L’Asia centrale è una regione di assoluta importanza strategica nello scacchiere centro-orientale. Quando si parla di questo quadrante non si può fare a meno di citare il Kazakistan, asse imprescindibile e pedina geopolitica fondamentale per la Federazione Russa, la Cina e l’India.
Prendendo un mappamondo o sfogliando una cartina geografica, il Kazakistan appare come una “massa” incastonata su di un continente dalle grandezze sfuggenti, che si perdono a vista d’occhio. A Nord la Russia appare infinita con le sue propaggini che sembrano non terminare mai. Ad Oriente la Cina giganteggia estendendo la sua ombra su di una parte del globo, snodo fondamentale per controllare commercialmente e militarmente il quadrante orientale ed australe. Al contempo, verso Sud, dopo aver oltrepassato i restanti stati centro-asiatici, l’Afghanistan ed il Pakistan, l’India mostra il suo volto imponente ergendosi ritta tra il Mare Arabico ed il Golfo del Bengala.
É davvero impressionante notare come le grandezze, queste entità convenzionali aduse a misurare, parlino una lingua diversa, assumano significati e contorni radicalmente difformi a seconda che si parli di Oriente o di Occidente.

Il Kazakistan ha una estensione pari a quella di tutta l’Europa occidentale con un numero di abitanti irrisorio: poco più di 18 milioni.
Ciò che fa della Repubblica ex-sovietica una pedina fondamentale però è la sua vocazione duale, data dalla posizione geografica peculiare. Vista dall’alto appare proiettata verso l’Europa ma posizionata in una sfera d’influenza chiave per tutte le potenze regionali. Accanto ad essa, rivolta verso occidente, vi è il più grande bacino d’acqua salata “chiuso” del mondo, sulla cui identità – se considerarsi mare o lago – vi sono ancora molti dubbi.
Dubbi che se non possono dirsi del tutto risolti, hanno trovato uno sbocco positivo nell’Accordo di Aktau siglato a fine agosto 2018 tra i Paesi che si affacciano sul Caspio: Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan. Naturalmente in ballo non vi sono questioni di ordine meramente geografico, ma aspetti giuridici legati allo sfruttamento del fondale ricco di risorse energetiche.
Infatti, se in superficie esso sarà considerato alla stregua di un mare[1], e come tale soggetto alle norme di diritto internazionale applicabili ai mari, il fondale sarà considerato alla stregua di una “terra emersa”[2], e come tale divisibile proporzionalmente.
In una delle foto del summit a cinque è plasticamente rappresentato il ruolo che gioca il Kazakistan nella regione. E dire Kazakistan, almeno dal 1991, significa dire Nursultan Nazarbayev. Sorridente, con abito scuro e passo deciso è lui a svettare al centro della foto. Accanto a lui: Putin sulla sinistra e Hassan Rouhani, il presidente iraniano, alla destra.
Questa foto è traducibile in termini geopolitici con due acronimi: Uee (Unione economica euroasiatica) e Sco (Organizzazione per la cooperazione di Shanghai). Entrambe si pongono come obiettivo quello di rafforzare la cooperazione economica, politica e militare tra i paesi aderenti ed in ambedue la Russia e la Cina svettano tra le rispettive. Il Kazakistan recita un ruolo da protagonista sia nell’una che nell’altra. La prima nacque come idea dello stesso presidente kazako, Nursultan Ábishuly Nazarbayev che la propose sin dal 1994[3], ma verrà rispolverata e promossa dal presidente russo Putin soltanto nel 2011. La seconda “è la più grande organizzazione regionale del mondo in termini di superficie territoriale coperta e di popolazione compresa al suo interno: ne fanno parte Cina, India, Russia, Pakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Kazakistan. Afganistan, Bielorussia, Iran e Mongolia, invece, sono osservatori mentre Azerbaigian, Cambogia, Nepal, Turchia, Sri Lanka ed Armenia rappresentano i partner di dialogo”[4].
Il merito e l’intuizione di fare del Kazakistan il perno centrale della regione, è del suo presidente Nazarbayev . Presidente del Paese dal 1991 sino al marzo dello scorso anno, non prima di aver fatto cambiare nome della capitale, Astana, da allora ribattezzata Nur-Sultan in suo onore. È proprio la capitale kazaka ad essere l’emblema per eccellenza dell’evoluzione e dello sviluppo dello stato Kazako. Da città di provincia è passata in breve tempo ad essere una metropoli moderna, sede di edifici progettati da architetti di fama mondiale oltre che palcoscenico sul quale si sono tenuti summit importantissimi: dai negoziati sulla crisi ucraina a quelli sull’Iran, sino ai colloqui riguardanti la situazione in Siria.
Il presidente kazako ha ricevuto parole di encomio per le sue doti di negoziatore e pacificatore dell’area. Vladimir Putin l’ha definito il leader “più prudente”, mentre l’ex premier britannico Tony Blair parlò di “sottigliezza”, in riferimento al suo essere coinciso e scrupoloso[5].
Dall’inizio del secolo si sono intensificati i rapporti bilaterali con l’India. Oltre ad uno scambio di visite dei presidenti dei rispettivi Paesi, l’India punta a contrastare in particolar modo gli interessi cinesi nel Paese. Le esportazioni tra i due stati sono andati via, via crescendo nell’ultimo decennio. Il Kazakistan risulta essere, tra le altre cose, il più grande fornitore di uranio dello stato indiano[6].
