Approfondimento storico su Kaliningrad, l’exclave della Federazione Russa compresa tra Lituania e Polonia e sul perché sia finita sotto i riflettori del conflitto russo-ucraino.
Dai cavalieri teutonici alla Grande guerra
L’insediamento originario della città si è sviluppato nel corso dei secoli intorno al suo porto, fondato a metà del 1200 dall’ordine religioso dei Cavalieri Teutonici, che le diedero il nome di Königsberg. Il carattere cosmopolita della città ha contribuito nel corso dei secoli ad aumentarne il prestigio, rendendola uno dei centri di maggiore importanza del Regno di Prussia, storico feudo della dinastia Hohenzollern, che avrebbe poi compiuto l’unificazione germanica e governato l’Impero tedesco fino alla disfatta della Prima Guerra Mondiale.[1] Importantissimo snodo commerciale (grazie all’assenza di ghiacciai che hanno permesso al suo porto di essere uno di maggiori hub del nord Europa) fino al Diciannovesimo secolo, Königsberg fu una delle più ricche e importanti città del europee, un centro culturale di enorme rilievo noto per i suoi magnifici monumenti storici. La città è anche famosa per essere il luogo in cui nacque e visse il filosofo Immanuel Kant, oltre che per aver dato i natali ad intellettuali del calibro dello scrittore E. T. A. Hoffmann e della filosofa Hannah Arendt.[2]
A seguito della sconfitta tedesca nella Grand Guerra, l’Impero venne smembrato, e fu in questa occasione che, per la prima volta, la città divenne un’exclave. Infatti, la Prussia orientale (con Königsberg al centro) fu staccata dal resto del territorio amministrativo tedesco, e separata da uno stretto corridoio (il cosiddetto corridoio di Danzica) di proprietà della Polonia. Non è un caso che ricollegare la Prussia orientale al resto della Germania divenne uno degli obiettivi principali di Adolf Hitler il cui piano per un “Grande Reich” non poteva certo contemplare una tale mutilazione territoriale. L’invasione della Polonia da parte del regime nazionalsocialista era dunque funzionale a tale disegno e costituì, di fatto, il casus belli per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Da Königsberg a Kaliningrad
Königsberg, durante il conflitto, conobbe una terribile devastazione dovuta ai bombardamenti degli Alleati che la privarono del patrimonio storico artistico che fino a quel momento aveva potuto vantare. Al termine della capitolazione dell’Asse, la città fu conquistata dall’Armata Rossa e i trattati di pace la assegnarono all’Unione Sovietica, la quale la rinominò in Kaliningrad, in onore del rivoluzionario Michail Kalinin, Presidente (dal 1922) del comitato esecutivo centrale dell’URSS e, dal 1938 sino alla morte, presidente del Presidium del Consiglio supremo dell’URSS.[3]
L’Unione Sovietica operò una decisa serie di azioni volte a cancellare il passato tedesco della città: non solo furono abbattuti importanti edifici monumentali, ma le autorità comuniste attuarono quello che, a tutti gli effetti, può essere definito come un piano di sostituzione etnica in favore della popolazione russa.
Durante la Guerra Fredda, Kaliningrad non fu certo un’exclave rispetto al blocco socialista, essendo al tempo Lituania e Polonia due repubbliche sovietiche. La città divenne allora un imponente avamposto militare dell’Armata Rossa, nella quale vennero stanziati almeno 100mila soldati oltre che una porzione consistente dell’arsenale nucleare sovietico.
Con il crollo dell’URSS, Kaliningrad (ormai ridotta, come accennato, ad un enorme magazzino militare) subì una grave crisi economica; la città, un tempo fiorente polo economico, culturale e commerciale, era ormai divenuta un sobborgo di uno stato dissolto, ora nuovamente exclave compresa tra Lituania e Polonia, ridivenuti stati autonomi. Un celebre articolo del 2004 di Politico tracciava un quadro che definire “triste” risulterebbe eufemistico: quella che un tempo era il gioiello della corona Prussiana, era ormai assimilabile ad “un’Alaska della Russia”, schiacciata dalla morsa congiunta di una povertà estrema e della criminalità organizzata[4].
