Meloni vola da Trump per trattare sui Dazi (e salvare i rapporti con l’UE)


La premier italiana è il primo capo di governo europeo ad incontrare il presidente Usa. Cosa aspettarsi dalla missione di Meloni a Washington da Trump.


 «Non sento alcuna pressione, come potete immaginare…». Alla vigilia della sua trasferta negli Stati Uniti, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ironizzava così, dal palco dell’edizione 2025 del Premio Leonardo, per commentare la missione che oggi la porterà ad incontrare faccia a faccia Donald Trump.  L’incontro era stato annunciato da Palazzo Chigi all’indomani del Liberation Day, il giorno in cui il Potus ha svelato al mondo in fibrillante attesa le tariffe dei dazi, applicati a più di 180 Paesi con percentuali che vanno dal 10% (come tassa base per le importazioni dai Paesi non inclusi nell’elenco di Washington) al 34% per la Cina (percentuale che si aggiunge a quella già applicata sui prodotti del Dragone, portando i dazi ad un tasso complessivo del 54%)[1].

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I dazi

Il Tycoon ha sempre parlato dei dazi come di “tariffe reciproche e scontate” e, a dire il vero, aveva annunciato la loro applicazione in tempi non sospetti. Quella che però, fino all’inizio di aprile, appariva come una semplice minaccia per spingere i mercati occidentali ad isolare quelli asiatici, si è poi concretizzata in un decreto presidenziale che ha reso le tariffe sulle importazioni una realtà per tutti i Paesi finiti nella lista delle Reciprocal Tariffs.
Che i dazi siano “reciproci”, per Trump, non significa però che le tariffe applicate da Washington siano di entità pari a quelli applicati ai prodotti statunitensi dagli altri Paesi: la reciprocità è infatti “legata al deficit commerciale che gli USA hanno rispetto a ciascun paese. In pratica, se c’è un deficit commerciale USA questo è dovuto al fatto che gli vengono ingiustamente applicate barriere tariffarie (ovvero dazi)”[2]. Ed essi sono “gentili” perché essi sono pari alla metà di tutte le barriere imposte agli USA: “si prende il deficit commerciale degli USA verso un paese e lo si rapporta al totale dei beni importati da quel paese. La percentuale che si ottiene la si divide per due ed ecco ottenuto il dazio USA”[3].
Per questo, secondo la narrazione dell’Esecutivo, si può parlare di un Liberation Day per gli americani, dal momento che tali strategie economiche mirano a riequilibrare la bilancia commerciale USA contrastando l’importazione sleale da parte degli altri Stati per favorire, invece, l’industria di casa e incentivarne lo sviluppo[4].
La risposta dei mercati non si è fatta attendere, e già all’indomani dell’annuncio di Trump il Nasdaq chiudeva a -6% e Piazza Affari perdeva il 3,6%, gettando il mondo (e i risparmiatori) nel panico. Proprio i mercati europei, in particolare, hanno risentito particolarmente dei dazi americani, percepiti quasi come una punizione ingiusta per quell’Europa alleata storica di Washington e pilastro della Nato: lo stesso giorno, infatti, Parigi cedeva il 3,31% e Francoforte il 3,01%; più caute erano Londra (-1,55%) e Madrid (-1,08)[5].
Al contrario, a farsi attendere è stata la risposta dell’Unione Europea che soltanto il 7 aprile decideva di applicare gradualmente, a partire dal 15 aprile, dazi del 25% su 22 miliardi di euro di prodotti statunitensi[6].
In questo quadro frenetico di misure e contromisure, però, il Presidente USA, stupendo nuovamente il mondo, il 10 aprile annunciava la sospensione dei Dazi per un periodo di 90 giorni: come se, dopo aver dimostrato di fare sul serio, avesse lasciato il tempo ai Paesi colpiti di trattare. Con un unico, costante obiettivo: la guerra commerciale con Pechino.
La Cina, infatti, continua a vedere applicate le tariffe imposte da Washington e risponde al trattamento americano alzando i propri dazi nei confronti degli USA al 125%, affermando, per il tramite del Ministero delle Finanze, che “anche se gli Stati Uniti continueranno a imporre tariffe più alte, non avranno più senso economico e diventeranno una barzelletta nella storia dell’economia mondiale”.   
Che la Cina sia l’unico obiettivo dell’operazione apparentemente folle e scellerata del Tycoon è confermato anche dalle sue ultime dichiarazioni, secondo le quali gli Stati Uniti proporranno tariffe più basse a chi isola la Cina.
Una strategia ben precisa, dunque, i cui risultati si vedranno nel tempo. Certamente, però, ostinarsi a bollare Trump come un folle disinibito-convinzione di diversi analisti- significa voler affrontare semplicisticamente (eufemismo) la questione.

