I guerrieri del Caucaso in Ucraina


Al-Shishani e i combattenti di Ichkeria


I primi anni in Cecenia

Una delle figure di spicco dei combattenti stranieri in Ucraina, dalla parte di Kiev, è il mujahid  Abdul Hakim Al-Shishani[1].
Ceceno, veterano delle guerre cecene, i conflitti che videro contrapposti la neonata Federazione Russa e la Repubblica Cecena; dopo la salita al potere del clan Kadyrov e il definitivo asservimento della Cecenia, andò a combattere in Siria.
Shishani è un “figlio di Marte”, un guerrigliero, ghazi[2] forgiato da mille battaglie, in Siria ha guidato il battaglione Ajnad al-Kavkaz ( i soldati del Caucaso).
Al-Shishani[3] è nato in un sobborgo di Groznyj nel 1981 con il nome di Ruslan Azhiyev, a 18 anni, nel 1999 prese parte alla  seconda guerra cecena,  scalando i ranghi per il suo coraggio, le sue tattiche eccezionali e l’ardore che sapeva infondere ai suoi commilitoni, lo si potrebbe descrivere con la frase di sallustiana memoria vel imperatore vel milite me utimini! Neque animus neque corpus a vobis aberit[4].
Nel 2007 le sue azione gli fecero guadagnare la promozione a capo del settore centrale della Cecenia, una sezione controllata dal Kavkazskij Ėmirat[5], l’Emirato del Caucaso[6], divenendo emiro di Groznyj.

Nel 2009, durante una scontro alla periferia della capitale cecena, contro una pattuglia russa Azhiyev venne gravemente ferito a causa di un’esplosivo, le dinamiche dello scontro non sono mai state del tutto chiarite; secondo le prime ricostruzione pare che qualcuno avesse comunicato alle forze di Mosca la presenza di Azhiyev in quella pattuglia, nello scontro perse tre dita ed ebbe una grave ferita all’occhio.
I mujahidin ceceni riuscirono a trascinare fuori dalla battaglia Azhiyev verdito gravemente; da quel momento la sua presenza comincia ad essere evanescente.
Secondo fonti mai confermate riuscì a prendere un volo diretto in Polonia, dove c’era una piccola comunità in diaspora di ceceni, che godevano di una certa influenza, ricevendo le cure in un’ospedale polacco, sotto falso nome[7].

Leggi anche:

La fuga in Turchia e il jihad in Siria

Nel frattempo le sorti della Cecenia volgevano oramai al peggio e Azhiyev decise di continuare il jihad in altri fronti; dapprima si recò in Georgia allargando i propri contatti con i combattenti georgiani, fortemente ostili ai russi e da lì poi in Turchia.
In Turchia vi rimase circa tre anni, ampliando la propria base di conoscenze e ricevendo sostanziosi dai servizi segreti turchi per combattere le forze di Assad in Siria.
Nel 2012 con un gruppo di ceceni fedeli alla causa arrivò in Siria, con il suo battaglione l’Ajnad al-Kavkaz, più precisamente nella base del Kata’ib Ansar al-Sham, i Sostenitori del Battaglione del Levante, una formazione islamista.
Tra il 2012 e il 2014, l’Ajnad al-Kavkaz arrivò a contare circa 200 membri, molti dei quali affluirono dalla Cecenia occupata e dalle comunità che vivevano in diaspora dall’Occidente; Azhiyev che aveva cambiato il proprio nome Abdul Hakim Al-Shishani.  Al-Shishani[8] è una parola araba, che indica letteralmente “i ceceni”, cognome molto comune e diffuso fra i ceceni in diaspora e adottato anche da molti ghazi e mujahidin; mentre Hakim, richiama il più noto califfo fatimide, nonché personalità venerata dai Drusi del Libano, al-Ḥākim bi-amri llāh, ossia “Il governante  per decreto di Dio”.
Il Siria l’Ajnad al-Kavkaz portò avanti delle azioni di guerriglia contro le formazioni di Assad prima, con attacchi che ricordano la παραδρομή[9] e le al-thaghr[10], coordinando le proprie operazioni con Jabhat al-nuṣra li-ahl al-Shām, ossia il “Fronte del soccorso al popolo di Siria”, e il Partito Islamico del Turkestan, composto da esuli uiguri ed uzbeki.
Al-Shishani riuscì in questi anni a mantenere buoni rapporti contro tutti i gruppi ribelli nel nord della Siria, anche con Hay’at Tahrir al-Sham, l’Organizzazione per la liberazione del Levante composta da milizie foraggiate dalla Turchia.
Sebbene una stampa occidentale abbia descritto Al-Shishani e il suo gruppo come vicino a Daesh, non ci sono prove concrete che i due gruppi abbiano avuto contatti; ciò è stato dimostrato dallo strappo che si ebbe nel 2017 fra l’Ajnad al-Kavkaz e Hay’at Tahrir al-Sham, quest’ultima vicinissima al Califfato Islamico. L’Organizzazione per la liberazione del Levante infatti voleva che il gruppo dei ceceni comandato da Al-Shishani passasse sotto la propria bandiera.
Con l’intervento dei russi in Siria Al-Shishani ingrosso le proprie fila, raggiungendo il numero all’incirca di 400 uomini; le operazione si svolgevano principalmente nell’area della foresta di Latakia, famosa per il suo tabacco dal gusto molto pungente, ed Idlib.
Sul finire del 2017 dopo la rottura con l’Organizzazione per la Liberazione del Levante, A-Shishani sciolse il suo gruppo e ritornò in Turchia, avendo in mente di riaccendere la lotta in Cecenia.
Il 2 novembre 2021 fu sventato un attentato nei suoi confronti su suolo turco, forse preparato dalle stesse autorità di Ankara; il gruppo composto da sei ceceni pare fosse vicino al clan di Kadyrov, che riuscì a trasbordare in Turchia con la complicità delle autorità locali.

