L’Italia e il Golfo: una nuova stagione di pragmatismo geopolitico


Negli ultimi anni, l’Italia ha intensificato il suo impegno nel Golfo Persico, riconoscendo il valore strategico ed economico della regione.


Di Federica Sandy Curcio

L’Italia di Meloni e il Golfo: una nuova stagione di pragmatismo geopolitico

Sotto il governo di Giorgia Meloni, in carica dall’ottobre 2022, i paesi del Golfo sono diventati un pilastro della politica estera dell’Italia, caratterizzata da un pragmatismo che bilancia interessi economici, sicurezza energetica e ambizioni diplomatiche. Accordi miliardari, visite di Stato e un dialogo sempre più strutturato segnano un’evoluzione significativa rispetto al passato, con Roma che si posiziona come partner chiave per le monarchie del Golfo in un contesto globale in trasformazione.

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Il contesto storico e il rilancio del governo Meloni

Storicamente, i rapporti tra l’Italia e i Paesi del Golfo sono stati solidi ma incostanti, spesso influenzati da dinamiche interne alla regione o da scelte politiche italiane meno assertive e volatili. In alcuni casi, in particolare durante la II Repubblica, governi di breve durata e bruschi cambi di leadership hanno causato- probabilmente per via di una scarsa visione a lungo termine- una grave disconnessione tra l’agenda politica di Roma e le priorità strategiche dei gruppi imprenditoriali italiani che operano nella regione, deteriorando l’affidabilità dell’Italia agli occhi dei partner arabi. Durante il governo Conte, ad esempio, la sospensione delle esportazioni di armi verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti (EAU) nel 2021 aveva creato tensioni diplomatiche, raffreddando i legami con Riyadh e Abu Dhabi[1]. Il governo Meloni  (consapevole della sua prospettiva di legislatura) sta lavorando per invertire questa tendenza, adottando un approccio pragmatico che riconosce l’elevata importanza strategica della regione, sia come mercato per il Made in Italy sia come fonte di investimenti e risorse energetiche.
Il rilancio è iniziato nell’autunno 2024, con la visita a Roma dell’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, che ha aperto la strada a intese con Sace e Fincantieri, segnando un passo verso una cooperazione economica più profonda[2]. A gennaio 2025, la visita di Meloni in Arabia Saudita ha consolidato questa traiettoria: l’incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman ha portato alla firma di una dichiarazione congiunta che eleva i rapporti bilaterali a “partenariato strategico”, accompagnata da accordi industriali per 10 miliardi di dollari[3]. Pochi giorni dopo, la visita di Stato del presidente emiratino Mohammed bin Zayed Al Nahyan a Roma (24 febbraio 2025) ha prodotto accordi per un valore commercial estimato di 40 miliardi di dollari, coinvolgendo settori come l’intelligenza artificiale, l’energia rinnovabile e la difesa[4]. Questi sviluppi non sono isolati ma riflettono una strategia coerente per il posizionamento dell’Italia come interlocutore privilegiato nel Golfo e, dunque come “ponte” verso l’Europa.

Interessi economici e diversificazione: il cuore della partnership

Alla base di tale politica estera ci sono motivazioni economiche evidenti. I Paesi del Golfo, con le loro economie in crescita e i piani di diversificazione (si pensi alla Vision 2030 saudita e alla transizione verde emiratina), offrono enormi opportunità per l’Italia.
Gli Emirati Arabi Uniti, con un commercio bilaterale non petrolifero che nel 2024 ha raggiunto i 14,1 miliardi di dollari (+21,1% rispetto al 2023), considerano l’Italia il loro principale partner commerciale nell’Eurozona[5]. Le collaborazioni con aziende italiane come Fincantieri, Eni e Leonardo si estendono a settori strategici quali sicurezza sottomarina, energia sostenibile e aerospazio. Parallelamente, gli investimenti emiratini si concentrano su data center green e progetti infrastrutturali, rispondendo alla crescente domanda italiana di innovazione e sostenibilità[6].
Simili i settori su cui i rapporti con Riyadh si sono intensificati: gli accordi siglati a gennaio 2025 includono collaborazioni in energia, difesa e cultura, con Leonardo che rafforza la partnership con il Ministero degli Investimenti saudita, mentre il colosso energetico Acwa Power, in sinergia con la Cassa Depositi e Prestiti italiana, avvierà progetti comuni in Africa[7]. Ma la partnership va oltre gli aspetti puramente commerciali. L’Italia sta diventando una destinazione attrattiva per gli investimenti diretti dei fondi sovrani del Golfo, come il saudita PIF e l’emiratino Mubadala, che vedono nel Paese un hub strategico per accedere ai mercati europei.

