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Gaza: Centinaia di persone hanno partecipato alla più grande protesta anti-Hamas a Gaza dall’inizio della guerra con Israele, scendendo in strada per chiedere al gruppo di lasciare il potere. Hamas ha dichiarato di condannare coloro che ha accusato di spingere “agende politiche sospette” e di spostare la colpa da Israele. Nel frattempo, il 18 marzo Israele ha ripreso gli attacchi aerei su Gaza contro quelli che definisce “obiettivi di Hamas”, rompendo una tregua, seppur fragile, che durava da due mesi. Dalla ripresa delle ostilità da parte di Israele, circa 673 persone sono state uccise. Più di 50 mila persone sono state uccise nella campagna militare di Israele a Gaza. Secondo l’ONU, il 70% delle vittime è costituito da donne e bambini.
Turchia: Almeno 18.000 sono stati fermati dalla polizia, tra cui sette giornalisti per le proteste che sono scoppiate in Turchia dopo che il sindaco di Istanbul – e principale rivale di Erdogan – Ekrem Imamoglu è stato arrestato con accuse di corruzione il 19 marzo 2025. L’arresto ha provocato le più grandi proteste antigovernative dell’ultimo decennio, che hanno portato ad arresti di massa in tutto il Paese. Delle migliaia di persone fermate, per circa 200 persone è stato confermato l’arresto. La detenzione di Imamoglu è parte di una serie di arresti che hanno coinvolto politici, giornalisti ed imprenditori.
Yemen: Gli attacchi aerei statunitensi hanno colpito più di 40 località in tutto lo Yemen, tra cui Sanaa, dove almeno sette persone sono rimaste ferite. Tra gli obiettivi, molteplici abitazioni e negozi e l’aeroporto internazionale di Sanaa, utilizzato per il traffico militare e civile. La nuova campagna di attacchi aerei, che secondo gli Houthi ha ucciso almeno 57 persone, è ricominciata dopo che i ribelli hanno minacciato di riprendere gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso in rappresagli contro Israele che blocca gli aiuti umanitari destinati a Gaza.
Libano: Venerdì Israele ha bombardato la periferia meridionale della capitale Beirut, per la prima volta dopo l’accordo del cessate il fuoco raggiunto a novembre con Hezbollah. La tregua era già vacillata nell’ultima settimana quando diversi razzi erano stati lanciati verso Israele dal territorio libanese. Hezbollah ha respinto il coinvolgimento nei recenti attacchi. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che il governo libanese è direttamente responsabile dell’attacco e ha affermato che finché non ci sarà pace in Galilea “non ci sarà pace nemmeno a Beirut”.
Siria: Gli Stati Uniti hanno consegnato alla Siria un elenco di condizioni che vogliono che Damasco soddisfi in cambio di un parziale alleggerimento delle sanzioni. La lista è stata consegnata al ministro degli Esteri siriano Asaad al-Shibani durante un incontro personale a margine di una conferenza di donatori per la Siria a Bruxelles, il 18 marzo. Durante la stessa conferenza, la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha annunciato che l’Unione Europea metterà a disposizione 2,5 miliardi di euro di aiuti. Anche l’Italia ha dichiarato un forte impegno nel finanziare progetti umanitari e interventi infrastrutturali, stanziando 68 milioni di euro.
Iran: Il ministro degli esteri iraniano Abbas Araqchi ha detto che l’Iran è disposto ad avviare negoziati indiretti con gli Stati Uniti. La dichiarazione avviene dopo che Trump ha inviato una lettera all’Iran tramite un emissario degli Emirati Arabi Uniti (EAU). Sebbene il contenuto della lettera non sia stato reso noto ufficialmente, Trump ha dichiarato di aver chiesto all’Iran di aprire i negoziati per un nuovo accordo. Araqchi ha chiarito all’agenzia iraniana IRNA: La politica iraniana è quella di impegnarsi in negoziati indiretti finché la Repubblica Islamica sarà sottoposta alla “massima pressione” e alle minacce militari. “I negoziati indiretti, tuttavia, possono continuare, così come sono esistiti in passato”,
Algeria: Crescono le tensioni tra Francia e Algeria dopo che l’Algeria ha rifiutato di collaborare su una lista di cittadini algerini da espellere dalla Francia. È l’ultimo capitolo di una crisi diplomatica mai sopita e che è scoppiata dopo che un cittadino algerino che aveva ricevuto l’ordine di lasciare il territorio francese, ha ucciso una persona e ne ha ferite altre in un attacco con coltello nella città di Mulhouse.La Francia ha chiesto all’Algeria la riesamina degli accordi bilaterali in vigore tra i due Paesi dal 1968 in base ai quali i cittadini algerini godrebbero di diritti speciali in Francia.
Israele: L’approvazione di una legge che amplia il controllo sulle nomine dei giudici scatena nuove proteste e desta forti preoccupazioni sull’erosione democratica in Israele. Secondo il ministro della Giustizia Yariv Levin, sostenitore della legge, la misura mira a “ripristinare l’equilibrio” tra il ramo legislativo e quello giudiziario. L’opposizione ha presentato una petizione alla Corte Suprema per contestare il voto. Benjamin Netanyahu sta affrontando una crescente opposizione all’interno di Israele, con quotidiane proteste di piazza che chiedono il ritorno ai negoziati e il rilascio degli ostaggi.
Tunisia: La Tunisia ha annunciato la sua decisione di ritirare la dichiarazione rilasciata ai sensi dell’articolo 34, paragrafo 6, del Protocollo alla Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli sull’istituzione di una Corte africana per i diritti dell’uomo e dei popoli. Questa decisione, presa il 3 marzo e comunicata il 7 marzo, entrerà in vigore il 7 marzo 2026. Diverse organizzazioni tunisine e internazionali hanno condannato questa decisione impedisce alle persone e alle ONG con lo status di osservatore presso la Commissione africana per i diritti umani e dei popoli di portare i casi che coinvolgono la Tunisia direttamente davanti alla Corte africana per i diritti umani e dei popoli.
Arabia Saudita: L’Arabia Saudita potrebbe tagliare i prezzi del petrolio di maggio sul mercato asiatico portandoli al minimo di tre mesi, seguendo il forte calo dei prezzi di riferimento di questo mese. Il prezzo ufficiale di vendita del greggio Arab Light di maggio potrebbe diminuire di 1,80-2 dollari al barile rispetto ad aprile, hanno dichiarato quattro fonti di raffinazione asiatiche in un sondaggio Reuters.