Per quasi sei decenni, la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC o Corea del Nord) ha perseguito un programma nucleare che si è gradualmente sviluppato in dimensioni, complessità e capacità. Ma la Corea del Nord come finanzia il suo programma nucleare?
Al di là della sicurezza nazionale, il programma nucleare ha valore per il regime di Kim nel consolidamento del sistema politico interno.
Nel 1998, Kim Jong Il ha consolidato la sua presa sul potere attraverso l’introduzione della politica Songun, che si basa sull’idea di rendere la Corea del Nord un paese forte e potente. Il programma nucleare ha valore in questo senso su due livelli: in primo luogo, fornisce il pretesto ideologico per dirottare le risorse della nazione verso l’esercito. In questo modo, contribuisce a legittimare le privazioni che i comuni cittadini sopportano affinché i militari siano i destinatari privilegiati delle risorse statali. In secondo luogo, il programma nucleare è il simbolo distintivo del nazionalismo antiamericano unico della Corea del Nord[1].
L’ideologia Songun si manifesta in modo evidente nella propaganda.
In televisione, negli articoli di giornali e riviste, così come sui segnali stradali, l’esercito è posto su un piedistallo, il suo spirito rivoluzionario è idealizzato, le virtù dei soldati sono lodate e presentate come modelli per i civili[2].
Lo spirito del soldato, vale a dire il suo coraggio, la sua devozione e il suo estremismo, deve essere quello dell’intera popolazione. I nordcoreani, infatti, sono incoraggiati a prepararsi per pagare l’estremo sacrificio per il loro leader e per la nazione.
La retorica associata alla politica del Songun in articoli, editoriali, dispacci e dichiarazioni rilasciati dalla Central News Agency fornisce una finestra su come il regime stesso percepisce e sfrutta questa ideologia. Sia in inglese che in coreano, una delle parole più spesso associate a Songun è revolution, prima ancora di politics.
Songun è infatti visto come un’idea innovativa del leader, distinguendosi non solo dagli altri Paesi ma anche dal passato nordcoreano, e che permetterà alla nazione di compiere il proprio destino. Nel gennaio 2003, all’indomani dell’annuncio del ritiro della Corea del Nord dal Trattato di non proliferazione nucleare, il quotidiano Minju Joson titolava “La politica del Songun è una spada che difende tutta l’umanità”.
Sei mesi dopo, lo stesso quotidiano titolava “La politica del Songun garantisce la vittoria del socialismo[3]”.
Anche l’espressione Korea Songun è molto presente nella letteratura, a testimonianza del desiderio di rendere inscindibili la nazione e l’ideologia, affinché venga dimostrato che Songun non è solo una semplice politica ma anche un sistema globale di governo. Songun è uno stile di vita politico, un insieme di principi, una struttura che ha definito l’era di Kim Jong-Il e continua a definire i presupposti principali del governo di suo figlio Kim Jong-Un. Questo è il motivo per cui la propaganda parla regolarmente di rivoluzione.
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L’Officina 39
Il Tesoro degli Stati Uniti ha descritto l’Ufficio 39 come un ramo segreto del governo a sostegno della leadership nordcoreana, attraverso l’impegno in attività economiche illecite. È considerato come il fondo nero del regime.
Il Bureau 39 è uno dei numerosi uffici del Comitato Centrale che procurano articoli di lusso per le élite militari e per il partito stesso, riesce ad ottenere strumentazioni tecnologiche all’avanguardia, attraverso il perseguimento di attività illecite. Ancora più sinistro, è il coinvolgimento, all’interno del Segretariato del Partito dei Lavoratori Coreani, del Bureau 38.
Il Bureau 38, noto anche come Department 38 o Office 38, è riconosciuto come un’entità istituita per raccogliere fondi direttamente per la famiglia Kim e per l’élite dirigente del paese.
Nel 2009, il Bureau 38 e 39 si sono fusi ma, secondo un rapporto non confermato del 2011 dell’agenzia di stampa Yonhap della Corea del Sud, il Bureau 38, è stato successivamente rianimato. Il rapporto citava le dichiarazioni di un funzionario del Ministero dell’unificazione sudcoreano, affermando che l’Ufficio 38 sovrintende principalmente le transazioni che coinvolgono valuta estera, mentre il 39 aumenta le entrate trattando stupefacenti, armi e risorse naturali[4].
Un’indagine avviata dalla polizia giapponese ha rivelato che l’Ufficio 39, un dipartimento speciale incaricato di raccogliere fondi per Kim Jong Un, è stato coinvolto in un’operazione illegale di esportazione di funghi di pino in Giappone nel 2010. Durante un raid della polizia nella casa di Huh Jong Do, figlio del capo dell’Associazione Generale dei Residenti Coreani in Giappone pro-Nord (Chongryon), le autorità hanno scoperto documenti che rivelano la corrispondenza tra il gruppo e l’Ufficio 39, sottolineando che la Corea del Nord ha esportato funghi di pino dal Giappone in collaborazione con Chosun Specialty Sales, un’affiliata di Chongryon.
