Il supporto della Tunisia alla causa palestinese    


La Tunisia ha da sempre supportato la causa della Palestina ed ha respinto con forza la normalizzazione con Israele. Ciononostante si è astenuta alla risoluzione ONU che chiedeva una “pausa umanitaria” a Gaza.


La solidarietà tunisina alla causa palestinese è nota, e le numerose manifestazioni sorte in reazione alle violenze a Gaza hanno unito la popolazione di ogni estrazione e fascia d’età. Migliaia di tunisini sono scesi in piazza a cadenza regolare per dimostrare il supporto e lo stesso governo ha da subito espresso il suo totale sostegno al popolo palestinese.
Il parlamento si è riunito in una sessione speciale per discutere una legge che mira a criminalizzare qualunque normalizzazione dei legami con Israele, sia diretti sia indiretti, con multe fino a 100.000 dinari tunisini e la reclusione da 6 a 12 anni. [1] Eppure, la Tunisia si è astenuta nelle votazioni alla risoluzione del 27 ottobre dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiedeva una tregua umanitaria a Gaza, sollevando molti interrogativi circa questa presa di posizione.
Tarek El-Adab, ambasciatore tunisino alle Nazioni Unite, ha giustificato l’astensione del Paese dichiarando che “il testo non contiene una condanna ferma ed esplicita dei crimini di guerra e del genocidio commessi dalle forze di occupazione. Inoltre, il testo non chiede che l’occupante sia ritenuto responsabile dei suoi crimini, non indica chiaramente la richiesta di un cessate il fuoco immediato e mette sullo stesso piano la vittima e il carnefice.”[2]
Lo stesso presidente Kaïs Saïed, in una riunione tenutasi lo stesso giorno con il ministro degli Affari Esteri, Nabil Ammar, ha ribadito la necessità per la Tunisia di assumere una posizione forte all’interno del Consiglio di Sicurezza ONU “perché il diritto palestinese non può essere un’asta diplomatica per ridefinire i confini della regione”.[3]

Secondo alcuni analisti[4], tuttavia, questa decisione deriva dall’abitudine di Kaïs Saïed di prendere posizioni contraddittorie che gli permettono di distinguersi in nome del detto “bene o male, l’importante è che se ne parli”.
Nonostante le buone intenzioni a favore del popolo palestinese, le giustificazioni fornite appaiono deboli e comunque lontane dalla realtà.
Eloquente in questo senso è l’assenza della leadership tunisina al Vertice del Cairo che, per quanto sia stato inefficace per una serie di ragioni, dimostra che Saïed più che rafforzare indebolisce la posizione del Paese.

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Radici storiche del sostegno tunisino alla causa palestinese

La costituzione tunisina nel suo preambolo sancisce l’impegno dello Stato a difendere i diritti legittimi dei popoli all’autodeterminazione, “primo fra tutti il diritto del popolo palestinese sulla sua terra depredata e sulla creazione di uno Stato sulla terra liberata con Gerusalemme come capitale.”[5]
Nel corso della sua storia, la Tunisia ha sempre dimostrato un costante impegno nel sostenere la lotta del popolo palestinese tanto che negli anni Ottanta ha ospitato sul proprio territorio il quartier generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), dopo l’espulsione dal Libano. Vicinanza che ha portato anche qualche problema a Tunisi. Nel 1985 con l’operazione “Gamba di Legno”, condannata dalla Nazioni Unite, un raid israeliano colpì la sede dell’OLP a Hammam Chott provocando 50 morti.
Riguardo alla questione della normalizzazione, il ministro degli esteri Nabil Ammar ha rivelato che Israele ha tentato di convincere la Tunisia a normalizzare le sue relazioni, ma che rimane fuori questione e che la Tunisia rimane impegnata nella causa palestinese. [6]

Le ambizioni di Saïed sul piano internazionale

In questa questione, emerge l’ambizione di Saïed di imporsi come leader forte sul piano internazionale.
Ma la Tunisia è sempre più isolata.

Dopo tre anni di presidenza, il presidente tunisino non persegue una politica estera coerente.
Salito al potere nell’ottobre 2019, Saïed, quasi privo di esperienza politica, si è presentato come un leader outsider, portavoce solo del volere popolare. In un’intervista del 2019 ha, infatti, dichiarato che non avrebbe seguito “nessun asse. Mi allineerò alla volontà del popolo.”[7]
Saïed non ha affrontato i problemi economici strutturali che attanagliano il Paese nord africano ma si è concentrato unicamente sul rafforzamento del proprio potere politico, processo che ha raggiunto il culmine il 25 luglio 2021, segnando la deriva autoritaria della Tunisia.
Al contrario, ha allontanato gli investimenti stranieri.     

