L’appello del leader curdo Öcalan al disarmo del PKK in cambio di una sua liberazione riapre le prospettive di pace con il governo turco.
«In questo clima creato dall’appello del signor Devlet Bahçeli, dalla volontà espressa dal Presidente e dagli approcci positivi degli altri partiti politici nei confronti di tale appello, invito a deporre le armi e ad assumersi la responsabilità storica di questa chiamata.
Come farebbe volontariamente qualsiasi comunità e partito contemporaneo che non sia stato sciolto con la forza, convocate il vostro congresso e decidete per l’integrazione con lo Stato e la società; tutti i gruppi dovrebbero deporre le armi e il PKK dovrebbe sciogliersi.» [1]
Con queste parole, Abullah Öcalan, in un messaggio letto il 25 febbraio dai deputati del partito DEM (Partito Democratico dei Popoli) in conferenza stampa a Istanbul dal titolo “Appello per la Pace e una Società Democratica”. I deputati DEM hanno organizzato la conferenza stampa dopo aver visitato per la terza volta Öcalan nella prigione di massima sicurezza sull’isola di İmralı, dove il leader curdo è in isolamento dal 1999.
Negli ultimi mesi, Devlet Bahçeli, leader del Partito del Movimento Nazionalista (MHP) alleato del governo ha più volte affrontato la “questione curda” aprendo ad un possibile processo di pace. I tentativi di avvicinamento sono diventati visibili il 1° ottobre 2024 quando Bahçeli, in occasione dell’apertura del parlamento, ha sorpreso l’opinione pubblica stringendo la mano ai membri del partito filo-curdo DEM. Bahçeli ha dichiarato «La mia stretta di mano con DEM è da giorni oggetto di un grande dibattito. Ognuno la interpreta secondo il proprio punto di vista […] Anche se nelle ultime due settimane sono stato chiaro sulle mie sincere intenzioni, alcuni si rifiutano ancora di accettarle».[2]
L’appello di Devlet Bahçeli a cui si riferisce Öcalan è l’iniziativa anti-terrorismo, chiamata anche terror-free Türkiye initiative, proposta dal leader del MHP e dal presidente Erdoğan in un momento di grandi sfide ed opportunità in termini di influenza regionale per la Turchia. Soprattutto deriva dalla necessità di rafforzare il fronte interno ed unirlo contro la minaccia israeliana di colpire la Turchia.[3]
La postura di dialogo e di apertura di Bahçeli costituisce un punto di rottura rispetto alla sua posizione di forza e intransigenza rispetto alla “questione curda”.
In cambio dello scioglimento del PKK e la fine del terrorismo, il leader ultra-nazionalista promette di revocare la detenzione di Öcalan.
«Se mostrerà questa determinazione, la strada per le norme legali riguardanti l’uso del diritto alla speranza dovrebbe essere completamente aperta»[4] intendo, con questo, un possibile rilascio dalla prigione.
Nel frattempo il PKK ha accolto l’appello di Öcalan e ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale con il governo turco con la cessazione delle ostilità, in tutte le aree operative. Tuttavia, ribadisce che il disarmo completo può avvenire solo con la liberazione totale del suo leader. Il Partito insiste, infatti, che la sua dissoluzione definitiva può avvenire solo sotto la direzione di Öcalan, rafforzando il ruolo centrale che gioca quest’ultimo nel plasmare il futuro del movimento, nonostante i ventisei anni di prigionia e isolamento. Prima delle visite dei mesi scorsi, l’ultimo contatto con il mondo esterno risaliva ad una telefonata con il fratello nel marzo del 2021.
Oltre alle preoccupazioni in politica estera, questo storico avvicinamento tra le due parti solleva altre ipotesi.
Il sospetto è che dietro la distensione e l’apertura nei confronti dei deputati curdi in cambio del loro supporto parlamentare a favore di una modifica costituzionale che permetterebbe all’attuale presidente Erdoğan di rimanere ancora al potere. Al potere da oltre vent’anni, prima come premier e poi come presidente, l’attuale mandato di Erdoğan, rieletto nelle elezioni del 2023, sarebbe l’ultimo se non venisse approvato un emendamento costituzionale che gli consentisse di candidarsi alle elezioni del 2028. Per l’approvazione dell’emendamento il supporto del Partito DEM è fondamentale.
