A sorpresa Vladimir Putin ha annunciato una tregua di tutte le operazioni militari in Ucraina per la Pasqua. Il perché di questa mossa strategica. Allarme antiaereo a Kiev nonostante la tregua
Il giorno 19 aprile il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa una tregua unilaterale delle operazioni militari in Ucraina, in vigore dalle 18:00 del 19 sino al 21 aprile. Il Presidente Putin ha affermato di essere sicuro che le forze di Kiev seguiranno la decisione Russa sebbene le truppe del Cremlino rimarranno in allerta per respingere qualsiasi tentativo offensivo della controparte.
Questa dichiarazione nonché presa di posizione da parte russa si verifica in questi termini per la prima volta dall’inizio della guerra. Certo, Kiev pare aver già indicato un prosieguo negli attacchi con droni e di operazioni offensive sulla linea del fronte, il che non sembra fornire solide basi per un cessate il fuoco. In tre anni di feroci combattimenti non era mai stata organizzata qualsivoglia tregua per le festività religiose da parte di Mosca, nonostante alcune proposte durate gli anni passati fossero state avanzate sia per la Pasqua che per il Natale e mai davvero materializzatesi, quantomeno sul campo.
Un elemento importante da tenere in considerazione è anche il particolare clima internazionale di questi giorni. L’amministrazione statunitense, dopo diversi tentativi per scardinare l’impasse diplomatico in Ucraina e portare così a casa una risoluzione del conflitto è riuscita ad ottenere dei primi timidi passi in questa direzione. Questo però non si è dimostrato abbastanza e infatti le operazioni militari non accennano a fermarsi da entrambe le parti. In questo clima particolarmente teso in cui i rapporti tra Kiev e Washington non sono ottimali e Mosca continua a tenere aperta una porta di dialogo con la controparte statunitense (fittizia o reale che sia) sono giunte nuove dichiarazioni direttamente dall’amministrazione statunitense. Il Segretario di Stato Rubio ha affermato a Parigi che gli USA sono pronti a ritirarsi dai tavoli di trattativa abbandonando la via diplomatica se Mosca non dimostra un effettivo interesse nel proseguire i colloqui di pace, colloqui che lo stesso Cremlino ha definito “difficili”. Contestualmente Trump ha affermato, così facendo un ulteriore passo verso il Cremlino, di essere disposto a riconoscere ufficialmente la Crimea come parte della Federazione Russa.
Questa serie di avvenimenti culminati con questo cessato il fuoco unilaterale promulgato dallo stesso Putin può essere letto come un tentativo di Mosca di dimostrare ulteriore apertura verso il dialogo, rispondendo così alle richieste di Trump? Oppure con questa mossa il Cremlino sta tentando di guadagnare ulteriore tempo da un punto di vista diplomatico mentre cerca di assestare ancora colpi sul campo di battaglia? Situazioni di questo tipo vantano sempre diverse sfumature di analisi e di interpretazione che, come ovvio, solo lo scorrere degli eventi può definire con maggiore chiarezza. Al di là di quella che è la pura analisi dei dati, dei numeri e dei discorsi di alta politica internazionale, è innegabile che il segnale di una tregua sia importante in primis per la popolazione civile e le truppe sul campo, per le decine di migliaia di soldati che da oramai tre anni scontrano con ferocia e violenza le loro volontà, in fin dei conti, di tornare a casa.
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Rapporto di Gerasimov
Secondo quanto riportano i media russi, Gerasimov ha riferito che le forze armate russe hanno liberato la maggior parte dei distretti della regione di Kursk precedentemente invasi dalle forze ucraine. “La maggior parte del territorio della regione, che si estende per circa 1.260 chilometri quadrati (il 99,5%), è stata liberata.” “Le operazioni per mettere in sicurezza l’area di Gornal stanno per concludersi, con gruppi d’assalto dell’810a Brigata dei Marines impegnati in missioni di combattimento contro unità nemiche a Gornal e nei boschi circostanti…Al momento, non ci sono forze nemiche nella zona di Demidovka; il territorio è stato bonificato. Piccoli gruppi infiltrati – fino a 12 uomini – rimangono nella foresta a sud di Popovka. Questi gruppi sono sotto assedio, e sono in corso tentativi di annientarli e estrarli, e le aree sono state isolate”.
Nonostante la tregua, le sirene antiaeree hanno suonato nella capitale ucraina Kiev. Un messaggio di allerta aerea ha invitato i residenti di Kiev a rifugiarsi poco prima delle 22 locali (le 21 italiane), mentre l’aeronautica militare segnalava una «minaccia missilistica» nella regione omonima.
Foto copertina: il Presidente russo Putin ha annunciato la tregua di Pasqua.