Un funzionario dell’indagine ha affermato che è la prima volta che vengono alla luce documenti che manifestano esplicitamente la presenza dell’Office 39. Sia Huh che Kim Yong Jak, capo delle vendite speciali di Chosun, sono stati arrestati il 12 maggio per aver violato le leggi sull’amministrazione della valuta estera. Le indagini della polizia hanno rivelato che questi due uomini avevano importato circa 1.800 kg di funghi di pino nel settembre del 2010, una chiara violazione del divieto del Giappone di commerciare con la Corea del Nord, attuato dopo il secondo test nucleare nel 2009[5].
Nonostante la dichiarata ideologia di autosufficienza “Juche[6]”, il paese è diventato sempre più dipendente da aspetti del sistema internazionale per funzionare.
Essendo stato costretto ad adattare le sue operazioni a causa di molteplici cicli di sanzioni internazionali, il regime ha barattato un grado significativo di controllo sulla sua economia per mantenere lo sviluppo dei suoi programmi nucleari e missilistici.
Questa dipendenza dalla valuta estera in un contesto di crescenti sanzioni e restrizioni internazionali ha costretto la Corea del Nord ad adattare il modo in cui raccoglie e negozia valuta estera, pur mantenendo la supervisione operativa e la sicurezza. Anche prima delle sanzioni internazionali, i regolamenti bancari nordcoreani limitavano il modo in cui le sue istituzioni finanziarie potevano raggiungere i mercati internazionali.
Utilizzando un piccolo numero di banche di cambio, il regime ha creato un sistema di compensazione interbancario, limitando di fatto l’accesso alle riserve di valuta estera e alle transazioni internazionali.
L’uso di valuta estera all’interno dell’economia nordcoreana è diventato un dato di fatto per i nordcoreani medi. Mentre i giornalisti in Corea del Nord riferiscono regolarmente di pagare le loro spese con dollari ed euro, sono emerse più notizie che descrivono non solo l’uso di valuta estera da parte della gente comune, ma anche i metodi adottati dal regime per riscuotere valuta estera da loro.
Dal crollo dell’Unione Sovietica, l’economia nordcoreana si è trovata in uno stato di instabilità quasi costante e le recenti misure adottate dal regime per mantenere la stabilità economica, soprattutto nell’ultimo decennio, hanno inconsapevolmente legato l’economia ad una forte dipendenza dalla valuta estera.
Le attività illecite come strumenti di finanziamento del governo nordcoreano
Secondo la stampa sudcoreana, l’attuale leader nordcoreano Kim Jong-un detiene fondi neri da quattro a cinque miliardi di dollari nascosti in conti bancari (non a suo nome) in paesi diversi come Austria, Cina, Lichtenstein, Lussemburgo, Russia, Singapore e la Svizzera. I nordcoreani in genere utilizzano banche più piccole che sono meno soggette a controlli e spesso non sono così severe nell’applicare le normative. I nordcoreani hanno persino accordi con la mafia russa per aiutarli a riciclare i loro fondi, essendo gestiti da funzionari dell’ambasciata russa.
Parlando della mafia russa, non è un’esagerazione affermare che questa ragnatela di individui, società di copertura, e le banche, che lavorano tutte sotto l’ufficio numero 39, sono molto simili a un’organizzazione mafiosa. La differenza tra questa rete e la mafia è che i membri dell’infrastruttura governativa della Corea del Nord, inclusi membri militari, rappresentanti commerciali e diplomatici, hanno pianificato, fondato e ora gestiscono questa organizzazione. Questa vasta rete di losche entità, è così complessa che spesso è piuttosto difficile risalire alla vera proprietà delle società di copertura o al modo in cui il denaro viene spostato[7].
Sebbene studiosi e analisti politici abbiano notato il coinvolgimento della Corea del Nord in attività criminali, né la piena portata dell’attività, né le sue implicazioni per il rischio di esportazione nucleare sono state sistematicamente considerate.
La Corea del Nord ha sviluppato ampie capacità di contrabbando segreto, coinvolgendo anche gruppi terroristici come l’Armata Rossa giapponese e l’Esercito repubblicano irlandese ufficiale (OIRA). Il regime di Kim giustifica l’attività illecita in termini ideologici, ma è motivato principalmente da un’estrema necessità finanziaria. Tuttavia, sebbene il contrabbando criminale nordcoreano sia stato ispirato e sanzionato a livello centrale, non è sempre controllato da quest’ultimo.
Lo Stato è passato nel tempo dall’utilizzo esclusivo di agenti e beni statali all’appalto del trasporto e della distribuzione di merci di contrabbando, a partner criminali sui quali ha meno controllo[8].
Dalla metà degli anni 90, le organizzazioni criminali transnazionali sono state i principali distributori di prodotti illegali fabbricati dalla Corea del Nord. L’esercito repubblicano irlandese di orientamento marxista ha costituito uno dei canali principali per la distribuzione di prodotti contraffatti in Europa. Sean Garland, ex capo dell’OIRA ed ex leader dell’Irish Workers’ Party, ha gestito un anello di distribuzione che ha fatto circolare Supernotes[9] per più di un decennio in Bielorussia, Repubblica Ceca, Danimarca, Gran Bretagna, Irlanda, Polonia e Russia, per un valore totale di 28 milioni di dollari.
