L’India ha annunciato misure importanti contro il Pakistan, dopo che 26 persone sono state uccise in un attentato a Pahalgam nello Stato di Jammu e Kashmir.
Alta tensione tra Nuova Delhi e Islamabad dopo che le autorità indiane hanno decretato la chiusura del principale valico di frontiera con il Pakistan. Le autorità indiane hanno anche sancito l’espulsione di diplomatici e l’ordine ad alcuni titolari di visto pakistani di andarsene entro 48 ore. I funzionari pakistani, che hanno negato il ruolo del loro Paese nell’attacco, stanno valutando contromisure.
La misura adottata dall’India dopo che lo scorso 22 aprile nella regione del Kashmir, un attentato ha portato alla morte di numerose persone, principalmente turisti (Pahalgam oltre ad essere un importante meta turistica si trova sul percorso della Amarnath Yatra, il pellegrinaggio verso il tempio di Amarnath). A sparare sulla folla sarebbe stato il Fronte di Resistenza (TRF), affiliata al gruppo pakistano Lashkar-e-Taiba (LeT), che ha rivendicato l’attacco. Il governo del Pakistan nega qualunque tipo di coinvolgimento. Alcuni analisti in India, tuttavia, affermano che le modalità di esecuzione dell’attacco fanno pensare a un collegamento con l’esercito.
Leggi anche:
- Il terrorismo nel triangolo India, Pakistan e Kashmir
- Il desiderio dei Amritpal Singh: il Khalistan indipendente
L’attacco di Pahalgam è stato uno dei più mortali nella storia recente della regione in subbuglio e minaccia di aggravare i già gelidi rapporti bilaterali.
India e Pakistan rivendicano entrambi il Kashmir per intero, ma ne controllano solo alcune parti. Dalla divisione dell’India e dalla creazione del Pakistan nel 1947, i due vicini dotati di armi nucleari hanno combattuto guerre per il controllo del territorio.
Il governo indiano ha reagito con furia all’attacco e ha segnalato di ritenere il Pakistan direttamente responsabile. L’India accusa da tempo i governi successivi di Islamabad di sostenere gruppi armati nella regione, accusa che il Pakistan nega fermamente.
“I responsabili di questo atto atroce saranno assicurati alla giustizia”, ha dichiarato il Primo Ministro indiano Narendra Modi in un post su X. “La nostra determinazione a combattere il terrorismo è incrollabile e diventerà ancora più forte”.
L’India ha anche affermato che avrebbe sospeso il Trattato sulle acque dell’Indo, in vigore dal 1960 e sopravvissuto a decenni di diplomazia ostile. Il trattato conferisce all’India il controllo sui fiumi orientali, e al Pakistan su quelli occidentali, del fiume Indo e dei suoi affluenti. L’accordo stabilisce che l’India, salvo rare eccezioni, deve consentire all’acqua dei fiumi occidentali di scorrere a valle verso il Pakistan.
India will identify, track and punish every terrorist, their handlers and their backers.
We will pursue them to the ends of the earth.
India’s spirit will never be broken by terrorism. pic.twitter.com/sV3zk8gM94
— Narendra Modi (@narendramodi) April 24, 2025
Foto copertina: Supporters of the Pakistan Murkazi Muslim League party chant slogans during a demonstration against the suspension of water-sharing treaty by India with Pakistan, in Lahore, Pakistan Thursday, April 24, 2025.(AP Photo/K.M. Chaudary)