L’arrivo in Ucraina

Tra il 2021 e il 2022 Al-Shishani prese contatti con le autorità in esilio della Repubblica di Ichkeria divenendo il portavoce del presidente della Repubblica di Ichkeria Akhmed Halidovich Zakayev, ottenendo il grado di colonnello del battaglione Sheik Mansur.
Con lo scoppio delle ostilità in Ucraina, nel febbraio 2022, Al-Shishani rispose alla chiamato, giungendo in aiuto degli ucraini per combattere ancora una volta i russi; la sua ricomparsa sulla scena pubblica, canali russi e occidentali lo hanno dato per morto una dozzina di volte, ha acceso gli animi di molti mussulmani caucasici e asiatici, facendo ingrossare le fila del battaglione Sheik Mansur, attirando russi, tajiki, uzbeki, ceceni, ingusci.
Abdul Hakim al-Shishani è apparso ufficialmente sul fronte di Bakhmut, nel settembre 2022, dichiarando: “La guerra qui in Ucraina è certamente su larga scala, ma non è molto diversa da quella che abbiamo combattuto in Siria. Come il regime siriano così i russi non possono essere combattuti in campo aperto, questo causerebbe elevate perdite, ma ci vuole una guerra di attrito, con azioni mirate condotte da piccoli gruppi. I mercenari russi della Wagner, che ho combattuto anche in Siria non sono persone umane, sono totalmente pazzi. Quando combattono si ha limpressione che non conoscano la paura. Non puoi fermarli, puoi solo ucciderli[11].”
Zelenksy, Presidente ucraino, in una recente legge approvata dal Parlamento, ha riconosciuto la Repubblica Cecena di Ichkeria, il governo in esilio della Cecenia, come governo legittimo, riconoscendo quello di Kadyrov come una forza di occupazione. La Risoluzione del Parlamento riconosce in Al-Shishani come vice di Zakhayev, Presidente dell’Ichkeria.


Note

[1]https://www.counterextremism.com/extremists/abdul-hakim-al-shishani. [2]https://books.google.it/books?id=5F-JEmNr9yUC&redir_esc=y. [3]https://proza.ru/2019/03/18/1382.
[4] “Servitemi di me o come comandante o come soldato! Il mio animo e il mio corpo non vi abbandoneranno”, De coniuratione Catilinae, 20.
[5] https://web.archive.org/web/20171009185250/https://ctc.usma.edu/posts/the-caucasus-emirate-from-anti-colonialist-roots-to-salafi-jihad. [6]https://web.archive.org/web/20090524194330/http://caucasus.wordpress.com/2007/12/02/the-statement-by-amir-dokka-umarov-about-the-declaration-of-the-caucasus-emirate-07102007/.
[7]https://www.counterextremism.com/extremists/abdul-hakim-al-shishani. [8]https://forebears.io/surnames/al-shishani.
[9] L’incursione e la veloce ritirata, utilizzata lungo i confini bizantini, durante le guerre arabo-bizantine dell’IX secolo.
[10] Letteralmente brecce o aperture, erano le terre di nessuno in Asia minore dove si combatterono arabi e bizantini per oltre un secolo.
[11] https://www.danielegarofalomonitoring.com/p/what-is-the-story-of-abdul-hakim


Foto copertina: I guerrieri del Caucaso di Al-Shishani in Ucraina