Per quanto riguarda il traffico di droga, che si concentra principalmente in Asia, la droga è stata consegnata ai trafficanti attraverso il poroso confine cinese o è stata raccolta nelle acque nordcoreane da organizzazioni criminali come le Triadi cinesi.
La Corea del Nord ha un sistema finanziario illecito, efficiente e, allo stesso tempo, corrotto. Affinché il sistema funzioni, deve essere in grado di aggirare le sanzioni e i regimi di contro proliferazione che la comunità internazionale ha imposto alla Corea del Nord. Non è una cosa facile, ma da molti anni la Corea del Nord riesce ad aggirare le normative bancarie, le sanzioni unilaterali di più stati, le iniziative contro la proliferazione imposte dalla comunità internazionale e le sanzioni dell’Onu che nel tempo sono diventate sempre più dure e ampie. La risposta a come ha raggiunto questo successo è complessa e spesso confusa. Tuttavia, è un’impresa necessaria per comprendere veramente le attività illecite della Corea del Nord, la loro proliferazione e il vasto insieme di tattiche, tecniche e procedure che Pyongyang utilizza per proteggere i suoi beni commerciali all’estero.
La Corea del Nord possiede sofisticate capacità di contrabbando sviluppate da anni di attività criminale transnazionale, guidate da necessità economiche e giustificate con una patina ideologica. Queste attività forniscono al regime una fonte significativa di valuta forte, ma il controllo statale sull’attività è diminuito nel tempo. I timori che la Corea del Nord possa decidere di esportare materiale o componenti nucleari, quindi, sono fondati.
Note
[1] Jonathan Pollack, No Exit: North Korea, Nuclear Weapons, and International Security (Routledge, 2011); Balazs Szalontai and Sergey Radchenko, North Korea’s Efforts to Acquire Nuclear Technology and Nuclear Weapons: Evidence from Russian and Hungarian Archives, Woodrow Wilson International Center for Scholars, Cold War International History Project Working Paper #53 (August 2006).
[2] Law on Consolidating Position of Nuclear Weapons State Adopted, KCNA, April 1, 2013. https://kcnawatch.co/newstream/1451896124-739013370/law-on-consolidating…
[3] http://www.minzu.rep.kp/home/index/first/0/en
[4] (2009, August 11) Treasury Designates Financial Institution Tied to North Korea’s WMD Proliferation. United States Department of Treasury. Disponibile https://www.treasury.gov/press-center/press-releases/Pages/tg260.aspx.
[5] Police search home of Chongryon leader over suspected North Korea mushroom shipment, https://www.japantimes.co.jp/news/2015/03/26/national/crime-legal/police-search-home-chongryon-leader-suspected-north-korea-mushroom-shipment/#.VTlXGCFVikp
[6] La Corea del Nord è uno degli ultimi bastioni del comunismo, dove l’ideologia di stato è il Juche, che è un’invenzione personale di Kim Il-sung e la sua essenza è l’assoluta sovranità politica, economica e militare del paese. Forse in modo più saliente, il juche come principio guida della politica estera è stato utilizzato come mezzo per bilanciare il potere tra l’Unione Sovietica e la Cina e come mezzo per frenare l’influenza sovietica e cinese nel paese. La diffidenza di Kim Il Sung nei confronti del coinvolgimento sino-sovietico negli affari interni nordcoreani è stata esacerbata dalla sua personale antipatia per i sovietici e dal complesso di inferiorità nazionale del paese nei confronti delle maggiori potenze. Kim si sentì a disagio per il graduale movimento dell’Unione Sovietica verso una coesistenza pacifica con gli Stati Uniti negli anni 60. Tuttavia, a causa dell’aiuto economico e militare che Pyongyang stava ricevendo da Mosca, così come del valore dichiarato di Kim per l’unità nella lotta del marxismo-leninismo contro l’imperialismo, la Corea del Nord ha continuato a sostenere le posizioni sovietiche sulla maggior parte delle questioni. A poco a poco, la Corea del Nord ha iniziato a utilizzare il principio juche del non intervento straniero e dell’autodeterminazione nazionale come scusa ideologica per isolare il suo governo da Mosca e Pechino.
[7] Stanford DSTO; Friedrich Steinhausler and Lyudmila Zaitseva, Division of Physics and Biophysics, Salzburg University, 2004; and Prosser, Nuclear Trafªcking Routes, pp. 8–9.
[8] Bradley O. Babsen, The Demise of Jang Song Thaek and the Future of North Korea’s Financial System, 38 NORTH (Feb. 24, 2014), http://38north.org/2014/02/bbabson02 2414/ [https://perma.cc/ZU4A-AC6G]
[9] La produzione e il traffico della Corea del Nord di Supernotes sono stati affrontati nel 2006 dal direttore dell’intelligence nazionale John Negroponte in una testimonianza davanti al Congresso. Ha affermato che la Corea del Nord produce e contrabbanda all’estero valuta statunitense contraffatta, nonché narcotici e altro contrabbando.
Foto copertina: La Corea del Nord finanzia il programma nucleare