Articolo pubblicato su SpecialEurasia. Traduzione a cura di Aurora Minieri
La possibile firma del PACG potrebbe sostenere il desiderio del Pakistan di svolgere un ruolo strategico e logistico nel mercato energetico eurasiatico, collegando corridoi di transito e gasdotti.
Il 17 marzo 2022, il Ministro delle finanze pakistano Shaukat Fayyaz Ahmed Tarin ha dichiarato che il Pakistan si interesserà a rilanciare il suo progetto con l’Iran quando il PACG sarà finalizzato. Inoltre, Islamabad non interromperà le collaborazioni in corso con le società russe nel campo del petrolio e del gas.
Il Pakistan è l’undicesimo importatore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL). Per soddisfare la domanda interna, Islamabad ha costruito diversi terminali di importazione di GNL. Il paese ha un vasto sistema di gasdotti di oltre 100.000 km per la distribuzione domestica. Poiché le importazioni di GNL sono molto più costose delle forniture attraverso i gasdotti regionali, il Pakistan non vede l’ora di realizzare diversi progetti infrastrutturali con i paesi vicini.
Il piano per la costruzione di un gasdotto per l’importazione di gas iraniano in Pakistan è stato sospeso a causa delle sanzioni imposte a Teheran. Il Ministro delle finanze pakistano, Shaukat Fayyaz Ahmed Tarin, ha affermato che l’accordo internazionale per rinnovare il Piano d’azione congiunto globale (PACG) consentirebbe al Pakistan di riprendere il suo progetto con Teheran.
Tarin ha sottolineato che sarebbe più economico dell’importazione di GNL in quanto si tratterà di una “porta accanto”, a vantaggio dell’economia pakistana[1]. Negli ultimi anni, il Pakistan si è avvicinato anche alla Russia per migliorare la sua sicurezza energetica. Le autorità del Paese ritengono che compromettere i legami con la Russia sarebbe troppo costoso. Tarin ha espresso la speranza di una pronta visita da parte dei funzionari russi presso il suo paese per finalizzare l’accordo sul gasdotto Pakistan Stream a seguito della visita del Primo ministro Imran Khan a Mosca il mese scorso. Un gruppo di società russe costruirà l’oleodotto e il suo costo è stimato in oltre 2 miliardi di dollari.
Il Ministro ha inoltre sottolineato che un progetto di gasdotto congiunto è già in costruzione da parte di società russe e trasporterà GNL dal Pakistan meridionale al nord.
Tarin ha giustificato l’accordo affermando che era stato firmato prima della crisi ucraina e che, nonostante le pressioni occidentali sulla Russia, attualmente, questa è la scelta migliore per il Pakistan. Le sanzioni imposte alla Russia potrebbero minacciare la costruzione del Pakistan Stream Gas Pipeline (PSGP) e il progetto di gasdotto della compagnia energetica statale russa Gazprom nelle acque aperte del Pakistan.
Il Pakistan è stato anche coinvolto nel gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI). Il progetto è stato ritardato dopo la caduta del governo Ghani in Afghanistan. L’Emirato islamico, che ha preso il potere nel Paese, ha mostrato interesse nel rilanciare il progetto e il Cremlino ha suggerito che la Russia potrebbe sostenerlo.
Perché è importante?
A seguito della perdurante crisi ucraina, la nuova strategia energetica europea ha determinato l’aumento dei prezzi del petrolio e del gas e la problematica disponibilità delle risorse energetiche.
L’Europa sta cercando di sostituire il gas russo con il GNL degli Stati Uniti, del Medio Oriente e dell’Africa. Di conseguenza, a causa dei redditi più attraenti, parte del petrolio e del gas precedentemente consegnati in Asia è stato improvvisamente reindirizzato al mondo occidentale. I Paesi del Golfo, dai quali anche il Pakistan importa forniture di energia, hanno affermato con fermezza che non è possibile aumentare la produzione al livello che sarebbe stato necessario nella situazione attuale.
Il Pakistan ha una crescente domanda interna che il paese soddisfa con le importazioni di GNL. Poiché sarebbe più economico importare gas dai paesi vicini tramite gasdotti, il Pakistan è alla ricerca di partner in Eurasia che possano soddisfare le sue esigenze.
Gli attori regionali potrebbero trarre vantaggio da progetti congiunti con il Pakistan.
Il paese fa parte della Cooperazione economica regionale dell’Asia centrale (CAREC) dal 2010 e ha ricevuto investimenti dall’Asian Development Bank (ADB).
Il corridoio CAREC attraversa la Cina e il Tagikistan, raggiungendo il Pakistan. Islamabad potrebbe fornire ai paesi dell’Asia centrale l’accesso ai mercati globali attraverso i porti di Gwadar, Qasim e Karachi. Tuttavia, il Pakistan è probabilmente l’unico paese che potrebbe garantire corridoi attraverso l’Afghanistan. In particolare, ci sono diversi progetti CAREC riguardanti l’Afghanistan, come il corridoio economico Kabul-Karachi e l’autostrada Peshawar-Torkham.
Il Pakistan mira a diventare un hub di transito regionale per l’energia e il commercio. Come ha fatto la Turchia, che ha sviluppato le sue infrastrutture per sfruttare la sua posizione geostrategica e diventare un collegamento tra Asia ed Europa, Islamabad sta sviluppando le sue infrastrutture per diventare un corridoio per i mercati eurasiatici, sfruttando anche gli stretti rapporti con la Cina. In effetti, il China-Pakistan Economic Corridor (CPEC) fa parte della Belt and Road Initiative (BRI). Islamabad ha un accordo di libero scambio con Pechino. Le risorse energetiche potrebbero passare attraverso il Pakistan dall’Asia centrale e dal Medio Oriente fino all’Afghanistan e alla Cina. L’Afghanistan, senza sbocco sul mare, otterrà forniture di energia e l’accesso alle acque di mare aperto, mentre la Cina guadagnerà strade alternative alle acque contese nell’Indo-Pacifico.
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Note
[1] https://www.specialeurasia.com/2022/03/08/ukraine-iran-energy-export/
Foto copertina: Pakistan PACG. TeheranTimes