Sicurezza ed energia: il Golfo come alleato strategico

Oltre all’economia, la sicurezza e l’energia sono pilastri fondamentali della politica di Roma verso la regione. Il Golfo Persico è un nodo critico per il commercio globale e la stabilità dell’area, e l’Italia – con la sua posizione nel Mediterraneo, ha interesse a collaborare con i players arabi per garantire la sicurezza marittima e la protezione di infrastrutture critiche, come i cavi sottomarini. L’accordo Italia-Emirati del febbraio 2025 include esercitazioni congiunte di cybersicurezza e progetti di difesa subacquea, un settore che, secondo Fincantieri, raggiungerà un valore di 400 miliardi di dollari entro il 2030[8].
Sul fronte energetico, i partner del Golfo sono cruciali per diversificare le fonti di approvvigionamento italiane, dopo gli sforzi intrapresi per ridurre la dipendenza dal gas russo. Il Qatar resta un fornitore chiave di gas naturale liquefatto, e anche il Kuwait con la sua industria petrolifera è rilevante, sebbene i rapporti con Roma siano meno intensi rispetto ad altri Paesi della regione. D’altro canto anche la cooperazione nel campo dell’energia sostenibile è al centro della strategia italiana.  Lo scorso gennaio il governo Meloni ha concluso una partnership trilaterale (estesa all’Albania) con gli EAU, incentrata sull’idrogeno verde e le rinnovabili, con l’Italia che offre know-how tecnologico. Questi progetti non solo riducono la dipendenza italiana dal gas russo, ma allineano Roma agli obiettivi di transizione energetica dell’UE.

Sfide e opportunità: un equilibrio delicato

La politica estera italiana nel Golfo del governo Meloni rappresenta un mix di pragmatismo e ambizione. Nonostante i progressi, però, è necessario considerare anche le sfide.    
La partnership con regimi autoritari solleva critiche sui diritti umani, un tema che Meloni ha scelto di affrontare con discrezione, privilegiando gli interessi nazionali. La competizione con potenze come Francia e Cina, già radicate nel Golfo, rappresenta un ulteriore ostacolo: Parigi, ad esempio, ha siglato un accordo da 50 miliardi di euro con gli Emirati sull’intelligenza artificiale, sfidando l’Italia a tenere il passo. Tuttavia, grazie a una strategia multidimensionale, l’Italia sta costruendo un “ponte” che va oltre il mero opportunismo, rafforzando la sua influenza nel Medio Oriente e il suo peso in Europa. Il successo dipenderà dalla capacità di Roma di navigare le complessità regionali e internazionali, trasformando gli accordi odierni in un ruolo duraturo e solido nell’area. Inoltre, la leadership italiana dipenderà dalla capacità di programmazione effettiva e coerente da parte del governo, nonché dall’abilità di costruire un consenso trasversale per rendere stabili e concrete le politiche verso il Golfo.


Note

[1] Lanzavecchia, O. (2021). Delving into Italy’s weapons export ban on Saudi Arabia and the UAE, Formiche. https://formiche.net/2021/01/delving-into-italys-weapons-export-ban-on-saudi-arabia-and-the-uae/#content
[2] Agenzia Nova (2024). Italy-Qatar, Emir Al Thani meets Mattarella and Meloni: agreements signed with Sace and Fincantieri, https://www.agenzianova.com/en/news/italia-qatar-lemiro-al-thani-incontra-mattarella-e-meloni-siglate-intese-con-sace-e-fincantieri/
[3] Governo Italiano. Presidenza del Consiglio dei Ministri (2025). President Meloni visits Saudi Arabia, https://www.governo.it/en/articolo/president-meloni-visits-saudi-arabia/27547  
[4] Governo Italiano. Presidenza del Consiglio dei Ministri (2025). Incontro del Presidente Meloni con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, https://www.governo.it/it/articolo/incontro-con-il-presidente-degli-emirati-arabi-uniti/27727
[5] Trading Economics. Italy Exports to United Arab Emirates,     https://tradingeconomics.com/italy/exports/united-arab-emirates#:~:text=Italy%20Exports%20to%20United%20Arab%20Emirates%20was%20US%247.22%20Billion,updated%20on%20March%20of%202025.
[6] Fonte, G. & Armellini, A., (2025). Italy’s Meloni bags UAE investment pledge worth $40 billion, Reuters. https://www.reuters.com/world/europe/uae-plan-40-billion-investments-italy-pm-meloni-says-2025-02-24/
[7] Reuters (2025). Italy, Saudi Arabia ink partnership deals worth $10 bln, Reuters. https://www.reuters.com/business/italy-saudi-arabia-ink-10-billion-cooperation-industrial-deals-2025-01-26/
[8] Fincantieri (2025). EDGE and Fincantieri Sign MoU to Pioneer Underwater Solutions through MAESTRAL Joint Venture, Press Release. https://www.fincantieri.com/en/media/press-releases/2025/edge-and-fincantieri-sign-mou-to-pioneer-underwater-solutions-through-maestral-joint-venture/


Foto copertina: Al-Ula (Arabia Saudita), 26/01/2025 – La Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, partecipa al tavolo di alto livello Italia-Arabia Saudita. Fonte: Governo