“Il punto debole della NATO”
E’ facile comprendere come, a seguito dell’ingresso di Polonia e Lituania nella NATO, la situazione si sia complicata e il singolare status di Kaliningrad rappresenti uno dei punti più difficili del rapporto tra l’Occidente e la Federazione Russa. Nonostante nel 2002 si fosse arrivato ad un’intesa tra la Russia e l’Unione Europea per consentire il passaggio dei cittadini russi residenti a Kaliningrad verso la madrepatria senza eccessivi impedimenti burocratici, il quadro è tornato a peggiorare a causa dell’aggressività della politica estera del Presidente Putin, il quale ha optato per “riarmare” l’exclave. Nel 2012, infatti, a Kaliningrad sono stati schierati i sistemi antimissile S-400 e, nel 2016, il sistema missilistico d’attacco Iskander, che costituisce uno dei fiori all’occhiello della macchina bellica russa in grado anche di trasportare testate nucleari a lungo raggio. La gran parte degli analisti è concorde nello stimare tuttora come certa la presenza di armi nucleari a Kaliningrad, e l’ipotesi parrebbe confermata dalle stime dello stesso governo della Lituania. Molti considerano l’exclave essere, di fatto, “il punto debole della NATO”[5], in quanto è attualmente probabile che un eventuale attacco missilistico russo ai membri europei dell’Alleanza Atlantica partirebbe proprio da Kaliningrad.
La tensione ha registrato un nuovo picco nell’ultimo periodo, nel quadro dell’invasione russa dell’Ucraina e dell’imponente risposta sanzionatoria che l’Europa ha opposto alla Russia. Infatti, in ossequio al quarto pacchetto di sanzioni europee, nella seconda metà di Giugno 2022 la Lituania ha deciso di bloccare per circa il 50% le merci sanzionate e in arrivo dalla Russia tramite rotaia. Il passaggio resta aperto via nave e via aerea.[6] Il Cremlino ha annunciato una reazione “appropriata” a queste misure “ostili”.[7]
“La Lituania sta attuando le misure restrittive dell’Unione europea imposte all’unanimità alla Russia dal Consiglio negli ultimi mesi, in risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Ovviamente non si tratta di ‘blocco’, abbiamo sempre detto che la fornitura a Kaliningrad di beni essenziali rimane senza ostacoli”, ha precisato il portavoce della Commissione Europea, Eric Mamer.
“Non ci sono molti Paesi in Europa che non sono stati minacciati dalla Russia, la Lituania è fra questi. Noi stiamo solo applicando il quarto pacchetto di sanzioni Ue, non è questione bilaterale fra noi e la Russia ma tra la Russia e l’Unione Europea. Forse c’è bisogno di stabilire le regole più precisamente ma anche dopo continueremo ad applicare le sanzioni secondo le regole stabilite dall’UE. Noi ci aspettiamo di ricevere solidarietà per quanto sta accadendo e solleverò la questione coi leader”, ha dichiarato il presidente della Lituania Gitanas Nausėda arrivando al Consiglio Europeo.
“A Kaliningrad non c’è un blocco. La Lituania sta applicando le linee guida della Commissione sulle sanzioni. Ma il SEAE (Servizio Europeo per l’Azione Esterna, la diplomazia Ue) rivedrà le linee guida per chiarire che non vogliamo bloccare o impedire il traffico tra Kaliningrad e la Russia, ma solo impedire aggiramenti delle sanzioni. Entrambe le cose dovrebbero essere possibili e ci stiamo lavorando. Non c’è un blocco, ma controlli su alcune merci, che vanno svolti in modo intelligente, senza bloccare il traffico”, ha detto a Bruxelles l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, esortando dunque le stesse autorità doganali lituane ad una minore intransigenza.[8]
Ad oggi la situazione sembra parzialmente rientrata, ma è opportuno continuare ad osservarla con attenzione. Kaliningrad è e rimarrà uno dei tratti più difficili delle relazioni tra Russia e Occidente, in particolare fin quando la brutale aggressione di Mosca alla sovranità Ucraina non cesserà. Permarrà, per l’Occidente e in particolare per la NATO e la UE, la problematicità costituita da quella che, a tutti gli effetti, è un’enorme base militare a cielo aperto dotata di capacità nucleare a due passi dal cuore dell’Europa.
Note
[1] https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/21/news/kaliningrad_la_preziosa_exclave_russa_sul_mar_baltico-354871173/
[2] https://www.ilpost.it/2022/06/22/kaliningrad/
[3] https://www.ilriformista.it/cose-kaliningrad-lexclave-russa-nuovo-fronte-della-guerra-in-ucraina-dopo-il-blocco-alle-merci-della-lituania-306967/?refresh_ce
[4] https://www.politico.eu/article/kaliningrad-the-former-jewel-in-prussian-crown-is-russian-alaska/
[5] https://www.ilpost.it/2022/03/29/lituania-suwalki-nato-russia/
[6]https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/20/news/blocco_di_kaliningrad_si_riaccende_la_tensione_europarussia-354732012/
[7] https://www.geopop.it/cose-kaliningrad-e-perche-il-suo-blocco-potrebbe-espandere-la-guerra-tra-russia-e-ucraina/
[8] https://www.ilriformista.it/cose-kaliningrad-lexclave-russa-nuovo-fronte-della-guerra-in-ucraina-dopo-il-blocco-alle-merci-della-lituania-306967/?refresh_ce
Foto copertina: The historic city center of Kaliningrad. Wikipedia