World News: notizie dal Mondo – Medio Oriente e Nord Africa


World News, la rubrica che vi porta in viaggio attraverso i continenti per scoprire le notizie più rilevanti da ogni angolo del pianeta. Dall’America all’Asia, dall’Africa all’Europa, fino all’Oceania, vi aggiorniamo su politica, economia, ambiente, cultura e società, per offrirvi una panoramica globale e sempre aggiornata. Cosa è accaduto in Medio Oriente e Nord Africa? Notizie dal 1° al 30 aprile 2025.


Iran: Concluso anche il terzo ciclo di colloqui tra Iran e Stati Uniti svoltosi in Oman il 26 aprile. Una settimana prima, il 19 aprile, si erano svolti a Roma, su richiesta dell’Oman nel ruolo di mediatore, i colloqui indiretti tra il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi e l’inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff dopo che un primo round era già avvenuto nella capitale omanita, Muscat. Secondo quanto riferito, i colloqui si sono svolti in un clima costruttivo e “discussioni tecniche” sono state affrontate in Oman, dopodiché si terranno altri incontri ad alto livello per avvicinarsi a un accordo.

Israele: Israele ha effettuato un attacco aereo sul sud di Beirut dopo aver lanciato un allarme di evacuazione forzata. I filmati hanno mostrato un enorme pennacchio di fumo nero alzarsi sopra la periferia meridionale della capitale, Dahiyeh, dopo l’attacco. Joseph Aoun ha condannato l’attacco israeliano a Beirut e ha chiesto a Stati Uniti e Francia di “assumersi le proprie responsabilità” in quanto sponsor dell’accordo di cessate il fuoco e di dire a Israele di porre fine alle sue violazioni dell’accordo.

Gaza: il World Food Programme ha dichiarato che ha completamente esaurito le sue scorte di cibo a Gaza. Il WFP ha consegnato le ultime scorte di cibo rimaste alle cucine per i pasti caldi nella Striscia di Gaza. Si prevede che queste cucine esauriranno completamente il cibo nei prossimi giorni. Per più di sette settimane, non entrano a Gaza forniture umanitarie o commerciali poiché tutti i valichi sono chiusi. Si tratta della chiusura più lunga che la Striscia di Gaza abbia mai affrontato e questo ha aggravato ulteriormente la situazione già drammatica. I prezzi dei generi alimentari sono saliti alle stelle (+ 1.400% rispetto al periodo del cessate il fuoco) e scarseggiano i prodotti alimentari essenziali.

Siria: la Siria ha risposto all’elenco delle condizioni che Washington aveva consegnato a Damasco come condizione per alleggerire le sanzioni, dicendo di aver agito sulla maggior parte di esse mentre altre richiedono delle “intese reciproche” con Washington. Al fine di incoraggiare gli aiuti e risollevare un’economia devastata da 14 anni di guerra, gli Stati Uniti hanno concesso un’esenzione ad alcune esenzioni per sei mesi ma in caso di adempimento delle richieste, si estenderebbe la sospensione delle sanzioni a due anni, secondo quanto riferisce Reuters. Nel frattempo, anche il Fondo Monetario Internazionale intende collaborare con la Siria e permettere il reinserimento nell’economia globale dopo anni di esclusione.

Turchia: Le autorità turche hanno arrestato più di 47 persone appartenenti alla municipalità di Istanbul con l’accusa di corruzione. Questi arresti rientrano in una più ampia repressione contro l’opposizione e che è iniziata a marzo con l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e maggiore rivale di Erdoğan, accusato di corruzione e di aver aiutato un gruppo terroristico. Il suo arresto ha causato proteste di massa e scontri con la polizia.
6. Cisgiordania: L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), sotto pressione per la nomina di un secondo in comando del suo anziano leader Mahmoud Abbas, ha creato una posizione di vicepresidente ed eventualmente un suo predecessore dopo un incontro con alti funzionari il 24 aprile. Per questo ruolo, ha nominato il suo stretto confidente Hussein al-Sheikh. Abbas, 89 anni, ha assunto il controllo dell’OLP e dell’Autorità Palestinese (PA) dopo la morte di Yasser Arafat nel 2004 e dal 2007 governa senza un consenso popolare dopo la sospensione del Parlamento. Da anni resiste alle pressioni per effettuare riforme interne, comprese la nomina di un successore.

Libano: Interrogato l’ex Ministro degli Interni, Nuhad Machnouk, per l’esplosione al porto di Beirut nel 2020. Dopo quasi 5 anni dall’esplosione che causò 250 morti, oltre seimila feriti e innumerevoli danni materiali, per la prima volta è stato interrogato un rappresentante politico, nello specifico il ministro degli interni in carica dal 2014 al 2018. L’inchiesta è portata avanti dal giudice Tareq Bitar ma, a causa di interferenze politiche, è stata sospesa per due anni. Il 16 gennaio, complice anche l’elezione di Joseph Aoun a Presidente della Repubblica, l’inchiesta è stata ufficialmente riaperta.
8. Tunisia: Le autorità tunisine hanno disposto l’arresto di Ahmed Souab, noto avvocato ed ex giudice, nonché critico del presidente Kais Saied. Souab era parte del team di difesa legale del maxi processo sulla cospirazione contro la sicurezza dello stato in cui decine di imputati, tra cui critici di Saied, sono stati condannati fino a 66 anni di carcere. L’arresto è stato disposto dopo che Souab ha criticato le pressioni politiche cui i giudici sono sottoposti. L’arresto di Souab ha scatenato una rabbia diffusa tra i partiti politici e i gruppi della società civile, che hanno affermato che il provvedimento rappresenta una pericolosa escalation della repressione del dissenso e segna un ulteriore rafforzamento del regime autoritario del Paese.

Iraq: il 17 aprile, il primo ministro iracheno Mohammed Shia al-Sudani ha incontrato in Qatar il presidente siriano Ahmed al-Sharaa. L’incontro, il primo tra i due leader, è avvenuto prima della prevista partecipazione di al-Sharaa al vertice arabo di Baghdad il 17 maggio. Inoltre, una delegazione irachena ha incontrato venerdì a Damasco il presidente siriano al-Sharaa per discutere del ripristino di un oleodotto iracheno che attraverso anche la Siria, oltre ad aver discusso di cooperazione in chiave anti-terrorismo, sicurezza delle frontiere e commercio bilaterale.

Giordania: la Giordania ha dichiarato fuorilegge la Fratellanza Musulmana, il gruppo di opposizione più attivo del Paese, e ne ha confiscato i beni dopo che alcuni membri del gruppo sono stati trovati legati a un complotto di sabotaggio, ha dichiarato il Ministro degli Interni Mazen Fraya. Non ci sono stati commenti immediati da parte del movimento, che opera legalmente in Giordania da decenni e ha un ampio sostegno di base nei principali centri urbani e decine di uffici in tutto il Paese.