Il Futuro del Settore Spaziale: Prospettive dalla IV Conferenza Nazionale di Geopolitica dello Spazio.


Organizzata dal Distretto Aerospaziale Campano e dal Club Atlantico di Napoli, in stretta collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ed il Centro Studi Militari Aeronautici (CESMA), la IV edizione della Conferenza ha affrontato il tema delle implicazioni geopolitiche, giuridiche, economiche e tecnologiche legate all’esplorazione dello spazio profondo.


Scenario Spaziale Campano e Italiano

Il 12 dicembre 2024, presso l’Auditorium Porta del Parco di Napoli, si è tenuta la IV Conferenza Nazionale di Geopolitica dello Spazio. Organizzato dal Distretto Aerospaziale Campano (DAC) e dal Club Atlantico di Napoli, l’evento ha analizzato le prospettive del settore spaziale in un contesto di trasformazione epocale.
L’iniziativa si inserisce nel quadro del progetto di riqualificazione del territorio di Bagnoli, promosso dal Commissario straordinario del Governo per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana del Sito di Interesse Nazionale (SIN) “Bagnoli-Coroglio”.
Il Distretto Aerospaziale della Campania coinvolge circa 200 stakeholders, tra cui grandi imprese, centri di ricerca, università, un vasto numero di piccole e medie imprese (PMI) e start-up, molte delle quali fanno parte di consorzi associati. Grazie al dinamismo tecnologico, accademico e industriale, la Campania si conferma un polo strategico per le tecnologie aerospaziali.
Da un punto di vista economico, il settore aerospaziale campano rappresenta il 58% del V.A. del settore nel Mezzogiorno ed il 18% del V.A. nazionale.[1] Inoltre, le economie della regione contribuiscono significativamente alla bilancia commerciale nazionale, con un export di 743 milioni di euro, pari al 10,6% del totale nazionale, nell’anno 2023, in crescita nel primo semestre del 2024.[2] Questi dati sottolineano il ruolo centrale della Campania nell’economia aerospaziale italiana.
Il contesto italiano dell’industria spaziale, caratterizzato da una filiera industriale completa e competitiva a livello internazionale, si nutre della relazione simbiotica tra le grandi imprese e la costellazione di PMI. Il DDL Spazio[3], presentato il 10 settembre 2024 dal Ministro delle Imprese e del Made In Italy, ha l’arduo compito di regolamentare le disposizioni in materia di economia dello spazio, promuovendo un necessario equilibrio tra la competitività delle grandi aziende ed il sostegno alle PMI, molte delle quali si concentrano nel Sud Italia. Escludere PMI e Start-up dal sistema rischierebbe di compromettere non solo l’intero settore, ma di aggravare l’endemica Questione Meridionale che caratterizza il divario economico della penisola.
Nel contesto delle attività spaziali, si distinguono quelle finalizzate allo sviluppo e all’utilizzo delle tecnologie spaziali, che non necessariamente si svolgono nello spazio extra-atmosferico. La maggior parte delle applicazioni spaziali, infatti, è strettamente collegata ad attività terrestri, trascendendo il tradizionale ambito dell’ingegneria aerospaziale.
La “non-space economy” comprende tutte le attività complementari alla space economy, che arricchiscono le tecnologie spaziali con ulteriori benefici e applicazioni. Queste includono settori come la difesa, l’analisi e gestione dei dati satellitari per scopi di geolocalizzazione, il monitoraggio ambientale, la prevenzione e gestione dei rischi, così come analisi geoeconomiche per il settore agricolo, dove i dati satellitari migliorano le strategie di coltivazione e gestione delle risorse.
Il settore spaziale, grazie alla sua capacità di innovazione, genera spillover significativi per altri settori industriali. Le tecnologie spaziali, caratterizzate da una forte interoperabilità, accelerano l’innovazione tecnologica e facilitano l’evoluzione di diversi comparti, ottimizzando processi e aumentando l’efficienza in numerose applicazioni industriali.

