Il 1 Marzo scorso, il Parlamento Iracheno ha approvato la Yazidi (Female) Survivors Bill, una legge a favore delle Yazide vittime di violenze ed uccisioni da parte dei jihadisti del gruppo Stato Islamico[1].
La legge in favore delle Yazide
Nonostante sia stata promossa in Parlamento a partire dal 2019 dal presidente iracheno Barham Salilh, la legge è stata ripetutamente rigettata e sottomessa a numerose revisioni a causa della presunta esclusione degli uomini di etnia Yazida, i quali hanno altresì subito le violenze dell’Isis, e delle altre etnie presenti in territorio Iracheno.
Nonostante ciò, dopo due anni in Parlamento, la legge è stata formalmente approvata all’inizio del mese di Marzo. Tuttavia, se da un lato la legge prevede supporto medico e psicologico, un’abitazione gratuita, salario mensile e infine il diritto allo studio e al lavoro, dall’altro lato le Yazide si trovano davanti ad un complesso dilemma riguardante i figli nati dalle violenze subite.
In particolare, le comunità Yazide non accettano figli nati da padri di religione diversa, che in questo caso hanno inoltre commesso notevoli violenze contro la comunità. Per tale motivo, le Yazide sono obbligate a scegliere se ritornare nelle loro comunità originarie oppure rimanere con i loro bambini.[2] Ciononostante, il premio Nobel per la pace Nadia Murad ha accolto con favore la legge, affermando come questa rappresenti un primo passo verso il riconoscimento del trauma della violenza sessuale subita dalle Yazide e, allo stesso tempo, un tentativo iniziale di rendere giustizia alle vittime delle atrocità commesse da Daesh nel 2014.[3]
Una storia di discriminazioni
Gli Yazidi sono una delle più antiche e numerose minoranze presenti nella parte nord-occidentale dell’Iraq. A causa della loro particolare fede religiosa, essi occupano una posizione peculiare all’interno della configurazione etnica del Medio Oriente,[4] in quanto il loro credo monoteista presenta elementi del Zoroastrismo, del Cristianesimo e infine dell’Islam.
Tale caratteristica infatti ha portato all’individuazione degli Yazidi come una setta, e, di conseguenza, alla loro sempre maggiore marginalizzazione e discriminazione: di fatto, a partire dal XVIII secolo, gli Yazidi sono stati vittime di circa 72 massacri sotto il solo dominio Ottomano,[5] e discriminazioni sistematiche si sono susseguite fino ai giorni nostri.
Ad esempio, dal 2003 i templi e i villaggi Yazidi sono stati ripetutamente oggetto di distruzione,[6] mentre nel 2007 circa 800 Yazidi hanno perso la vita durante l’invasione del paese a guida Americana in seguito di devastanti attacchi nei villaggi di Kataniya e Jazira.[7]
È possibile affermare che alla base delle persecuzioni vi sia la discriminazione quotidiana e sistematica di tale minoranza etnica: le scuole pubbliche irachene, infatti, non riconoscono le tradizioni culturali Yazide, e gli stereotipi negativi sulla religione Yazida contribuiscono alla loro via via maggiore discriminazione, portando così alla negazione del riconoscimento di tale comunità minoritaria.[8]
Il genocidio del 2014
La percezione degli Yazidi come una setta è stata ampiamente sfruttata da Daesh durante la campagna genocida del 2014, il cui obiettivo fu di eradicare le comunità in Iraq.[9] In particolare, i jihadisti diedero vita ad un sistema di schiavitù sessuale in cui le donne vennero commercializzate e stuprate al fine di abbattere totalmente il tasso di nascita di bambini di etnia Yazida.[10]
Tali attacchi contro le comunità Yazide sono stati riconosciuti come genocidio dal Parlamento Europeo, dalla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, dal Regno Unito e infine dall’ Independent Commission Inquiry delle Nazioni Unite;[11] inoltre, il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha riportato che i crimini commessi contro gli Yazidi sono stati commessi con l’intento di distruggere sia le loro pratiche culturali che la popolazione stessa:[12] a tal proposito, i jihadisti hanno lanciato uccisioni di massa mirate contro la comunità, il più brutale dei quali a Sinjar, in seguito a cui sono stati ritrovati più di 60 fosse comuni.
Nonostante l’ISIS sia stato sconfitto dal punto di vista territoriale, il gruppo terroristico continua a costituire una minaccia per gli Yazidi, in quanto persiste la propaganda ricca di odio e avversa alle minoranze di Daesh.
Inoltre, nonostante numerosi paesi abbiano riconosciuto che i crimini commessi costituiscano atti di genocidio, la giurisdizione universale al fine di perseguire i combattenti dell’ISIS non è stata invocata da nessuno Stato. Tuttavia, un primo tentativo in questo senso è avvenuto nel 2017 da parte delle Nazioni Unite, con l’istituzione dell’ Investigative Team to Promote Accountability for Crimes Committed by Da’esh (UNITAD).[13]
Note
[1] “Iraq Adopts New Law To Assist Survivors Of The Daesh Genocide”, Forbes, 4 March 2021. Disponibile al link https://www.forbes.com/sites/ewelinaochab/2021/03/04/iraq-adopts-new-law-to-assist-survivors-of-the-daesh-genocide/?sh=2e0df8d4156c (ultimo accesso 19.04.21).
[2] Iraq: il dilemma delle Yazide, Internazionale 1403, 2 Aprile 2021, p. 24.
[3] Supra (1).
[4] A. Caruso, Iraq’s Yazidis: Among the World’s Most Threatened Minorities. Istituto Affari Internazionali (IAI), 2021.
[5] R. Jalabi, Who are the Yazidis and why is Isis hunting them?, The Guardian, 11 Agosto 2014.
[6] Zoonan, D. and Wirya, K. 2017. “The Yazidis Perceptions of Reconciliation and Conflict,” Middle East Research Institute. Disponibile al link https://www.usip.org/sites/default/files/Yazidis-Perceptions-of-Reconciliation-and-Conflict-Report.pdf. (ultimo accesso 17.04.21).
[7] Ibid.
[8] Ivi, p. 8.
[9] Ivi, p. 9.
[10] The Associated Press. “Building a Genocide Case for IS Crimes Against Yazidis” The New York Times. Disponibile al link:https://www.nytimes.com/aponline/2020/05/21/world/middleeast/ap-ml-is-yazidi-slaves-justice- abridged.html?auth=login-email&login=email (ultimo accesso 20.04.21).
[11] UN Human Rights Council 2019, “Report on the Independent International Commission of Inquiry on the Syrian Arab Republic.” A/HRC/42/51.
[12] UN Human Rights Council 2016, “They came to destroy”: ISIS Crimes Against the Yazidis”. A/HRC/32/CRP.2.
[13] https://www.unitad.un.org/
Foto copertina:Baadre (Iraq), 02/08/2019.- Yazidi ethnic mourners cry, infront of pictures of victims, during the fifth anniversary of Yazidi genocide by (IS), in Baadre 25 km south east of Duhok Kurdistan region in Iraq, 03 August 2019, for those who were killed by Islamic state (IS) in Kocho village in Sinjar. Most of Yazidi ethnic population were prepoted to have been kidnaped or killed by Islamic state (IS) group during their control on Sinjar town in 2014. The Kurdish northern Iraq is home to the Yazidi religious minority who was attacked and expelled by the Islamic State (IS) militia group in 2014. Hundreds of people were taken hostages then, including women used as sex slaves and as gifts between the militia fighters. (Atentado) EFE/EPA/GAILAN HAJI