Un mese fa, nel pieno della profonda crisi economica, ha dimesso il ministro dell’economia Samir Saïed, il cui posto è stato preso temporaneamente dal ministro delle finanze, Sihem Boughdiri. [8]
La decisione è avvenuta dopo che Samir Saïed avrebbe definito “vitale” un accordo con l’IMF per ottenere altri finanziamenti esteri. [9]       
Il problema fondamentale di questa decisione risiede nel fatto che la Tunisia è da tempo impegnata con un’ardua negoziazione con il Fondo Monetario Internazionale per chiedere un prestito di due miliari di dollari per far fronte al deficit di bilancio.
A ciò si aggiunge l’isolamento nel continente africano, a seguito delle parole di Saïed il quale ha dichiarato che “le orde di migranti clandestini” provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana sono parte di un disegno più grande che mira a modificare il carattere arabo-musulmano della Tunisia. [10]   

Queste dichiarazioni hanno subito incontrato una dura condanna da parte dell’Unione Africana in quanto “contrari allo spirito della nostra organizzazione e dei nostri principi fondanti.”[11]
D’altronde, anche durante la campagna elettorale gli obiettivi di politica estera sono apparsi piuttosto limitati e gli sforzi si sono concentrati sul conflitto libico, dossier urgente per ragioni di vicinanza geografica.

E sebbene la questione palestinese abbia unito la popolazione tunisina, l’isolamento di Saïed cresce sia sul piano interno sia sul piano regionale ed internazionale.


Note

[1] Adel Bin Ibrahim Bin Elhady Elthabti, تونس.. تجريم التطبيع مع إسرائيل مبدأ أم مزايدة سياسية؟ ( تحليل), 13 novembre 2023, al link: https://www.aa.com.tr/ar/%D8%A3%D8%AE%D8%A8%D8%A7%D8%B1-%D8%AA%D8%AD%D9%84%D9%8A%D9%84%D9%8A%D8%A9/%D8%AA%D9%88%D9%86%D8%B3-%D8%AA%D8%AC%D8%B1%D9%8A%D9%85-%D8%A7%D9%84%D8%AA%D8%B7%D8%A8%D9%8A%D8%B9-%D9%85%D8%B9-%D8%A5%D8%B3%D8%B1%D8%A7%D8%A6%D9%8A%D9%84-%D9%85%D8%A8%D8%AF%D8%A3-%D8%A3%D9%85-%D9%85%D8%B2%D8%A7%D9%8A%D8%AF%D8%A9-%D8%B3%D9%8A%D8%A7%D8%B3%D9%8A%D8%A9-%D8%AA%D8%AD%D9%84%D9%8A%D9%84/3052119

[2] Business News, Gaza – La Tunisie explique son vote d’abstention sur la résolution onusienne, 28 ottobre 2023, al link: https://www.businessnews.com.tn/gaza-la-tunisie-explique-son-vote-dabstention-sur-la-resolution-onusienne,520,133077,3

[3] Business News,  Saïed : le droit palestinien ne peut être une vente aux enchères diplomatiques, 27 ottobre 2023, al link: https://www.businessnews.com.tn/saied–le-droit-palestinien-ne-peut-etre-une-vente-aux-eneres-diplomatiques,520,133075,3

[4] Thomas Paillaute, En Tunisie, une diplomatie sans direction claire face à la crise palestinienne, Jeune Afrique, 2 novembre 2023, al link: https://www.jeuneafrique.com/1499540/politique/en-tunisie-une-diplomatie-sans-direction-claire-face-a-la-crise-palestinienne/

[5] DCAF Tunisie, Décret Présidentiel n° 2022-691 du 17 août 2022, portant promulgation de la Constitution de la République tunisienne https://legislation-securite.tn/law/105339

[6] Secondo il presidente Kais Saied, la parola “normalizzazione” non esiste nel suo dizionario. African Manager, Normalisation: Les vaines tentatives d’Israël envers la Tunisie, 28 settembre 2023, al link:
https://africanmanager.com/normalisation-les-vaines-tentatives-disrael-envers-la-tunisie/

[7] Achraa, “الشارع المغاربي” تنشر حوار قيس سعيد كاملا, 12 giugno 2019, al link: https://acharaa.com/%D8%A7%D9%84%D8%B1%D8%A6%D9%8A%D8%B3%D9%8A%D8%A9/%D8%A7%D9%84%D8%B4%D8%A7%D8%B1%D8%B9-%D8%A7%D9%84%D9%85%D8%BA%D8%A7%D8%B1%D8%A8%D9%8A-%D8%AA%D9%86%D8%B4%D8%B1-%D8%AD%D9%88%D8%A7%D8%B1-%D9%82%D9%8A%D8%B3-%D8%B3%D8%B9%D9%8A%D8%AF-%D9%83%D8%A7%D9%85/

[8] Jeune Afrique, En Tunisie, Kaïs Saïed limoge le ministre de l’Économie, 18 ottobre 2023, al link: https://www.jeuneafrique.com/1494447/politique/en-tunisie-kais-saied-limoge-le-ministre-de-leconomie/

[9] Reuters,  Tunisia president sacks the economy minister over statement about IMF, 17 ottobre 2023, al link: https://www.reuters.com/world/africa/tunisia-president-sacks-economy-minister-over-statement-about-imf-2023-10-17/

[10]  France 24, Le président tunisien prône des “mesures urgentes” contre l’immigration subsaharienne, 2 febbraio 2023, al link: https://www.france24.com/fr/afrique/20230221-le-pr%C3%A9sident-tunisien-pr%C3%B4ne-des-mesures-urgentes-contre-l-immigration-subsaharienne

[11] Al Arabiya, AU condemns Tunisia’s president ‘shocking’ statement on migrants, 25 febbraio 2023, al link: https://english.alarabiya.net/News/north-africa/2023/02/25/AU-condemns-Tunisia-s-president-shocking-statement-on-migrants


Foto copertina: in Tunisia una manifestazione in sostegno della Palestina