Numerosi studi hanno cercato di dare luce al perché di tanti problemi legati alla salute dell’uomo, considerando i Pfas come una delle cause per le quali molti ricercatori anche in ambito medico stanno discutendo e stanno cercando di trovare una soluzione.
Che cosa sono i Pfas e perché sono pericolosi
I Pfas sono sostanze chimiche che durano millenni e che si possono trovare ovunque, dalle padelle ai cosmetici, ed è molto difficile eliminarli. Il nome scientifico fa riferimento alle sostanze per- e polifluoroalchiliche.[1]
I Pfas servono a produrre materiali che usiamo tutti i giorni, per esempio materiali idrorepellenti, antiaderenti e antimacchia, presenti nella maggior parte degli utensili che utilizziamo e dei vestiti che indossiamo ogni giorno: nei tappeti, nei trattamenti per la pelle, nelle vernici, nelle protesi, nel filo interdentale… Ciò che accomuna i Pfas è l’inalterabilità e l’indistruttibilità in natura, sono capaci di diffondersi anche molto lontano dal luogo in cui sono stati prodotti, vengono infatti denominati forever chemicals (sostanze chimiche eterne).[2]
Alcune stime
Secondo una stima a livello europeo, nel continente ci sono più di 17mila siti contaminati dai Pfas, a livelli tali da necessitare l’intervento delle autorità (oltre i 10 nanogrammi/litro). Secondo alcuni esperti, la contaminazione ha raggiunto livelli pericolosi per la salute umana in oltre 2.100 punti (oltre i 100 nanogrammi/litro). Le attività industriali che utilizzano questi agenti contaminanti non sono state mappate, ma sono stati evidenziati in alcune regioni: dal Danubio al lago di Orestiada in Grecia, dal fiume Bilina, in Repubblica Ceca, al bacino del Guadalquivir, in Spagna. In queste zone, i Pfas sono stati trovati nell’acqua, nell’aria, nella pioggia, nelle lontre, nei merluzzi e, più grave, negli adolescenti. Tra il 2013 e il 2023 decine di migliaia di campioni che sono stati raccolti e studiati da équipe scientifiche lo dimostrano: ormai i Pfas si trovano anche nel nostro sangue.[3]
I danni sono incalcolabili
“Le dimensioni del problema sono così grandi che è semplicemente impossibile quantificarle”, avverte Martin Scheringer, ricercatore in chimica ambientale al Politecnico federale di Zurigo (Svizzera).[4]
“E’ molto difficile stabilire chi è responsabile”, afferma invece Ian Cousins, ricercatore ambientale.[5]
In effetti, l’industri chimica è da sempre consapevole dei danni legati ai Pfas; quindi, chi è veramente responsabile: l’industria o lo stato che non gli ha imposto delle regole? Il problema grosso alla base è che le autorità statali per troppo tempo non hanno considerato queste attività come un reato, ma, al contrario, come una leva per lo sviluppo e una fonte di ricchezza. Questo le ha ovviamente spinte a commettere grossi errori negli ultimi cinquanta/sessant’anni, e questi errori si sono poi trasformati in reati.[6]
Per la maggior parte delle persone, le principali fonti d’esposizione sono l’acqua potabile e alimenti come il pesce, le uova, il latte o animali che hanno pascolato in terreni contaminati. Una lieve esposizione può avvenire attraverso i cosmetici o gli spray, per esempio, ma per subirne gli effetti più gravi bisogna essere esposti per molto tempo a concentrazioni molto elevate. Infatti, gli scandali scoppiati come conseguenza degli effetti dei Pfas negli Stati Uniti e in Europa hanno avuto a che fare con la contaminazione dell’acqua potabile.[7]
Oltre agli stabilimenti chimici, possibili fonti d’inquinamento sono le discariche, le cartiere, gli impianti di trattamento delle acque reflue, le acque di deflusso dalle aree urbane, le fabbriche che impermeabilizzano tessuti e quelle per la finitura e la placcatura dei metalli…[8]
La presenza dei Pfas è stata rilevata perfino in Artide e in Antartide. L’inquinamento provocato da questi agenti può chiaramente danneggiare la fauna selvatica. Secondo alcune analisi dell’Università di Cardiff, nel Regno Unito, è stato rilevato che il fegato di cinquanta lontre in Inghilterra e nel Galles era contaminato: nell’80% degli animali erano presenti 12 diverse tipologie di queste sostanze. Non solo, in nel mare al largo della Norvegia sono stati trovati nelle orche e lungo la costa settentrionale dell’Adriatico nei delfini.[9
L’ex direttrice dell’Istituto nazionale statunitense per le scienze della salute ambientale ha dichiarato: “Sempre più dati dimostrano che i Pfas sono associati a un’ampia varietà di effetti sulla salute, non solo nelle persone ma anche negli animali. Non dimentichiamoci che anche noi siamo una specie animale. Ci sono centinaia di studi epidemiologici da cui emergono associazioni con una vasta gamma di effetti tra cui tumori, danni al fegato e ai reni, effetti sullo sviluppo, sulla riproduzione e sul diabete. Più si cerca, più se ne trovano”.[10]
Note
[1] Tenaglia, A. & Horel S. “Gli inquinanti eterni. Dalle padelle ai cosmetici, i Pfas si trovano ovunque. Sono sostanze chimiche che durano millenni e possono avere gravi conseguenze per la salute. Un’inchiesta ha individuato i siti contaminati in Europa”, Le Monde, Francia, in Internazionale 1507, 14 aprile 2023
[2] Ibid
[3] Ibid
[4] Ibid
[5] Ibid
[6] Ibid
[7] Salvidge, R. & Hosea, L. “Cosa c’è da sapere sui Pfas. Dalle fontidi esposizione più comuni alle possibili conseguenze sulla salute umana e sugli ecosistemi naturali”, The Guardian, Regno Unito, in Internazionale 1507, 14 aprile 2023
[8] Ibid
[9] Ibid
[10]Ibid
Foto copertina: