Nuovi attacchi aerei delle forze armate sudanesi hanno colpito aree civili nel sud di Khartoum, la capitale del Sudan, causando almeno 23 morti e 40 feriti. Questa escalation di violenza si inserisce in un conflitto che ha provocato sino ad oggi più di 20.000 morti ma che rimane assente dal dibattito globale.
Nella giornata di domenica 13 ottobre un attacco aereo delle Forze Armate Sudanesi (SAF) ha colpito la regione del Southern Belt a Khartoum, un’area che include i quartieri di Al-Ingaz, Al-Salama e Al-Azhari e caratterizzata da una popolazione civile densamente abitata. L’attacco, che ha colpito un mercato e provocato almeno 23 morti e oltre 40 feriti,[[1] si inserisce in una più ampia offensiva lanciata dall’esercito il 26 settembre, mirata a riconquistare aree sotto il controllo dei paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Il conflitto fratricida che vede scontrarsi le Forze Armate Sudanesi (SAF), l’unico esercito riconosciuto guidato dal generale Abdel-Fattah Al-Burhan, e i paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (RSF) sotto il comando di Mohamed Hamdan Dagalo (Hemedti), ha causato sino ad oggi decine di migliaia di vittime e spinto quasi dieci milioni di civili all’esilio. Uno scontro quasi completamente assente dal dibattito globale ma che continua incessantemente a consumarsi tra inenarrabili violazioni di diritti umani: stupri di massa, violenze, e atti di pulizia etnica. Il bilancio umanitario è drammatico: secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), al 17 settembre 2024 gli sfollati interni in Sudan ammontano a 10,9 milioni, [2] con circa 8,1 milioni di persone che hanno cercato riparo[[3]] in migliaia di località sparse su tutti i diciotto Stati del paese.
Il conflitto, inizialmente circoscritto a Khartoum e alle aree limitrofe, si è rapidamente esteso sia a livello geografico, coinvolgendo anche il Sud Sudan e il Ciad, sia a livello di attori coinvolti. Infatti, ciò che era iniziato come uno scontro diretto tra le SAF e le RSF si è trasformato in una crisi su vasta scala che ha attratto diverse milizie e gruppi ribelli, rendendo il conflitto ancora più frammentato e di difficile risoluzione. Il 25 settembre, durante un incontro con il Presidente del Consiglio sovrano di transizione, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha espresso profonda preoccupazione per l’escalation di un conflitto che rappresenta uno dei più gravi disastri umanitari della storia recente.
Le origini del conflitto
L’attuale guerra civile può considerarsi solo l’ultimo capitolo di un ciclo ininterrotto di conflitti che hanno segnato la storia del Paese. Il conflitto tra le Forze Armate Sudanesi (SAF) e le Forze di Supporto Rapido (RSF) può essere infatti ricondotto alle tensioni interne e alla complessa eredità politica di Omar al-Bashir. Durante il suo governo, al-Bashir utilizzò le milizie Janjaweed, precursori delle RSF, per condurre brutali repressioni contro le minoranze etniche del Darfur, per le quali venne accusato di crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale. Nonostante ciò, nel 2013, le milizie vennero formalmente integrate nelle RSF, consolidate come un potente strumento paramilitare per il controllo del regime. Sotto la guida dei generali al-Burhan e Dagalo, le SAF e le RSF inizialmente collaborarono in diversi conflitti regionali, tra cui quelli in Yemen e Libia, un’unione di intenti che ha portato alla deposizione di al-Bashir nel 2019. Tuttavia, l’integrazione delle RSF nell’esercito regolare, richiesta dal percorso di democratizzazione promesso e accettato da Burhan al fine di ottenere supporto internazionale, avrebbe ridotto l’influenza delle RSF, portando Dagalo a rifiutare la proposta. Da quel momento le relazioni tra i due leader sono andate progressivamente deteriorandosi, culminando nel 2023 in un conflitto armato per il controllo del Sudan, il più recente episodio di una lunga storia di instabilità politica e di scontri armati nel paese. Dallo scoppio delle ostilità, le RSF di Hemedti hanno ripreso pratiche brutali: violenze diffuse, stupri, massacri e perfino il saccheggio del museo nazionale con la vendita all’estero di antichità. Anche le SAF di al-Burhan non sono da meno; sfruttano la superiorità aerea per colpire aree in mano alle RSF, spesso densamente popolate di civili, invece di garantire la protezione della popolazione.