La missione di Giorgia Meloni

È in questo clima tutt’altro che disteso che il Premier Meloni dovrà incontrare Donald Trump prima, nel pomeriggio di oggi, ed il vicepresidente J. D. Vance domani.
Prima di volare a Washington, Meloni ha inteso convocare un vertice di maggioranza al quale hanno partecipato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il vicepremier Matteo Salvini ed il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti, con cui sono stati esaminati nel dettaglio i dossier che oggi saranno al centro dell’incontro nello studio ovale: dazi, spese militari al 2%, gas liquefatto da acquistare in maggiore quantità dagli USA[7].
Come confermato da diverse fonti, l’obiettivo del presidente del Consiglio è proporre al Tycoon l’accordo “zero dazi per zero dazi”[8]: un proposito ambizioso, che l’Italia ha deciso di intestarsi mentre l’UE è paralizzata.
Al di là del risultato che Meloni porterà (o meno) a casa, infatti, due traguardi di primo rilievo appaiono già raggiunti.
Innanzitutto, l’Italia dimostra di avere una propria politica estera, provando a giocare da protagonista. Di fronte ad un’Unione Europea impantanata nella sua burocrazia, con Parigi che tenta (senza successo) di intestarsi la guida geopolitica del Vecchio Continente, mentre Londra sembra riuscirci meglio pur essendo formalmente fuori dalle dinamiche comunitarie, spetta a Roma il compito di incontrare direttamente il Presidente degli Stati Uniti d’America per sottoporgli un accordo ragionevole. Tanto che anche Bruxelles confida nel successo di Giorgia Meloni[9].
In secondo luogo, la notizia è proprio che Trump apra le porte al presidente del Consiglio italiano, dimostrando che i rapporti tra gli USA e l’Europa sono ancora salvi: la Premier Meloni, forte dei buoni rapporti personali con il titolare della Casa Bianca – unica leader europea a partecipare alla cerimonia di insediamento dello scorso gennaio -, oggi sarà lì per rinsaldarli ulteriormente, per trovare una soluzione diplomatica e scongiurare una guerra commerciale con Washington. Sin da subito, invece, l’Italia ha invitato tutti alla calma, a non farsi prendere dal panico e a pensare razionalmente ad una via d’uscita efficace.


Note

[1] Per l’elenco completo: Ecco la lista completa dei dazi annunciati da Donald Trump, https://forbes.it/2025/04/03/dazi-trump-lista-completa/
[2] I dazi di Trump: c’è una logica dietro?, https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/i-dazi-di-trump-ce-una-logica-dietro-204765
[3] Ibidem
[4] Cfr. I dazi di Trump e l’incertezza sui mercati globali, https://www.opiniojuris.it/stati-uniti/i-dazi-di-trump-e-lincertezza-sui-mercati-globali/
[5] Borse 3 aprile. I dazi affondano i listini, a Wall Street in fumo 2.000 miliardi, https://www.corriere.it/economia/finanza/25_aprile_03/borse-oggi-3-aprile-europa-in-rosso-con-il-peso-dei-dazi-a-milano-giu-banche-e-prysmian-0da7d676-af86-4a16-97ec-ca1e7c9c6xlk.shtml
[6] La prima risposta dell’Unione Europea ai dazi di Trump, https://www.ilpost.it/2025/04/09/unione-europea-dazi-ritorsione-stati-uniti/
[7] Meloni vola a Washington: cosa dirà a Donald Trump e quali richieste farà per l’Italia, https://www.milanofinanza.it/news/meloni-vola-a-washington-cosa-dira-a-donald-trump-e-quali-richieste-fara-per-l-italia-202504160947401450?refresh_cens
[8] Dazi, Meloni a Washington: oggi il faccia a faccia con Trump, https://www.adnkronos.com/politica/giorgia-meloni-usa-incontro-dazi-donald-trump-oggi_6BBjtofMOB2RazKdKLdHvu
[9] Missione da Trump, i contatti Meloni-Von der Leyen https://www.lastampa.it/politica/2025/04/15/news/missione_trump_meloni_von_der_leyen-15103108/


Foto copertina: Donald Trump e Giorgia Meloni