Il Presidente venezuelano Maduro incrementa la sua battaglia contro la dollarizzazione introducendo una nuova tassa chiamata IGTF che colpisce le transazioni e i pagamenti effettuati in dollari, valuta estera e criptovalute fino al 3%.
Il 31 marzo 1879, Guzman Blanco, l’allora presidente del Venezuela, introdusse una nuova moneta, il bolívar, che circolò per quasi 129 anni. La valuta è stata poi sostituita dal bolívar fuerte il 1° gennaio 2008, nell’ambito di una riconversione monetaria che ha eliminato tre zeri a fronte della crescente inflazione iniziata in Venezuela alla fine degli anni Ottanta. Successivamente, a fronte di un’inflazione in continua accelerazione, il 20 agosto 2018 il bolívar fuerte è stato sostituito dal bolívar soberano (una riconversione monetaria che ha portato all’eliminazione di cinque zeri). Infine, il 5 agosto 2021, la Banca Centrale del Venezuela ha annunciato una nuova valuta – il bolivar digitale – a partire dal 1° ottobre 2021, dopo quattro anni di iperinflazione. In soli tredici anni, le tre riconversioni monetarie hanno portato all’eliminazione di quattordici zeri.[1]
La politica economica venezuelana negli ultimi anni
Dopo una crisi economica che ha portato recessione nel paese, il governo venezuelano di Nicolás Maduro, ha deciso di allentare le restrizioni economiche, che hanno inizialmente stimolato la dollarizzazione[2] dell’economia e mostrato alcuni segnali di ripresa.[3] Ma questi cambiamenti sono limitati e vanno a beneficio solo di una piccola parte del paese: secondo un’indagine sulle condizioni di vita realizzata da tre università venezuelane nel 2021, l’aumento della disuguaglianza nel Paese è ora palpabile e conta otto milioni di disoccupati. Infatti, il 76,6% dei venezuelani vive con meno di 1,20 dollari al giorno.[4]
Tra il 2014 e il 2021 4,4 milioni di persone hanno perso il lavoro, il 70% nel settore pubblico e il 30% in quello privato. Solo nell’ultimo anno, sono stati contati 1,3 milioni di nuovi disoccupati, con un conseguente aumento dell’occupazione informale.
Il Venezuela continua a subire una delle più profonde depressioni economiche nella storia dell’emisfero occidentale. Tra il 2014 e il 2020, l’economia si è ridotta di ben quattro quinti soprattutto dall’inizio del 2019, assieme alla capacità dello stato venezuelano di intervenire in essa facendo fronte alle problematiche. [5]
Le politiche di de-dollarizzazione di Maduro
Alla fine del 2018 e all’inizio del 2019, i controlli sui prezzi e le restrizioni sul cambio valuta sono stati allentati e il tasso di cambio ufficiale del bolívar è stato abbassato per corrispondere a quello fissato dal mercato. Il 1 ° ottobre 2021, il governo ha ribattezzato la valuta nazionale “bolívar digitale” e ha tagliato sei zeri dagli importi denominati nella valuta fino a quel momento (1.000.000 Bs = 1 Bs).[6]
Al fine di rivalutare la moneta, quindi, il presidente ha imposto una manovra economica che consiste nel disincentivare l’uso del dollaro nei pagamenti all’interno del paese che, anni fa appunto, aveva portato alla svalutazione della moneta locale, facendola diventare sempre più debole. Al fine di sfavorire l’utilizzo del dollaro, quindi, il governo ha imposto una nuova tassa chiamata IGTF (Tax on Large Financial Transactions), che colpisce le transazioni e i pagamenti effettuati in dollari, valuta estera e criptovalute fino al 3%.[7] Finora l’imposta IGTF sembra avere generato le reazioni sperate, registrando un aumento dell’utilizzo della moneta fiat nazionale nelle transazioni digitali del 21% e i pagamenti di debito del 22%.[8] Precedentemente all’imposta, i pagamenti in dollari o pesos colombiani erano del 70%, dopo la tassa invece, l’utilizzo è sceso drasticamente al 44,7% delle transazioni commerciali nel paese.[9]
Conclusione
Sebbene formalmente la IGTF ricada principalmente su persone giuridiche e entità considerate dalle autorità come “contribuenti speciali”, questa tassa avrà un impatto diretto anche sui consumatori poiché colpisce numerose attività di vendita al dettaglio. Pertanto, effettuando pagamenti utilizzando dollari o altre valute in contanti, i cittadini subiranno un sovrapprezzo del 3% aggiuntivo al loro acquisto. Per evitare il pagamento della tassa, bisognerebbe effettuare i pagamenti direttamente in bolivar o aprire un tipo di conto denominato in dollari in una banca venezuelana che al momento dell’acquisto cambia automaticamente l’importo richiesto in bolivar, in modo tale che il pagamento non venga addebitato. [10]
Nella società venezuelana odierna, le famiglie devono affrontare da sole un’ondata di povertà punitiva, senza il sostegno dello stato. Molti cittadini sono esclusi dalle poche attività economiche rimaste che possono offrire lavori formali o salari dignitosi, mentre le preoccupazioni umanitarie continuano ad affliggere il Paese. Alcuni esperti prevedono che gli “aggiustamenti” economici del governo possano fare ben poco per invertire questa situazione, lasciando quindi il Venezuela in una condizione di improduttività e povertà.[11]
Note
[1] https://ancevenezuela.org.ve/bolivar-digital-necesario-pero-insuficiente/#:~:text=Finalmente%2C%20el%205%20de%20agosto,bol%C3%ADvar%20en%20apenas%20trece%20a%C3%B1os
[2] La dollarizzazione consiste nell’adozione del dollaro USA come valuta, in sostituzione della valuta locale per la determinazione dei prezzi o come metodo di pagamento. La dollarizzazione può essere formale o totale, come nel caso di tre paesi dell’America Latina: Panama, Ecuador e El Salvador. Ma può anche essere informale, o parziale, quando una parte significativa delle transazioni o dei pagamenti di uno Stato è effettuata in dollari. In quest’ultimo caso, il dollaro non è ufficiale, ma la mancanza di fiducia dei cittadini nella loro moneta locale porta a un uso diffuso della valuta straniera. Nel 2020, il paese più rappresentativo della dollarizzazione informale in America Latina era il Venezuela, dove si stimava che, a causa dell’iperinflazione del bolivar, oltre il 50% delle transazioni del paese avveniva in dollari.
[3] https://www.americasquarterly.org/article/dollarization-cant-save-the-venezuelan-economy/
[4] https://elpais.com/internacional/2021-09-29/el-945-de-los-venezolanos-vive-en-la-pobreza.html
[5] https://www.france24.com/es/am%C3%A9rica-latina/20210930-m%C3%A1s-del-76-de-la-poblaci%C3%B3n-en-venezuela-enfrenta-pobreza-extrema
[6] https://www.bancaditalia.it/homepage/index.html, avvisi, documenti, “Bolivar soberano – Variazione”
[7] https://news.bitcoin.com/venezuela-bets-on-dedollarization-after-foreign-currency-and-crypto-tax-is-applied/
[8] https://news.bitcoin.com/venezuela-bets-on-dedollarization-after-foreign-currency-and-crypto-tax-is-applied/
[9] https://en.ultimasnoticias.com.ve/noticias/economia/datos-un-el-bolivar-sigue-mandando-en-los-pagos/
[10] https://pledgetimes.com/what-impact-does-maduros-new-dollar-tax-have-on-venezuela/
[11] https://www.americasquarterly.org/article/dollarization-cant-save-the-venezuelan-economy/