Francia: arrestato un cittadino franco-siriano per complicità in crimini di guerra


Gli investigatori francesi hanno arrestato un uomo sospettato di aver fornito alle autorità siriane materiali che possono essere utilizzati nella produzione di armi chimiche.


 

Un cittadino franco-siriano è stato arrestato nel sud della Francia mentre era in vacanza con la sua famiglia ed è trattenuto con l’accusa preliminare di complicità in crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Gli investigatori internazionali hanno accusato le forze governative siriane di aver utilizzato gas tossici e agenti nervini nella decennale guerra civile nel Paese. Ad aprile, gli Stati membri dell’Osservatorio mondiale sulle armi chimiche hanno sospeso i diritti di voto della Siria presso l’organizzazione come punizione per l’uso ripetuto di gas tossico da parte di Damasco. L’uomo detenuto in Francia è sospettato di aver utilizzato una società di trasporti in Francia e negli Emirati Arabi Uniti per fornire materiali alla Siria in violazione di un embargo internazionale[1].

L’accusa

Le accuse sono gravi. Secondo RFI, il cittadino franco-siriano arrestato il 20 dicembre è incriminato di “cospirazione per delinquere contro l’umanità, concorso in crimini contro l’umanità e crimini di guerra nonché riciclaggio di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. L’uomo la cui identità non è stata rivelata è sospettato di aver fornito all’esercito siriano apparecchiature destinate a monitorare e reprimere la popolazione, tra il 2011 e il 2019 dell’embargo internazionale contro la Siria[2].


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Le indagini

Le indagini in Francia che hanno portato all’arresto del cittadino franco-siriano, sono iniziate quando è stato inserito nel 2016 con la sua compagnia di navigazione nella lista nera del Tesoro statunitense incaricato delle sanzioni finanziarie (Ofac). L’azienda era sospettata di aver spedito merci a Damasco, in violazione dell’embargo internazionale. Sulla base delle informazioni raccolte dall’Ufficio centrale per la lotta ai crimini contro l’umanità (OCLCH), nel giugno 2017 è stata aperta un’indagine preliminare. Le indagini sono state poi affidate ai giudici inquirenti del tribunale giudiziario di Parigi nel gennaio 2018. Nell’aprile 2021, tre ONG – il Centro siriano per i media e la libertà di espressione (SCM), Open Society Justice Initiative (OSJI) e Syrian Archive -, che avevano presentato denuncia alla costituzione di parte civile, hanno ottenuto l’apertura di un’indagine giudiziaria a Parigi sugli attacchi chimici perpetrati nel 2013 in Siria e attribuiti al regime di Bashar al-Assad. Si tratta degli attentati di agosto ad Adra e Douma (450 feriti) e nella Ghouta orientale, dove più di mille persone, secondo l’intelligence Usa, sono state uccise dal gas sarin[3].
Queste Ong avevano già fatto giustizia in Germania nell’ottobre 2020 per i fatti del 2013, ma anche per un attacco con gas sarin perpetrato nell’aprile 2017 a Khan Cheikhoun, tra Damasco e Aleppo. Ad aprile, hanno anche presentato, insieme a una quarta ONG, i difensori dei diritti civili, una denuncia in Svezia per gli attacchi del 2013 e 2017.


Note

[1] https://apnews.com/article/business-syria-middle-east-arrests-war-crimes-bc2ce46f315d5c984f02e5f7b384cf3f
[2] https://www.rfi.fr/fr/france/20211227-france-un-homme-arr%C3%AAt%C3%A9-et-mis-en-examen-pour-avoir-fourni-du-mat%C3%A9riel-%C3%A0-l-arm%C3%A9e-syrienne
[3] https://www.lefigaro.fr/international/fourniture-de-composants-pour-des-armes-chimiques-en-syrie-un-franco-syrien-incarcere-20211226


Foto copertina: Polizia Nazionale francese di pattuglia Wikipedia