“Il nostro popolo, forte delle idee del Juché, seguendo la via che esse indicano ha la certezza che vincerà come ha già vinto nel passato”. Nonostante le sanzioni e la fama di paese ricco ma solo nella capitale, si stima che la Corea del Nord disponga di un arsenale di tipo nucleare e non solo tanto grande da innescare i timori degli Stati Uniti e dei suoi alleati nel Pacifico.
Kim-Il Sung e il sostegno dell’URSS
Dalla fine della Guerra di Corea nel 1950, conclusasi con l’armistizio di Panmunjeom, il governo nordcoreano sotto la guida del leader Kim – Il Sung[1] intraprese un percorso di studi e ricerca con lo scopo essenziale di dotarsi di energia nucleare.
A partire dalla collaborazione con l’URSS tali studi avrebbe portato poi la Corea del Nord ad essere, ancora oggi, uno dei paesi con un arsenale ed un programma nucleare fra i più temuti e nascosti al mondo, secondo le ricerche del Dipartimento di Stato americano.
L’Istituto di Ricerca sull’Energia Atomica (in coreano, Wonjalyeog-yeonguso)[2] venne fondato dal governo nel 1952 ma la ricerca effettiva sul nucleare vide dei progressi significativi quando Kim-Il Sung stipulò degli accordi di cooperazione con l’Unione Sovietica: nel febbraio del 1956 Pyongyang firmò per l’istituzione di un programma congiunto per la ricerca nucleare con l’URSS e poco dopo scienziati e tecnici nordcoreani vi si recarono fisicamente per imparare tutto ciò che potevano sulle tecniche e i reattori sovietici.
Seguì un accordo di uso pacifico dell’energia nucleare fra i due paesi a stampo comunista, che prevedeva fra le altre cose che l’Unione Sovietica collaborasse allo sviluppo di un complesso di ricerca nucleare a Yongbyon, nella provincia nord-Pyŏngan.
Qui venne installato poco più tardi, agli inizi degli anni ‘60, un reattore nucleare di tipo IRT-2000, anche detto “pool-type” perché utilizza l’acqua di una piscina, per l’appunto, come refrigerante. Dopo circa un decennio il governo ampliò il sistema di istruzione e di ricerca per supportare il programma nucleare, a scopo civile ma anche militare.
E’ bene ricordare che sin dalla sua fondazione, la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) dà una grande importanza agli affari militari e per sostenerli spende, oggi, quasi un quarto del suo PIL.[3]
Nel corso degli anni la Corea del Nord ha svolto delle ricerche ed effettuato test perlopiù indipendenti dall’Unione Sovietica, seppure non mancasse fra i due paesi una collaborazione, non soltanto di natura scientifica e di ricerca ma anche di interesse economico e commerciale, che andrà avanti fino allo scioglimento dell’URSS, quando la Corea del Nord conoscerà anni di carestia e crisi economica.
Certamente la direzione che la Corea del Nord stava prendendo, con tanto di supporto sovietico, preoccupava il resto della comunità internazionale soprattutto se consideriamo i venti politici ed ideologici in opposizione, scaturiti dalla Guerra Fredda, che continuavano a soffiare a fasi alterne, critiche e distensive, su alleanze ed accordi internazionali.
Tentativi di contenimento ad hoc
Diversi sono stati gli sforzi di alcuni stati e di alcune organizzazioni internazionali nel corso del tempo di poter osservare da vicino e di riuscire a contenere lo sviluppo del nucleare nordcoreano. In generale, le informazioni provenienti dalla parte settentrionale della penisola coreana sono da sempre molto controllate: si tratta di un paese piuttosto chiuso, la cui popolazione non ha accesso ad internet così come lo conosciamo noi e in cui musica, film, televisione e qualsivoglia mezzo di informazione e comunicazione è strettamente controllato dal governo.
E se è così complicato che i dati entrino nel paese è altrettanto (se non più) difficile che escano, nonostante le ricerche dell’intelligence americana.
Negli anni ‘70 però la Corea del Nord firmò un accordo di salvaguardia trilaterale[4] con l’Unione Sovietica e la IAEA[5] (International Atomic Energy Agency) un’organizzazione internazionale autonoma fondata nel 1957 i cui scopi sono la promozione di un uso pacifico dell’energia nucleare, l’assistenza tecnica e la verifica che materiali e tecnologie nucleari vengano utilizzati “a fin di bene”.
L’accordo di cui sopra si assicurava che per la ricerca che ruotava attorno al reattore di Yongbyon venissero applicate misure di sicurezza adeguate e che venissero rispettate le norme internazionali circa l’uso del materiale fissile.
Ancora, nel 1985, condito da ulteriori sviluppi indigeni della Corea del Nord sulla reperibilità e lavorazione dell’uranio, il governo acconsentì a firmare il Trattato di Non-Proliferazione Nucleare[6] in cambio dell’assistenza sovietica allo sviluppo di un reattore LWR (Light water reactor)[7], cioè un tipo di reattore refrigerato e moderato ad acqua leggera.