L’esplorazione spaziale: tra le lettere di corsa di Sir Francis Drake e la proprietà privata di John Locke

Durante la Lectio Magistralis tenuta dal Professore Emerito di Diritto delle Attività Spaziali e Diritto Internazionale, Sergio Marchisio, si è osservato come il paragone in calce all’evento “Lo spazio cosmico come il mare libero di Grozio, dai Galeoni di Sir Francis Drake alle Navi Spaziali di Elon Musk” sia calzante.
Sir Francis Drake, in quanto corsaro possedeva le lettere di corsa dell’impero britannico, così come Elon Musk, come i vari operatori spaziali, possiede licenze governative ed è autorizzato secondo le normative interne, in linea con l’art. 6 dell’Outer Space Treaty del 1967.[4]
Con l’avvento della nuova amministrazione Trump si cercherà di ovviare alle complesse fasi di regolamentazione interna, caratterizzate anche dalla normativa ITAR (International Traffic in Arms Regulations), che prevedono una serie normative stringenti che rallentano e limitano le potenzialità del settore spaziale statunitense in termini di competitività ed in termini di cooperazione industriale.
La volontà di de-regulation spaziale statunitense fa fronte alla cosiddetta “sindrome da art.6” secondo cui spesso la supervisione delle “autorità nazionali competenti” risulta limitante per le attività stesse. Nonostante gli USA siano il principale attore globale in ambito spaziale, riconoscono una certa stretta legislativa per le attività spaziali.
La natura privata dei futuri attori spaziali, deve essere concepito per un panorama di relazioni condotte da privati, secondo cui le agenzie spaziali risultano utenti dei servizi e non più fruitori. Simbolica in tal senso è la dismissione della Stazione Spaziale Internazionale, frutto di una storica e fruttuosa collaborazione internazionale, che avverrà nel 2030.

In sostituzione le stazioni spaziali saranno operate da privati che ne affitteranno l’operabilità in orbita a stakeholder, privati e/o pubblici. Tale evoluzione necessita di una regolamentazione progressiva che non detti il punto una volta che gli interessi siano già definiti e strutturati dalle parti, ma che abbia in riferimento i principi generali del Corpus Juris Spatialis.
Con l’avvento dei privati, le normative nazionali devono fare i conti con la necessità di definire un concetto patrimonialista all’interno del diritto spaziale, che deve però fare i conti con l’Outer Space Treaty del 1967 che definisce Res Communes Omnium il frutto delle attività spaziali. Infatti, l’art.1 dell’Outer Space Treaty definisce come “L’esplorazione e l’utilizzazione dello spazio extra-atmosferico, compresi la Luna e gli altri corpi celesti, saranno svolte a beneficio e nell’interesse di tutti i paesi, quale che sia il grado del loro sviluppo economico o scientifico e saranno appannaggio dell’intera umanità. […]”.
Molti stati, come Stati Uniti, Lussemburgo ed Emirati Arabi Uniti, hanno optato per una concezione di proprietà nel contesto delle attività spaziali, soprattutto per ciò che concerne l’utilizzo e lo sfruttamento delle risorse naturali.
Le normative sono strutturate secondo un principio di trasformazione del lavoro in proprietà, proprie della filosofia politica di John Locke nel Secondo trattato sul governo (1690). Egli sosteneva che la proprietà privata emerge naturalmente quando un individuo applica il proprio lavoro ad una risorsa comune. L’appropriazione, per Locke, risulta legittima solo finché non si spreca e si lascia abbastanza per gli altri. L’Outer Space Treaty afferma il beneficio per l’intera umanità, ma non pone limiti, né si oppone esplicitamente all’uso o all’estrazione di risorse da parte di enti di varia natura. Negli ultimi anni, normative come lo Space Act degli Stati Uniti (2015), o leggi simili adottate da Lussemburgo (2017) ed Emirati Arabi Uniti (2019) consentono alle aziende private di rivendicare la proprietà delle risorse che estraggono nello spazio.
Queste normative possono quindi essere viste come un’applicazione moderna del principio di Locke: il diritto alla proprietà derivante dal lavoro umano, in un contesto dove le risorse naturali sono considerate “comuni” ma disponibili per essere trasformate in proprietà attraverso l’impegno lavorativo.
Le idee di Locke affrontano anche i limiti morali dell’appropriazione. In un contesto globale, ciò solleva domande sulla distribuzione equa delle risorse, in quanto il secondo comma dell’art.1 dell’Outer Space Treaty sottolinea come “Lo spazio extra-atmosferico, compresi la Luna e gli altri corpi celesti, potrà essere esplorato e utilizzato liberamente da tutti gli Stati senza discriminazione di qualsiasi tipo, in condizioni di eguaglianza e in conformità del diritto internazionale […]”.
Sussiste quindi la necessità di normative in grado di stemperare i problemi derivanti tra le normative nazionali, le necessità dei privati e le questioni morali che scaturiscono dall’utilizzo privato di un bene considerato res communes omnium.
L’approccio della comunità internazionale, convenuto alla Conferenza, è quello della Soft Law, con azioni multilaterale in seno allo United Nations Office for Outer Space Affairs (UNOOSA). Tale soluzione ha le sue peculiarità, legate principalmente alla regola del Consensus, ossia l’approvazione di una risoluzione senza votazione formale, tramite una dichiarazione concertata previamente tra tutti gli Stati, che porta le risoluzioni ad assumere caratteri di principio generale.

