Cambogia ambientalisti in pericolo: tre attivisti in manette


Lo scorso giugno le forze di polizia cambogiana hanno arrestato tre giovani ambientalisti con l’accusa di cospirazione ed insulto al re per aver denunciato lo scarico delle acque reflue del Palazzo Reale nel fiume Tonlé Sap a Phnom Penh.


 

L’accusa

In Cambogia tre giovani ambientalisti dell’associazione Mother Nature Ly Chandaravuth, Sun Ratha, e Yim Leanghy, rispettivamente 22, 26 e 32 anni, sono stati arrestati lo scorso 16 giugno nella provincia cambogiana di Kandal in seguito alla raccolta di materiale che documenta lo sversamento illegale di reflui fognari del Palazzo Reale in un fiume della capitale, circostante alla residenza del Re.[1] Successivamente, il 20 giugno un tribunale di Phnom Penh ha accusato i tre attivisti di cospirazione ed insulto al re ai sensi degli articoli 453 e 437 bis del codice penale cambogiano, reati per i quali rischiano fra i 5 e i 10 anni di carcere e multe fino a 10 milioni di riel (pari a circa 2.500 dollari).[2] Le autorità cambogiane hanno inoltre accusato in contumacia lo spagnolo Alejandro González-Davidson, fondatore dell’organizzazione Mother Nature, già espulso dal paese nel 2015 per aver mosso numerose critiche al governo in merito al progetto di costruzione di una diga.[3] L’Ambasciatore statunitense in Cambogia W. Patrick Murphy ha espresso profonda preoccupazione per gli arresti, sottolineando come documentare l’inquinamento ambientale sia “un servizio pubblico e non terrorismo”. L’Ambasciatore ha poi affermato la necessità che le autorità non mettano a tacere i propri cittadini, bensì che rimangano reattive nei loro confronti.[4]


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Attivisti e difensori dell’ambiente in pericolo

Adottata nel 2018, la legge che introduce il reato di insulto al Re è relativamente recente. In particolare, negli ultimi anni la tendenza diffusa in numerose monarchie del Sud-Est Asiatico (prima fra tutte in Tailandia) all’impiego di tale legislazione al fine di mettere a tacere il dissenso nel paese si è estesa anche alla Cambogia[5]: a tal proposito, nei primi mesi del 2021 altri attivisti legati a Mother Nature sono stati condannati a 18 e 20 mesi di carcere per aver organizzato una marcia contro la decisione del governo di riempire di sabbia un lago della capitale per scopi edilizi.[6] Allo stesso modo, la lista degli attivisti impegnati nella tutela dell’ambiente incarcerati e perseguitati dal governo appare particolarmente estesa: di fatto, fra i mesi di Marzo 2020 e l’inizio del 2021 – in piena pandemia di Covid-19, il regime ha provveduto all’arresto di numerosi ambientalisti dell’associazione Prey Lang Community Network a causa dell’intensa attività di documentazione del disboscamento illegale della foresta di Prey Lang,[7] e secondo le stime di Human Rightts Watch sono più di 70 i detenuti politici (inclusi attivisti, ambientalisti, giornalisti ed esponenti dell’opposizione) che attendono di essere processati nel paese, i cui tribunali profondamente politicizzati sollevano numerosi interrogativi riguardanti la possibilità di garantire un processo equo.[8]

Un paese vulnerabile 

La Cambogia risulta essere una delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici, in particolare a violente inondazioni e lunghi periodi di siccità. Tale scenario appare fortemente problematico alla luce della configurazione economica del paese, in cui il 57.6% della popolazione è impiegato in attività agricole, da cui dipende oltre il 30% del PIL nazionale:[9] di fatto, l’impatto di eventi climatici estremi ed imprevedibili sull’economia e sulla società cambogiana rischia di condurre il paese in un rovinoso stato di debito e povertà crescente. Attualmente lo Stato è impegnato in consistenti e necessarie misure di adattamento ai cambiamenti climatici nel campo della produzione agricola, ed oltre 53 stazioni idrologiche e metereologiche automatiche sono state istituite nel quadro del Least Developed Countries Fund, il progetto del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite a supporto delle provincie più vulnerabili.[10] Nonostante ciò, la situazione precaria e di pericolo in cui si trovano gli ambientalisti cambogiani testimonia che la presa di coscienza della necessità di integrare considerazioni ambientali all’interno delle priorità governative appare ancora remota.


Note

[1] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2021/06/22/cambogia-arrestati-tre-ambientalisti-rischiano-10-anni_e1cfaeb1-584a-4df0-a47f-54efeee9a1d0.html (ultimo accesso 14.10.21).
[2] https://greenreport.it/news/inquinamenti/cambogia-3-giovani-ambientalisti-arrestati-e-condannati-per-offesa-al-re/ (ultimo accesso 15.10.21).
[3] https://www.dw.com/en/cambodia-charges-environmentalists-with-insulting-king/a-57984001 (ultimo accesso 16.10.21).
[4]US Ambassador to Cambodia W. Patrick Murphy on Twitter commenting the arrest of young activists in Cambodia: https://twitter.com/USAmbCambodia/status/1406952459092652033?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1406952459092652033%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.dw.com%2Fen%2Fcambodia-charges-environmentalists-with-insulting-king%2Fa-57984001 (ultimo accesso 16.10.21).
[5] Human Rights Watch, Cambodia: Free environmental activists, 22 Giugno 2021. Disponibile al link: https://www.hrw.org/news/2021/06/23/cambodia-free-environmental-activists (ultimo accesso 16.10.21).
[6] Supra, (2).
[7] https://it.globalvoices.org/2021/06/attivisti-ambientali-in-cambogia-sono-accusati-di-aver-organizzato-la-marcia-di-una-sola-donna/ (ultimo accesso 16.10.21).
[8] Human Rights Watch, Political Prisoners Cambodia, 24 Gennaio 2020. Disponibile al link: https://www.hrw.org/video-photos/interactive/2020/01/24/political-prisoners-cambodia (ultimo accesso 16.10.21).
[9]SNV, Climate change in Cambodia. Disponibile al link: https://snv.org/cms/sites/default/files/explore/download/csa_technology_case_study_eng_final.pdf (ultimo accesso 16.10.21).
[10]UNDP, Cambodia Adapts to Climate Change, 1 Luglio 2019. Disponibile al link: https://undp.medium.com/cambodia-adapts-to-climate-change-653538af50ca (ultimo accesso 16.10.21).


Foto copertina: Sun Ratha, a sinistra, e Yim Leanghy siedono all’interno di un’auto in una foto pubblicata sulla pagina Facebook di Madre Natura Cambogia il 20 giugno 2021. (Licadho)