C’è però da precisare che l’amministrazione Kim Jong-Il non accettò di sottoscrivere la clausola che prevedeva delle ispezioni da parte dell’AIEA nel paese. Per questo motivo l’AIEA si rivolse al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite affinché autorizzassero delle ispezioni ad hoc e la Corea del Nord, come reazione, minacciò di ritirarsi dal Trattato di Non-Proliferazione Nucleare.
A seguito di intensi negoziati, Pyongyang accettò di sospendere il suo ritiro ma allo stesso tempo dichiarò di avere uno “status speciale” per quel che riguardava gli impegni presi in materia di “salvaguardia nucleare”[8]. Questo sarebbe stato il motivo per il quale avrebbe garantito la continuità dei controlli delle misure di sicurezza circa le attività attuali ma avrebbe rifiutato categoricamente le ispezioni riguardo gli studi e le attività nucleari passate.
Lo zig-zag diplomatico fra i due paesi ma anche fra Pyongyang e Seoul e Tokyo (alleati fondamentali per gli Stati Uniti, per posizioni strategiche e collocazione di basi militari) si è perpetuato nel tempo, passando da un dittatore nordcoreano all’altro.
Denuclearizzare vuol dire “spogliarsi” delle proprie sicurezze
E’ ormai nota la difficoltà comunicativa a cui gli USA si trovano a dover far fronte quando si tratta della congregazione nordcoreana. Molti presidenti americani hanno tentato dallo scioglimento dell’Unione Sovietica di placare le tendenze pantagrueliche dell’industria bellica del nord della penisola.
Nel 1994 con George W. Bush, gli Stati Uniti firmano con la Corea del Nord la Agreed Framework con cui Pyongyang era costretta a rendere pubblici i dettagli circa la produzione del plutonio: dopo una decina di anni l’accordo viene abbandonato perché i paesi si accusavano a vicenda di non rispettare i termini.
A questo si aggiunge il ritiro definitivo di Pyongyang dal Trattato di Non- Proliferazione Nucleare nel 2003 e il sospetto della comunità internazionale, nato a seguito delle ispezioni sopracitate e dalle informazioni in possesso dell’intelligence statunitense, che la Corea del Nord disponga di un programma di produzione di uranio altamente arricchito (HEU)[9]; ingrediente fondamentale per gran parte delle più potenti armi nucleari.
Per queste ed altre violazioni delle norme di sicurezza internazionali le Nazioni Unite hanno disposto una serie di sanzioni per la RPDC, in vigore ancora oggi.
Tanto che nel marzo 2012 il Ministro degli Esteri nordcoreano Ri Yong-ho avrebbe detto ad un gruppo di esperti ed ex ufficiali americani[10] che la Corea del Nord non avrebbe avviato il processo di denuclearizzazione finchè gli Stati Uniti non rimuoveranno “la loro minaccia”.
A quanto pare, per Pyongyang e per l’attuale leader Kim Jong-Un[11] il nucleare (soprattutto armi nucleari e missili balistici) fungono soprattutto da deterrente dal momento in cui l’alleanza Washington – Seoul è così forte e la stessa presenza delle truppe americane in Corea del Sud e in Giappone rappresentano per il regime una grave minaccia e una fonte di grande insicurezza.
Note
[1] https://www.treccani.it/enciclopedia/kim-il-sung/
[2]cfr. 원자력연구소, https://www.nti.org/learn/facilities/776/
[3]https://www.cfr.org/backgrounder/north-koreas-military-capabilities
[4] https://it.insideover.com/schede/politica/la-storia-del-programma-nucleare-portato-avanti-dalla-corea-del-nord.html
[5] https://www.iaea.org/
[6] https://www.un.org/disarmament/wmd/nuclear/npt/
[7] https://www.treccani.it/enciclopedia/lwr/
[8] https://www.nti.org/learn/countries/north-korea/nuclear/
[9]Cfr. PBS NewsHour videos – https://www.youtube.com/watch?v=qLyVtPaz71M&t=310s
[10]https://www.eastasiaforum.org/2021/03/22/north-koreas-new-nuclear-gambit-and-the-fate-of-denuclearisation/
[11]https://www.opiniojuris.it/origini-e-dinamiche-della-crisi-nordcoreana-linfluenza-dellideologia-e-della-struttura-sociale-sulla-strategia-di-kim-jong-un/
Foto copertina: I missili balistici intercontinentali (ICBM) sono guidati oltre una piattaforma dove il leader nordcoreano Kim Jong Un e altri di alto rango stanno durante una parata militare che segna il 105 ° anniversario della nascita del padre fondatore del paese Kim Il Sung, a Pyongyang, Corea del Nord, il 15 aprile 2017. (Foto Reuters)