World News: notizie dal mondo – Americhe


World News, la rubrica che vi porta in viaggio attraverso i continenti per scoprire le notizie più rilevanti da ogni angolo del pianeta. Dall’America all’Asia, dall’Africa all’Europa, fino all’Oceania, vi aggiorniamo su politica, economia, ambiente, cultura e società, per offrirvi una panoramica globale e sempre aggiornata.  Cosa è accaduto in America? notizie dal 1° al 30 aprile 2025


Argentina: «Siamo tristi, abbiamo perso il nostro pastore», mormora un’insegnante del quartiere di San José de Flores nella capitale argentina, dove Jorge Bergoglio è nato, ha frequentato le scuole elementari, ha trovato la sua vocazione sacerdotale e dove ha celebrato la sua ultima messa prima di diventare Papa. È stato un risveglio scioccante per la gente del barrio, che nella casa al numero 268 di via Varela dove il Papa è nato, arriva in processione, lasciando fiori, immagini sacre, foto e candele. Nella sua parrocchia il Pontefice sarà ricordato nell’omelia di tutte le messe in programma, come il Papa del dialogo e degli ultimi. Bergoglio è stato ordinato sacerdote nel 1969 e ha sempre mantenuto un grande affetto per la chiesa di Flores.

Argentina: Nel giorno in cui a Roma si sono celebrati i funerali di Papa Francesco, a Buenos Aires, di fronte alla Cattedrale della Plaza de Mayo, si è tenuta una messa solenne in ricordo del pontefice argentino. Migliaia di fedeli accorsi soprattutto dalle periferie più povere della città si sono riuniti per ascoltare le parole commosse e sentite dell’arcivescovo Jorge García Cuerva, che in una toccante omelia ha ricordato le parole di Jorge Bergoglio, pochi giorni prima di essere eletto pontefice, quando «invitava la Chiesa ad aprirsi alle periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle del peccato, del dolore e dell’ingiustizia». Un appello accolto dalla moltitudine di fedeli con un forte applauso spontaneo. Dopo la messa ha preso il via, con un festoso rullo di tamburi, una processione che ha toccato luoghi emblematici come ospedali, carceri, “villas miseria” e dormitori per i senzatetto, luoghi emblematici dove Bergoglio aveva predicato nel corso della sua vita.

Bolivia Diverse migliaia di minatori hanno bloccato le principali arterie del centro di La Paz per protestare contro la carenza di carburante e la crisi economica in Bolivia. I dimostranti hanno marciato pacificamente attraverso la capitale in direzione della sede del governo e del parlamento, ma sono stati fermati dall’intervento della polizia antisommossa. I minatori chiedono maggiore attenzione da parte dell’esecutivo e sottolineano che la produzione del settore si trova ad affrontare gravi problemi, nonostante rappresenti una delle principali fonti di reddito del Paese.

Brasile: Il presidente brasiliano Lula e il suo omologo cileno Boric, ricevuto a Brasilia, hanno firmato 8 accordi bilaterali nei settori di commercio estero, pubblica sicurezza e giustizia, coproduzione audiovisiva, agricoltura familiare, intelligenza artificiale e cinque di cooperazione. «Non voglio una guerra fredda, non voglio dover scegliere tra Stati Uniti e Cina, non voglio avere preferenze su uno o sull’altro» ma «voglio negoziare con tutti. Voglio fare partnership», ha aggiunto Lula. Boric dopo avere avallato le parole di Lula difendendo una maggiore integrazione sudamericana, ha sottolineato che «il Brasile non è solo un leader importante nella regione e in tutto il mondo, ma è un paese che consideriamo davvero amico, un alleato strategico con cui il Cile condivide i valori nei momenti difficili per il mondo».

Canada: i liberali vincono per la quarta volta consecutiva con una storica rimonta di 24 punti, favorita dai dazi e dalle minacce di Trump alla sovranità del Paese. A guidare il partito a questo successo impensabile sino a qualche mese fa è stato Mark Carney. Sconfitto il partito conservatore di Pierre Poilievre, che ha perso pure il suo seggio. Carney, premier del Paese che quest’anno ha la presidenza del G7, ha “mostrato subito i muscoli”. Nel suo primo discorso dopo la vittoria ha promesso che il Canada «trionferà» sugli Usa nella guerra commerciale. Intervistato dalla Bbc, ha avvisato che il suo Paese merita «rispetto» dagli Stati Uniti e che «non sarà mai» la 51/ma stella della bandiera statunitense. Nessuna visita a Washington, ha garantito, finché non ci sarà una «seria discussione» sulla sovranità del Canada. Carney ha inoltre ventilato maggiori relazioni commerciali con l’ Ue e il Regno Unito. La sua elezione, infatti, è stata accolta con entusiasmo da Bruxelles e da diverse capitali europee. I legami tra Europa e Canada «sono forti e stanno diventando sempre più forti», ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, promettendo che diventeranno «campioni del commercio libero ed equo». A Londra il premier britannico Keir Starmer ha accolto con favore il «rafforzamento dei legami» con Ottawa, così come il presidente francese Emmanuel Macron, che si dice «impaziente» di lavorare con lui. Volodymyr Zelensky si è detto «convinto» che la partnership tra i due Paesi non potrà che «rafforzarsi nella nostra ricerca comune di pace, giustizia e sicurezza». Più cauta la Cina, che è «pronta a sviluppare relazioni» con il Canada ma che non ha espresso congratulazioni, a causa di controversie commerciali e politiche.