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Artemide e Chang’e, confronto mitico

La crescente competizione tra grandi potenze, come gli Stati Uniti con gli Accordi Artemis e la Cina con il programma Chang’e, evidenzia la necessità di gestire il conflitto tra cooperazione internazionale e interessi nazionali.
Gli Accordi Artemis, che coinvolgono circa 50 stati (ad oggi, 12 dicembre 2024), sono una serie di principi sottoscritti dagli Stati Uniti e dai loro partner per regolamentare l’esplorazione spaziale, in particolare per l’esplorazione lunare. Includono normative riassumibili nei concetti di safety, security e sustainability, riguardanti rispettivamente la trasparenza delle operazioni spaziali, l’istituzione di safety zones, per la prevenzione da interferenze potenziali e la sostenibilità nell’utilizzo delle risorse.
La Cina, con il suo programma Chang’e, mira ad esplorare e usufruire delle risorse lunari, con l’obiettivo di costruire una base lunare in collaborazione con Roscosmos, l’agenzia spaziale russa. L’International Lunar Research Station (ILRS) nasce a sua volta come un piano di cooperazione multilaterale che racchiude diversi attori tra cui Venezuela, Sudafrica, Azerbaijan, Pakistan, Bielorussia, Egitto, Thailandia, Nicaragua, Serbia, Kazakhistan e Senegal.
Il programma Chang’e ha avuto diversi successi, come la raccolta di campioni lunari dal lato oscuro della Luna da parte delle sonde cinesi. Infatti, durante l’incontro istituzionale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping ha donato un campione del suolo lunare raccolto dalla sonda Chang’e 5 a “dimostrazione della cooperazione aerospaziale” tra Italia e Cina.[5]

Le visioni dello spazio hanno una visione comune, ossia che il primato nello spazio è conseguenza di un primato sulla Terra.

Da valutare risulterà l’approccio del neo rieletto Presidente Donald Trump, che per quanto risulti ostile nei confronti della Cina, ha invitato il presidente Xi Jinping a partecipare alla cerimonia di insediamento del 20 gennaio 2025.[6]


Note

[1] Intesa San Paolo (26 Novembre 2024). SRM: la Campania guida la crescita del settore aerospazio, +2,7% export
[2] Elaborazioni Osservatorio Economico MAECI su dati ISTAT
[3] https://documenti.camera.it/leg19/pdl/pdf/leg.19.pdl.camera.2026.19PDL0107950.pdf [4] Trattato sullo Spazio Extra-Atmosferico, Art. VI: Gli Stati Parte al presente Trattato sono internamente responsabili per le loro attività nello spazio, comprese quelle condotte da enti privati, e si impegnano a garantire che tali attività siano condotte in conformità con il presente Trattato. Gli Stati Parte si adopereranno affinché le attività spaziali siano supervisionate da autorità nazionali competenti. Inoltre, gli Stati Parte devono notificare tempestivamente alle Nazioni Unite qualsiasi attività spaziale che svolgano, come stabilito nel Trattato.
[5] Redazione ANSA (9 Novembre 2024). Xi regala a Mattarella un campione del suolo lunare – Ansa.it. Agenzia ANSA.

[6] Sky tg24, (12 dicembre 2024) Trump invita Xi Jinping alla cerimonia di insediamento da presidente


Foto copertina: Il Futuro del Settore Spaziale: Prospettive dalla IV Conferenza Nazionale di Geopolitica dello Spazio.