Il ritorno alle vecchie alleanze
Di Lorenzo Colelli Riano
Il 19 giugno dell’anno scorso il presidente della Federazione russa Vladimir Putin si era recato in Corea del Nord per incontrare il leader Kim Jong-un: è stata la prima visita di Stato di un leader russo da quasi ventiquattro anni. Putin, come ogni leader mondiale che ha l’ardire di visitare la Corea del Nord venne accolto tra parate, cortei di benvenuto e festeggiamenti di piazza. Accogliendolo all’aeroporto, Kim Jong-un e Putin si sono recati subito nella residenza del primo dove hanno discusso su un accordo bilaterale che includeva un impegno di difesa militare reciproca in caso di attacco da un altro paese. Quest’accordo di mutua assistenza bellica reciproco ha rappresentato per la maggioranza degli analisti internazionali la prova da parte di Putin di rimarcare l’alleanza tra la Russia e i suoi storici alleati.
Rapporti altalenanti e i benefici della nuova intesa
I rapporti tra la Russia e la Corea del Nord sono stati molto altalenanti negli ultimi anni: i primi contatti tra i due Stati risalgono agli anni Cinquanta del secolo scorso dove il leader del Unione sovietica Iosif Stalin e Kim Il-Sung, nonno dell’odierno Kim, strinsero un accordo bilaterale, anche in quel caso di reciproco sostegno militare in chiave antistatunitense. L’accordo permise di legittimare l’intervento sovietico a fianco dei nordcoreani nella guerra del 1950 contro la Repubblica di Corea, comunemente conosciuta come Corea del Sud . Tuttavia, quelli erano altri tempi, altre dinamiche, ma gli interessi in gioco sono sempre gli stessi: la sopravvivenza del regime dei “Kim” e contenere l’egemonia statunitense in Asia. Tra la fine della Guerra Fredda e gli inizi degli anni Duemila, il rapporto tra le due potenze si era fermato anche a causa della dissoluzione dell’URSS, ma dopo qualche «periodo di pausa» tra i due paesi, tutto sembra essere tornato come prima.
Negli ultimi anni, la Russia putiniana ha preferito non intromettersi nelle questioni che riguardassero la penisola coreana, considerando anche l’instaurazione di legami di natura commerciale e industriale che la Russia ha iniziato a stringere con ala Corea del Sud.
Con lo scoppio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, gli equilibri internazionali sono stati modificati, portando anche la Russia a dover rafforzare le sue alleanze e cercarne di nuove per far fronte ad un regime sanzionatorio sempre più rigido[1], trovandosi più isolata sul piano internazionale. Riallacciare i legami con la Corea del Nord è stata una scelta quasi obbligata. C’è da dire che non è stato difficile tra Mosca e Pyongyang riprendere il dialogo, che non si era mai interrotto ma solo freddato. Ricordiamo che la Corea del Nord è stata una di quei pochi paesi che riconobbe legittimo il referendum che resero russe ben quattro regioni dell’Ucraina nel 2014.
Il nuovo trattato d’aiuto strategico globale, che vincola i due Paesi a usare ogni mezzo possibile per dare supporto militare in caso di guerra è stato definito come qualcosa di «davvero rivoluzionario». Il Cremlino potrebbe attraverso esso aumentare il proprio spazio di manovra in Oriente[2], avendo accesso a nuovi mercati e garantendosi un maggior margine di manovra in quelle in cui sono le aree in cui intende estendere la propria area d’influenza. Tra i primi elementi su cui la Russia può dimostrare interesse è il porto nordcoreano di Rason, che durante la Guerra Fredda rappresentava per l’URSS l’accesso al Pacifico, che ora potrebbe offrire nuovamente opportunità di crescita alla Russia.
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Cosa ne pensano gli Usa?