Canada: Nove persone sono morte dopo che una macchina ha travolto la folla durante un festival della comunità filippina a Vancouver, nell’ovest del Canada. Lo ha detto la polizia, aggiungendo che il conducente del suv, un trentenne residente in città, è stato arrestato. La polizia ha anche dichiarato di essere certa che l’attacco «non sia stato un atto di terrorismo». Il premier canadese Mark Carney si è detto «devastato» da quanto accaduto a Vancouver. Secondo quanto riferito dalla polizia il guidatore ha «investito la folla» poco dopo le 20:00 locali di venerdì. Video pubblicati sui social mostrano vittime e detriti sparsi lungo un ampio tratto di strada fiancheggiato da camion che vendevano street food, con almeno sette persone immobili a terra. In alcune foto scattate sulla scena si vede un suv nero con la parte anteriore accartocciata.

Colombia: Il governo colombiano Petro ha decretato la fine dello stato di eccezione nella regione del Catatumbo, sconvolta da mesi per gli effetti del conflitto tra i gruppi armati dell’Esercito di liberazione nazionale (Eln) e i dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc). Ad annunciarlo lo stesso presidente precisando che «le misure di emergenza verranno mantenute al livello minimo indispensabile» per preservare l’ordine pubblico dopo le 80 morti tra la popolazione civile generate dal conflitto. Petro ha giustificato la decisione di non prorogare ulteriormente lo stato di emergenza in vigore da 90 giorni affermando che «la democrazia è sempre la soluzione ai problemi sociali».

Costa Rica La Commissione nazionale per le emergenze del Costa Rica ha innalzato al rosso il livello di allerta nel Parco nazionale del vulcano Poás dopo che sono state registrate colonne eruttive alte più di 4 La decisione è stata presa alla luce dell’intensa attività registrata dall’inizio della settimana, che ha generato intense emissioni di cenere, gas e frammenti di roccia. «È stato dichiarato il massimo grado di allerta in tutte le aree del Parco nazionale Poás», ha annunciato la Cne. Secondo l’agenzia, i cantoni di Grecia e Sarchí sono stati posti in allerta arancione, mentre Poás, Alajuela, Río Cuarto, Zarcero e Naranjo rimangono in allerta gialla, dato l’impatto indiretto della caduta di cenere e della dispersione di gas.

Ecuador: Il presidente ecuadoriano Daniel Noboa è stato rieletto con il 55,62% dei voti, secondo quanto annunciato dal Consiglio elettorale del paese sudamericano. L’annuncio certifica che Noboa, di destra, ha vinto le elezioni del 13 aprile con 11,24 punti di vantaggio sulla candidata Luisa González, di sinistra, che ha ottenuto il 44,38% dei voti. «Le schede delle 24 province sono state scrutinate al 100%», ha assicurato il Cne sul suo account ufficiale di X, con una differenza di quasi 1,2 milioni di voti.

Haiti: L’Unicef stima che 2,85 milioni di bambini stiano affrontando costantemente alti livelli di insicurezza alimentare in tutto il paese. «Stiamo osservando uno scenario in cui i genitori non possono più fornire cure e nutrizione ai loro figli a causa della violenza continua, della povertà estrema e di una crisi economica persistente», ha dichiarato Geeta Narayan, rappresentante dell’Unicef. All’insicurezza alimentare in aumento, si somma la crescente emergenza sanitaria pubblica e condizioni simili alla carestia che colpiscono circa 8.400 persone.

Panama: L’Assemblea nazionale di Panama ha votato una risoluzione per sfiduciare il ministro degli Esteri Javier Martínez Acha. L’iniziativa legislativa mira a mettere in discussione le azioni del funzionario per «aver commesso atti di aggressione e gravi errori lesivi degli interessi dello Stato» in relazione alla sua gestione della crisi con gli Stati Uniti sul Canale. La risoluzione reca le firme di 39 deputati di diverse fazioni politiche. Il punto più critico evidenziato nel testo è la firma, lo scorso 9 aprile, di un memorandum d’intesa tra il governo di Panama e il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che violerebbe la sovranità nazionale, la difesa del Canale e il Trattato di neutralità permanente.

