino verso l’indipendenza strategica europea, è di difficile sviluppo se l’Europa continua sulla strada della regolamentazione piuttosto che dell’innovazione, senza la quale è difficile produrre alternative che siano ambite internazionalmente.


Note

[1] “F-35, la guerra in Europa è sotto il controllo del Pentagono. Cosa succede adesso?” – Il Messaggero, 22 Febbraio 2025. https://www.ilmessaggero.it/mondo/f_35_guerra_europa_controllo_pentagono_sicurezza_cosa_succede_adesso-8673872.html?refresh_ce
[2] “F-35: The World’s Most Advanced Fighter” – F-35.com, Lockheed Martin. 24 Gennaio 2024. https://www.f35.com/f35/news-and-features/f35-the-worlds-most-advanced-fighter.html
[3] Ibid.
[4] “The F-35’s Unrivaled Stealth” – F-35.com, Lockheed Martin. 12 Febbraio 2024. https://www.f35.com/f35/news-and-features/the-f35s-unrivaled-stealth.html  

[5] “Everything You Need to Know About the F-35C” – F-35.com, Lockheed Martin. https://www.f35.com/f35/news-and-features/everything-you-need-to-know-about-the-f-35c.html
[6] “F-35 in Europe: A Takeover?” – European Security & Defence, 2024 25 Luglio 2024. https://euro-sd.com/2024/07/articles/39541/f-35-in-europe-a-takeover/#:~:text=A%20significant%20number%20of%20European,on%20a%20single%20weapon%20system.
[7] Ibid.
[8] Ibid.
[9] “Global Enterprise” – F-35.com, Lockheed Martin. https://www.f35.com/f35/global-enterprise.html

[10] “F-35: The Backbone of Next-Generation NATO Operations” – JAPCC (Joint Air Power Competence Centre). Novembre 2013. https://www.japcc.org/articles/f-35-the-backbone-of-next-generation-nato-operations/#backbone-of-next-generation-nato-operations
[11] “F-35: il Pentagono può limitare l’utilizzo dei jet?” – Start Magazine. 26 Febbraio 2025. https://www.startmag.it/spazio-e-difesa/f-35-il-pentagono-puo-limitare-lutilizzo-dei-jet/
[12] Ibid.
[13] Ibid.
[14] “F-35: Come funziona ALIS e perché preoccupa così tanto? Ve lo spieghiamo noi” – Difesa Online. 29 Aprile 2016. https://en.difesaonline.it/mondo-militare/f-35-come-funziona-alis-e-perch%C3%A9-preoccupa-cos%C3%AC-tanto-ve-lo-spieghiamo-noi

[15] “Kill Switch: è vero che il caccia F-35 può essere spento dagli USA?” – Scenari Economici. 23 Febbario 2025. https://scenarieconomici.it/kill-switch-e-vero-che-il-caccia-f-35-puo-essere-spento-dagli-usa/
[16] Start Magazine, 2025 (Nota 11).
[17] “Kill Switch: How the U.S. Can Shut Down Europe’s Military in an Instant” – Global4Cast, 22 Febbario 2025. https://global4cast.org/2025/02/kill-switch-how-the-u-s-can-shut-down-europes-military-in-an-instant/
[18] Ibid.
[19] Start Magazine, 2025 (Nota 11).

[20] Ibid.
[21] Ibid.
[22] Global4Cast, 2025 (Nota 17).

[23] Ibid.


Foto copertina: F-35