Trump minaccia dazi contro l’UE e Apple, ravvivando i timori di guerra commerciale


Il Presidente degli Stati Uniti Donald J. Trump ha annunciato l’intenzione di introdurre una tariffa del 50% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea a partire dal 1° giugno, accompagnata da una potenziale imposta del 25% sugli iPhone acquistati dai consumatori statunitensi ma prodotti all’estero, in particolare in Asia.


La minaccia, diffusa tramite i canali social del Presidente, segna un nuovo picco nelle tensioni commerciali transatlantiche e contribuisce a riaccendere i timori di una recessione globale innescata da una nuova escalation tariffaria.

Il duplice avvertimento ha avuto immediate ripercussioni sui mercati finanziari: i principali indici azionari statunitensi ed europei hanno registrato cali significativi, il dollaro si è indebolito e l’oro — tradizionale bene rifugio — ha visto una crescita del suo valore, segno di un aumento dell’avversione al rischio tra gli investitori[2]. Allo stesso tempo, i rendimenti dei Treasury statunitensi sono scesi, riflettendo le preoccupazioni per un possibile rallentamento dell’economia americana.

Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, il deterioramento delle relazioni con Bruxelles sarebbe attribuibile alla lentezza dei negoziati commerciali tra Washington e l’Unione[3]. L’annuncio presidenziale sembra dunque inserirsi in una strategia negoziale a forte connotazione coercitiva, già impiegata nel corso della precedente guerra commerciale con la Repubblica Popolare Cinese. Trump ha esplicitamente dichiarato che le misure proposte mirano a riequilibrare una relazione commerciale percepita come svantaggiosa per gli Stati Uniti, ribadendo che «non sto cercando un accordo» e affermando di voler procedere unilateralmente, a meno che le controparti europee non investano in impianti produttivi su suolo americano[4].

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In modo analogo, l’attenzione rivolta ad Apple — e implicitamente anche a Samsung — si inserisce in una linea politica che mira a rilocalizzare le catene di produzione globale, in linea con i principi dell’”America First” economico. Tuttavia, gli Stati Uniti non dispongono attualmente delle infrastrutture industriali necessarie per una produzione di massa di smartphone, e una loro riconversione produttiva comporterebbe, secondo diverse analisi di settore, un aumento rilevante dei costi finali per i consumatori[5].

Nel contesto di una telefonata bilaterale avvenuta lo stesso giorno, Maroš Šefčovič, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per le relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha riaffermato l’impegno dell’Unione a proseguire i negoziati in un clima di “rispetto reciproco” e ha respinto fermamente l’uso della minaccia come strumento di politica commerciale[6].

Le minacce tariffarie di Trump sollevano una serie di questioni giuridiche di rilievo: dal rispetto delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), in particolare dell’art. I e II del GATT 1994, fino all’eventuale attivazione di contromisure europee nel quadro degli strumenti di difesa commerciale dell’UE[7]. L’esito di questa nuova fase di tensione potrebbe avere effetti di lungo periodo sulla stabilità del sistema commerciale multilaterale, già messo a dura prova dall’unilateralismo statunitense e dalle crisi geopolitiche in atto.


Note

[1] V. dichiarazioni rilasciate sul profilo ufficiale X (ex-Twitter) del Presidente Donald J. Trump, 23 maggio 2025.
[2] Si veda: Bloomberg Markets, “Global Stocks Tumble as Tariff Fears Resurface”, 24 maggio 2025.
[3] La Casa Bianca ha espresso più volte insoddisfazione per i tempi dei negoziati commerciali transatlantici. Cfr. Office of the U.S. Trade Representative, “2025 Trade Policy Agenda”.
[4] Trascrizione integrale delle dichiarazioni rilasciate alla stampa dallo Studio Ovale, in White House Press Briefing, 23 maggio 2025.
[5] Secondo una stima di JP Morgan, la produzione domestica di iPhone aumenterebbe il prezzo al dettaglio fino a 350 dollari per unità. Fonte: JP Morgan Market Watch, “Apple Supply Chain Vulnerabilities”, maggio 2025.
[6] Commissione europea, comunicato stampa “U.S.-EU Trade Talks Continue Despite Tariff Tensions”, 23 maggio 2025.
[7] Per una panoramica sugli strumenti difensivi dell’UE, cfr. European Commission, “Trade Defence Instruments: Ensuring Fair Trade”, aggiornamento 2024.


Foto copertina: Donald Trump annuncia nuovi dazi