Paraguay: Il Paraguay ha aggiunto il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica dell’Iran, detti pasdaran o Guardiani della rivoluzione, alla lista delle organizzazioni che considera terroristiche. «Abbiamo designato come organizzazione terroristica il Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica per le loro sistematiche violazioni della pace, dei diritti umani e della sicurezza della comunità internazionale», ha reso noto il presidente Peña . In un comunicato del governo, che aveva già designato recentemente Hamas ed Hezbollah come gruppi terroristici, si precisa che «con questa azione, il Paraguay rafforza le sue alleanze strategiche con paesi amici in questa lotta, come gli Stati Uniti d’America e Israele, e con decisione si pone inflessibile nella lotta per sradicare questo flagello che non riconosce confini né bandiere e la cui scomparsa sarà possibile solo mediante la cooperazione efficace tra tutte le nazioni».

Stati Uniti: L’amministrazione Trump ha minacciato di vietare all’Università di Harvard di ammettere studenti stranieri se non accetterà di sottoporsi a controlli sulle ammissioni, sulle assunzioni e sull’orientamento politico. «Se Harvard non riuscirà a dimostrare il pieno rispetto dei suoi obblighi di segnalazione, l’università perderà il privilegio di iscrivere studenti internazionali», ha scritto in un comunicato stampa il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti.

Stati Uniti: Gran giurì federale ha emesso quattro capi d’imputazione contro Luigi Mangione, il giovane di Baltimora accusato dell’omicidio dell’amministratore delegato di United HealthCare, Brian Thompson. L’ufficio del District Attorney di Manhattan gli ha contestato un omicidio di primo grado con scopi terroristici – reato che comporta l’ergastolo senza sconti di pena – condannando Mangione per aver utilizzato un’arma da fuoco per commettere un omicidio, delitto che ha il potenziale di portare all’iniezione letale.

Stati Uniti: Secondo il New York Times, il segretario Usa alla Difesa Pete Hegseth ha condiviso i dettagli di un attacco militare contro il gruppo Houthi in Yemen anche in una seconda chat di Signal e cui partecipavano sua moglie e suo fratello, oltre a quella al centro del cosiddetto “Chat-gate” emerso nelle scorse settimane che includeva un giornalista di The Atlantic.

Stati Uniti: Elon Musk ha affermato che da maggio ridurrà il lavoro per l’amministrazione Trump per concentrarsi su Tesla.

Stati Uniti: «Oggi ci sono stati grandi cambiamenti nella leadership globale. Il male viene sconfitto per mano di Dio»: lo ha scritto su X la deputata repubblicana cospirazionista Taylor Greene, riferendosi alla morte di papa Francesco e dando voce così a quel mondo Maga di estrema destra in disaccordo con Francesco su temi come l’immigrazione. Centinaia le proteste da parte dei follower della deputata.

Stati Uniti: Donald Trump attacca duramente su Truth Volodymyr Zelensky per il suo rifiuto di riconoscere la Crimea come russa, definendolo un uomo «senza carte da giocare». «Sono dichiarazioni incendiarie queste di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra. Non ha nulla di cui vantarsi! La situazione per l’Ucraina è disastrosa: può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l’intero Paese», ha scritto sostenendo che «la dichiarazione rilasciata oggi da Zelensky non farà altro che prolungare il “campo di sterminio”».

Stati Uniti: I primi spiragli per la pace in Ucraina, tanto invocati da papa Francesco, potrebbero essersi aperti proprio nel giorno dell’ultimo saluto al pontefice, a San Pietro. Donald Trump e Volodymyr Zelensky, due mesi dopo il burrascoso incontro allo studio ovale, si sono ritrovati faccia a faccia tra le navate della basilica, poco prima dell’inizio dei funerali di Bergoglio: un colloquio di 15 minuti, definito costruttivo da entrambe le parti, immortalato da una foto che ha fatto il giro del mondo. In Vaticano il leader ucraino è stato protagonista di un altro scatto simbolico, insieme a Trump, Emmanuel Macron e Keir Starmer, poi ha incontrato anche Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, per provare a ricompattare l’alleanza transatlantica al fianco di Kiev. E qualcosa sembra effettivamente muoversi. Gli ucraini sul piatto hanno messo una controproposta al piano della Casa Bianca, per ottenere garanzie di sicurezza a guerra finita, ricevendo delle aperture da Washington.