L’accordo siglato alimenta ulteriormente le preoccupazioni degli Stati Uniti d’America in merito alla fornitura di munizioni e missili da parte della Corea del Nord verso la Russia. Secondo alcuni esperti di relazioni internazionali, l’accordo avrebbe potuto aprire ad una possibile assistenza dei soldati nordcoreani a fianco della Russia nella guerra in Ucraina. Ciò è successo e come primo effetto ha provocato l’inizio di lungo dibattito tra i giuristi di diritto internazionale sullo status della Corea del Nord nel conflitto in atto in Ucraina dal febbraio del 2022.
Alla notizia dell’accordo, l’Amministrazione guidata da Joe Biden aveva avvertito che scambi di natura militare tra Russia e Core del Nord avrebbero avuto delle conseguenze, affermando che tale «cooperazione tra la Corea del Nord e la Russia è pericolosa»[3].
Dopo un paio di settimane i soldati nordcoreani sono stati ritirati dal territorio ucraino dopo numerose perdite e difficoltà nell’avanzata militare. Sarebbero stati circa undici mila i soldati inviati dalla Corea del Nord a supporto russo, mentre secondo stime dell’intelligence sudcoreana, sarebbero almeno mille i morti al fronte, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj ha alzato questa stima fino a 3.000 fra morti e feriti[4].
Questa notizia non ha tuttavia rasserenato l’intelligence statunitense notevolmente preoccupata dalle implicazioni future che l’intesa tra Mosca e Pyongyang possa portare. Il blocco occidentale teme la presenza russa in Asia orientale possa diventare un pericolo sempre più vivo, traducendosi come il principale elemento di destabilizzazione in quei territori.
Le crisi politiche e i numerosi problemi economici che interessano gli Stati in quell’area del mondo rappresentano un problema non di poco conto per l’odierna Amministrazione Trump. La crisi politica che sta ancora caratterizzando la Corea del Sud, i problemi demografici e di stagnazione economici del Giappone sono solo due degli esempi più autorevoli che si possono riportare. Un possibile aggiornamento dell’alleanze nell’area non è da escludere, sia in chiave militare che in chiave economica, senza contare l’osservatore silenzioso: la Cina.
Pechino: l’osservatore silenzioso
Alle porte della Guerra Fredda Iosif Stalin parlava dell’inevitabilità del conflitto riferendosi a quelle che erano le condizioni che in un modo o in un altro avrebbero portato gli Stati Uniti d’America e l’Unione sovietica a scontrarsi. Come si sarebbe evoluto tale scontro non era dato saperlo. Lo stesso vale oggi tra la Cina e il leader mondo libero. È ormai da tempo, infatti, che il confronto tra le due potenze potrebbe sfociare in uno scontro. Cosa che è già successo sul piano economico e politico, ma non ancora su quello militare.
È certo che la Repubblica Popolare cinese si sta muovendo in ogni modo possibile per ridurre l’influenza statunitense in Asia, ma invece di stringere accordi bilaterali con russi o Corea del Nord preferisce attendere come si evolveranno le cose. Non è dato ancora sapere se Pechino si aggiungere all’asse Mosca-Pyongyang.
Note
[1] ISPI, Kim Jong Un va in Russia per costruire un nuovo asse antioccidentale: https://www.ispionline.it/it
[2] Il caffè geopolitico, L’alleanza tra Russia e Corea del Nord: opportunità, vantaggi e implicazioni: L’alleanza tra Russia e Corea del Nord: opportunità, vantaggi e implicazioni | Il Caffè Geopolitico
[3] Rainews.it, Biden: Russia-Nord Corea destabilizzano: Biden: Russia-Nord Corea destabilizzano
[4] IlPost, Cosa si sa dei soldati nordcoreani in Russia che combattono contro l’Ucraina: Cosa si sa dei soldati nordcoreani in Russia che combattono contro l’Ucraina – Il Post
Foto copertina: Il leader nordcoreano Kim Jong-un (in giacca di pelle) saluta i soldati durante una visita alla base di addestramento di un’unità per le operazioni speciali nella parte occidentale di Pyongyang il 2 ottobre 2024, un giorno dopo la Giornata delle Forze armate della Corea del Sud, in questa foto d’archivio fornita dall’agenzia di stampa ufficiale del Nord Korean Central News Agency. (Yonhap)