La Repubblica Popolare Cinese è l’altro grande contendente che probabilmente ha dimostrato di vederci lungo, per quanto concerne lo stato kazako, già da tempo. Attraverso la China National Petroleum Corporation, una delle principali società petrolifere ed estrattive del gas della Cina e la quarta più grande del mondo per fatturato, ha acquistato Petrokazakhstan, compagnia petrolifera che detiene le seconde maggiori riserve di tutto il Kazakistan. Questo risulta essere il più grande investimento straniero mai compiuto nel Paese. Inoltre, lo stato cinese ha investito 700.000 milioni di dollari per la costruzione di un oleodotto che farà transitare le condutture direttamente oltre confine[7]. Infine, Attraverso il Sco (Organizzazione per la cooperazione di Shanghai), di cui si è già detto, la Cina tenta di indebolire il partenariato con la Russia e con gli Stati Uniti, includendo il Kazakistan nella propria zona d’influenza.
D’altra parte i legami con la Russia sono solidi e sia Putin che Nazarbaev hanno sempre giocato le rispettive carte in maniera accorta e misurata. Entrambi hanno sempre saputo di trovare nella comune esperienza sovietica non solamente una radice esistenziale, ma un germoglio di futuri legami di altissima valenza geopolitica. L’Unione economica euroasiatica e l’intensificarsi del volume degli scambi commerciali tra i due Paesi vanno esattamente in questa direzione[8].
La bravura di Qasym-Jomart Toqaev, neo presidente del Kazakistan e successore di Nazarbaev, consisterà nel continuare sul solco già scavato dal suo predecessore, il quale ha comunque mantenuto per sé la carica di presidente del Consiglio di Sicurezza del Kazakistan, ampliandone i poteri. Bravura, scaltrezza e prudenza sono le tre qualità che hanno permesso al presidente dello stato kazako di intrattenere rapporti solidissimi anche con gli Stati Uniti d’America e perseguire quella che in gergo tecnico viene definita politica estera “multi-vettoriale”[9].
Queste caratteristiche, unite ad una posizione geografica strategica ed alle enormi ricchezze del sottosuolo, rendono il Kazakistan uno dei soggetti internazionali da tenere sotto stretta osservazione, perché uno sbilanciamento della politica estera dello stato kazako influenzerebbe considerevolmente il quadro complessivo dell’Asia centrale.
Note
[1] L. Vita, La Russia si prende un nuovo mare e cambia gli equilibri dell’Asia, in “InsideOver-IlGiornale”, in URL: https://it.insideover.com/politica/russia-mar-caspio.html (consultato in data 03/08/2020).
[2] P. Salom, Mare, non lago. L’accordo sul Caspio che apre la corsa a gas e petrolio, in “Corriere della Sera”, in URL: https://www.corriere.it/esteri/18_agosto_14/accordo-mar-caspio-lago-gas-petrolio-208f52fe-9f34-11e8-85a1-8239add4b598.shtml (consultato in data 03/08/2020).
[3] J. Kilner, Kazakhstan welcomes Putin’s Eurasian Union concept, in “The Daily Telegraph”, in URL: https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/asia/kazakhstan/8808500/Kazakhstan-welcomes-Putins-Eurasian-Union-concept.html (consultato in data 03/08/2020).
[4] A. Walton, Cosè l’Organizzazione per la cooperazione di Shangai, in “InsideOver-IlGiornale”, in URL: https://it.insideover.com/schede/politica/cose-lorganizzazione-per-la-cooperazione-di-shangai.html (consultato in data 03/08/2020).
[5] R. Brunelli, Storia di Nazarbayev e delle sue dimissioni, dopo 30 anni, da presidente del Kazakistan, in “AGI”, in URL: https://www.agi.it/estero/nursultan_nazarbayev_kazakistan-5168629/news/2019-03-20/ (consultato in data (04/08/2020).
[6] R. H. Laskar, “We may scale up supply of uranium to India”: Kazakistan ambassador Bulat Sarsenbayev, in “Hindunstan Times”, in URL: https://www.hindustantimes.com/india-news/kazakhstan-may-scale-up-supply-of-uranium-to-india/story-cY7NEz4HU6GulmGFlmo3KO.html (consultato in data (04/08/2020).
[7] C. Pala, China Pays Dearly for Kazakhstan Oil, in “New York Times”, in URL: https://www.nytimes.com/2006/03/17/business/worldbusiness/china-pays-dearly-for-kazakhstan-oil.html (consultato in data 04/08/2020).
[8] A. Walton, Il Kazakhstan è conteso tra Mosca e Pechino, in “InsideOver-IlGiornale”, in URL: https://it.insideover.com/politica/il-kazakhstan-e-conteso-tra-mosca-e-pechino.html (consultato in data 04/08/2020).
[9] T. Kellner, Etats-Unis et Kazakhstan: un partenariat enraciné, in “La Revue géopolitique”, in URL: https://www.diploweb.com/Etats-Unis-et-Kazakhstan-un.html (consultato in data 04/08/2020).
Foto copertina:Il presidente Nazarbayev Autore: SandroEduard