Primo storico viaggio del presidente russo Putin a P’yongyang in Corea del Nord. La visita a Kim Jong Un per suggellare le “buone relazioni e partenariati degli ultimi 70 anni basati sull’uguaglianza, il rispetto reciproco e la fiducia”.
Putin ricambia la visita di Stato di Kim Jong Un (a Vladivostok lo scorso settembre) e vola in Corea del Nord ad incontrare il “leader supremo”. E’ la seconda volta che Putin visita il paese nordcoreano, l’ultima volta nel luglio 2000, quattro mesi dopo essere stato eletto presidente per incontrare l’allora leader del paese Kim Jong Il, il padre di Kim.
In una lettera pubblicata sul Rodong Sinmun, il quotidiano del Partito dei Lavoratori al potere in Corea del Nord (leggi qui), Putin ha affermato che Russia e Corea del Nord hanno sviluppato buone relazioni e partenariati negli ultimi 70 anni basati sull’uguaglianza, il rispetto reciproco e la fiducia.
La scelta di ritornare in Corea del Nord oggi a 24 anni di distanza dalla prima volta, può indicare che nella partita a scacchi tra Occidente allargato e forza antagoniste, Mosca ha bisogno anche del supporto nordcoreano. Putin ha inoltre ringraziato la Corea del Nord per aver sostenuto la guerra della Russia in Ucraina e ha promesso di sostenere Pyongyang nella difesa dei suoi interessi contro quelle che ha definito “pressioni, ricatti e minacce militari degli Stati Uniti”. E’ importante anche sottolineare il continui riferimenti agli storici rapporti tra Corea del Nord ed Unione Sovietica, legittimando la figura di Kim Jong Un “che aderisce alla linea tracciata da Kim Il-Sung (nonno) e Kim Jong-Il (padre)”. Una legittimazione importante per il ruolo di antagonista che Kim Jong Un si è ritagliato nel contesto internazionale.
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Putin punta da un lato una maggiore integrazione dei nordcoreani nei sistemi economici come affermato nella missiva: “Svilupperemo meccanismi alternativi di commercio e accordi reciproci che non siano controllati dall’Occidente, e resisteremo congiuntamente alle restrizioni unilaterali illegittime”, ma soprattutto militari, e dall’altro mantenere attiva la relazione con la Corea del Nord, scheggia semi-impazzita nel quadrante Pacifico, capace di tenere sotto costante pressione i “cugini” del Sud. Forse è solo una coincidenza ma la visita di Putin è stata preceduta dalla notizia che tra i 20 ei 30 soldati nordcoreani hanno attraversato il confine con la Corea del Sud, ma sono tornati dopo che le forze sudcoreane hanno sparato colpi di avvertimento. L’incidente, secondo quanto riferito dall’agenzia Yonhap citando i capi congiunti del personale (JCS), è avvenuto intorno alle 8:30 (23:30 GMT di lunedì) quando un gruppo di soldati nordcoreani nella parte centrale della Zona Demilitarizzata (DMZ) ha attraversato la linea di demarcazione militare.
Foto copertina: Kim Jong Un e Putin