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L’aggravarsi della situazione
Attualmente, la situazione in Sudan si sta rapidamente deteriorando, con attacchi ai civili e violenze che continuano senza sosta, in flagrante violazione del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. A partire dal 26 settembre 2024, gli scontri si sono intensificati. I bombardamenti hanno preso di mira punti strategici, come il ponte Halfaya, vitale per il transito di persone, rifornimenti e truppe tra Khartoum e Omdurman. Nel contesto di questa escalation, sono giunte notizie allarmanti riguardanti l’esecuzione sommaria di decine di giovani nel quartiere di Halfaya a Khartoum-Nord, presumibilmente da parte delle SAF e della Brigata Al-Baraa Bin Malik, alleata del SAF. [4] Le valutazioni preliminari condotte dal UN’s Independent International Fact-Finding Mission for the Sudan indicano che sono state commesse violenze in aperta violazione dallo Statuto di Roma, tra cui genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, sia da parte delle SAF che delle RSF e dei loro gruppi affiliati.[5] Le notizie, poche e frammentate, parlando inoltre di rapimenti e violenze disumane perpetrate nei confronti di donne e ragazze. Un recente rapporto di Human Rights Watch ha documentato episodi di stupro, inclusi abusi di gruppo e matrimoni forzati, in particolare a Khartoum. [6] Il documento evidenzia la diffusione della violenza sessuale nelle aree di conflitto e la mancanza di assistenza sanitaria d’emergenza per le vittime, aggravata dagli attacchi contro strutture sanitarie e operatori. Medici Senza Frontiere ha sottolineato come il sistema sanitario sia sull’orlo del collasso. Un solo ospedale risulta essere operativo a Khartoum, il Bahri Hospital. Dopo 18 mesi di conflitto brutale, una serie di indagini sulla nutrizione condotte dal Cluster Nutrizione in tutti i 18 Stati del Sudan ha rivelato un deterioramento allarmante della situazione nutrizionale. [7] Inoltre, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) ha segnalato la presenza di focolai di malattie epidemiche, tra cui colera, malaria, febbre dengue, morbillo e rosolia, con circa 3,4 milioni di bambini sotto i cinque anni ad alto rischio di infezioni. [8]
Le speranze iniziali che le due fazioni potessero giungere ad un accordo sono ormai del tutto sfumante. Il coinvolgendo di numerose milizie e gruppi ribelli, ciascuno con i propri interessi rende le speranze di un negoziato del tutto nulle.
Note
[1]Aljazeera, Sudan military’s strike on market in capital kills at least 23: Rescuers, 13 Ottobre 2024, https://www.aljazeera.com/news/2024/10/13/sudan-militarys-air-strike-on-market-in-capital-kills-at-least-23-rescuers
[2] IOM, Sudan Internal Displacement Set to Top 10 Million as Famine Looms, 06 Giugno 2024,https://www.iom.int/news/sudan-internal-displacement-set-top-10-million-famine-looms-iom#:~:text=IOM’s%20Displacement%20Tracking%20Matrix%2C%20which,war%2C%20and%207.1%20million%20since.
[3] Ivi.
[4]UN News, Sudan war: ‘Horror’ grows as reports of summary executions emerge, 03 Ottobre 2024, https://news.un.org/en/story/2024/10/1155296#:~:text=As%20fighting%20rages%2C%20the%20UN,been%20killed%20in%20recent%20days
[5]OHCHR, Sudan: UN Fact-Finding Mission outlines extensive human rights violations, international crimes, urges protection of civilians, 06 Settembre 2024, https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/09/sudan-un-fact-finding-mission-outlines-extensive-human-rights-violations
[6] Human Rights Watch, Widespread Sexual Violence in Sudan’s Capital, 02 Agosto 2024, https://www.hrw.org/the-week-in-rights/2024/08/02#:~:text=Widespread%20Sexual%20Violence%20in%20Sudan’s%20Capital&text=A%20new%20Human%20Rights%20Watch,could%20amount%20to%20sexual%20slavery
[7]Save the Children, La situazione in Sudan oggi: tra fame e crisi umanitaria, 04 Aprile 2024, https://www.savethechildren.it/blog-notizie/la-situazione-sudan-oggi-tra-fame-e-crisi-umanitaria#:~:text=Secondo%20i%20dati%20%5B5%5D%20diffusi,loro%20esigenze%20nutrizionali%20e%20sanitarie
[8] UNICEF, La crisi umanitaria del Sudan, per numeri, è la più grande al mondo per i bambini, 14 Agosto 2024, https://www.unicef.it/media/la-crisi-umanitaria-del-sudan-per-numeri-e-la-piu-grande-al-mondo-per-i-bambini/
Foto copertina: Sudan guerra dimenticata