Precedenti tentativi di pace
I tentativi di risoluzione pacifica della “questione curda” risalgono già ai primi anni Novanta. Nel 1999 il PKK dichiarò unilateralmente il cessate il fuoco a cui seguirono due tentativi negoziali: il Processo di Oslo (2008-2011), una serie di colloqui segreti tra gli ufficiali turchi, rappresentanti del PKK e della diaspora che collassò nel 2011 con una nuova fase di violenze; il Processo di Pace (2013-2015), anche conosciuto come Processo di soluzione, terminato con l’incidente di Ceylanpınar, in cui vennero uccisi due poliziotti da uomini non identificati ma che vennero successivamente accusati di essere curdi sotto gli ordini del PKK. Anche a questo susseguì un periodo segnato da violenti scontri.
Questi tentativi furono preceduti dalla fase di apertura democratica inaugurata nel 2009 segnata dall’adozione da parte del governo turco di misure senza precedenti nel riconoscimento dell’identità curda. Alcune restrizioni sulla cultura curda vennero abolite, furono aperti dipartimenti universitari di lingua curda, l’utilizzo della lingua curda nelle scuole venne legalizzato così come i corsi privati di lingua curda e venne persino aperto un canale televisivo in lingua curda.
Il significativo grado di liberalizzazione del AKP nei primi anni Duemila era favorito dal riconoscimento della Turchia come candidato per la piena adesione all’Unione Europea e la risoluzione pacifica della questione curda era una precondizione per l’accesso all’Unione.
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L’accordo tra Curdi e Governo Siriano
Tra i tanti interrogativi emersi dopo l’annuncio di Öcalan, sicuramente uno dei principali riguardava le forze curde nel nord-est della Siria e cosa ne sarebbe stato di loro. Nei giorni immediatamente successivi, il comandante delle Forze Democratiche Siriane, Mazloum Abdi, ha dichiarato che la decisione di Öcalan di sciogliere il PKK avrà delle conseguenze positive nella regione, ma che questa decisione “non ci riguarda”. [5] Ciò significa che questa decisione non avrà un impatto immediato sulle Forze Siriane, nonostante il suo nucleo, composto dalle Unità di protezione del popolo (YPG) sia affiliato al PKK.
Una dichiarazione probabilmente in risposta alla dichiarazione di Abdi, Sırrı Süreyya Önder, membro del Partito DEM, parlando al canale TV Habertürk, ha sottolineato che le dichiarazioni di Öcalan si estendono a tutti i gruppi allineati con la sua visione ideologica, in riferimento alle forze siriane curde e alle preoccupazioni turche riguardo a questo gruppo, pur riconoscendo alcune differenze strutturali tra il PKK e il YPG. [6]
Tuttavia, gli scenari sono completamente cambiati il 10 marzo quando le Forze Democratiche Siriane, con a capo Abdi, hanno firmato un accordo storico con il Presidente siriano ad interim, Ahmed al-Sharaa che prevede l’integrazione di tutte le istituzioni civili e militari del nord-est della Siria all’interno delle istituzioni statali, con enfasi sull’integrità del territorio siriano e il rifiuto di ogni spartizione.
Conclusione
L’attutale fase di dialogo e di distensione tra le autorità turche e i rappresentanti curdi segna un punto di svolta per la risoluzione pacifica di un conflitto che dura da quarant’anni e che ha provocato migliaia di morti. Tuttavia, questo non è garanzia di una reale opportunità di pace, come dimostrano i precedenti tentativi di risoluzione. Soprattutto rimane l’incognita della reale intenzione del governo, ossia se è davvero disposto a rilasciare il leader curdo e a concedere maggiori diritti e libertà per i cittadini curdi o se è solo un pretesto per garantire la stabilità interna e rafforzare il proprio potere.
Note
[1] DEM Party, «Call for Peace and Democratic Society», Dichiarazione di Abdullah Öcalan, 25 febbraio 2025
[2] Bianet, «Bahçeli calls for imprisoned PKK leader to speak in parliament», 22 ottobre 2024
[3] Daily Sabah, «Terror-free Türkiye: An initiative to end PKK violence», 10 gennaio 2025 [4] Ibid.
[5] Reuters, «SDF chief says PKK disarmament call ‘not related to us in Syria» 27 febbraio 2025
[6] ‘Violence is Off the Table’: DEM Party’s Önder signals visit to Rojava – Medya News
Foto copertina: Un dimostrante tiene in mano una foto del leader curdo Öcalan
Fonte: AP files photo