Gli Stati che si affacciano sul bacino del Mediterraneo hanno reiterato l’intenzione di promuovere delle iniziative congiunte in settori chiave attraverso il Programma NEXT MED 2021-2027.
A cura di Claudia Marano
Un’introduzione alla cooperazione territoriale europea
Nell’ambito della politica di coesione, l’Unione Europea promuove la cooperazione tra regioni e Paesi per aiutarli nello sviluppo economico e sociale e per affrontare gli ostacoli posti dalle frontiere[1]: a tale fine nel 1990 è nata la Cooperazione Territoriale Europea (CTE). A partire dal ciclo di programmazione 2007-2013, la CTE è uno dei macro-obiettivi della politica di coesione, insieme a Convergenza e Competitività regionale e occupazione nel ciclo di programmazione 2007-2013 (articolo 3, comma 2 del Regolamento (UE) 2006/1083) e all’Obiettivo investimenti per la crescita e l’occupazione nei cicli successivi (articolo 89, comma 2 del Regolamento (UE) 2013/1303 e articolo 5, comma 2 del Regolamento (UE) 2021/1060)[2]. Inoltre, per il periodo 2021-2027 è previsto un apposito atto, ovvero il Regolamento (UE) 2021/1059 recante disposizioni specifiche sostenuto dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e dagli strumenti di finanziamento esterno, in particolare lo strumento per i Paesi in pre-adesione (IPA III) e lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI). Da sottolineare è che nel negoziato sul Regolamento Interreg, il contributo dell’Italia è stato decisivo per il ripristino, approvato nel Consiglio Affari Generali del novembre 2018, della specificità della componente relativa ai programmi transfrontalieri marittimi, assente nella proposta originaria della Commissione[3].
Attualmente la CTE presenta i due obiettivi specifici di migliorare la governance della cooperazione e di avere un’Europa più sicura. Pertanto, le risorse che la Commissione europea ha destinato sono pari a circa 10 miliardi di euro, suddivisi tra cooperazione transfrontaliera (Interreg A), transnazionale (Interreg B), interregionale (Interreg C) e delle regioni ultraperiferiche (Interreg D).
Con riferimento ai progetti al di fuori delle frontiere dell’UE si distinguono i Programmi: Interreg NEXT che coinvolge i Paesi partner del vicinato orientale e meridionale; Interreg Regioni ultraperiferiche che favorisce la cooperazione tra le regioni remote e i loro vicini; Interreg IPA che si interessa della cooperazione tra gli Stati membri e i Paesi dei Balcani occidentali e la Turchia.
L’Italia partecipa attualmente a diciannove Programmi CTE in continuità con quelli già seguiti nella programmazione precedente 2014-2020. Dato il ruolo rilevante del Mediterraneo, anche a seguito dei conflitti e delle sfide correnti, in questo articolo verrà esaminato il Programma NEXT MED.
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Che cos’è il Programma NEXT MED?
Culla di popoli e di culture diverse, il Mediterraneo ha sempre rivestito un’importanza strategica per i Paesi che vi si affacciano, tra i quali ovviamente l’Italia che si impegna a favorire la cooperazione e i rapporti di buon vicinato con gli altri Stati.
Il Programma NEXT MED è attuato nell’ambito della sezione B “Cooperazione transnazionale” della dimensione esterna di Interreg, che consente la cooperazione su territori transnazionali più estesi o intorno a bacini marittimi tra Stati membri dell’UE e Paesi partner del vicinato meridionale[4].
Si tratta della terza generazione di un’iniziativa di cooperazione che riparte dai risultati raggiunti dal Programma ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument – Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato) nel ciclo di programmazione 2007-2013 e dal Programma ENI (European Neighbourhood Instrument – Strumento Europeo di Vicinato) per il ciclo successivo 2014-2020. Si configura come una delle più grandi per volume di risorse finanziate dall’UE e per Stati coinvolti con l’intento di rafforzare la cooperazione transnazionale nell’area mediterranea.
Le risorse comunitarie stanziate sono pari a 253 milioni di euro, di cui 230 destinati al finanziamento dei progetti e 23 sono per l’assistenza tecnica, attingendo dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), dallo strumento per i Paesi in pre-adesione (IPA III) dallo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI).
L’area di cooperazione comprende quindici paesi, che ospitano oltre duecento milioni di abitanti e più di cento territori ammissibili. Di questi, tredici Paesi hanno già partecipato alle precedenti edizioni del Programma, ovvero Cipro, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Italia, Libano, Giordania, Malta, Palestina, Portogallo, Spagna, Tunisia; due sono nuovi membri, ossia l’Algeria e la Turchia.
L’obiettivo è quello di produrre uno sviluppo intelligente, sostenibile ed equo nel bacino del Mediterraneo attraverso una cooperazione ampia e multilivello e il finanziamento di progetti tesi a combattere grandi sfide comuni ai Paesi che vi si affacciano: promuovere la competitività delle Piccole e Medie Imprese (PMI), gestire il cambiamento climatico, creare nuovi posti di lavoro, favorire l’efficienza energetica, ecc.
Il Programma è gestito e attuato attraverso una serie di organismi. Come per le due precedenti due edizioni, dal 2007 la responsabilità dell’implementazione è affidata alla Regione Sardegna che svolge il ruolo di Autorità di Gestione per conto di tutti Paesi partecipanti e della Commissione europea[5]. Pertanto, nella città di Cagliari ha sede il Segretariato congiunto che è stato istituito con la funzione di supportare l’Autorità di Gestione nell’attuazione e nella gestione dei vari progetti. Come affermato dall’ex Presidente della Regione, Christian Solinas “La Regione Autonoma della Sardegna, le cui capacità di leadership e gestione sono state riconosciute attraverso tre mandati consecutivi in qualità di Autorità di Gestione, continuerà ad assicurare la corretta implementazione del programma e la guida del processo di approfondimento delle relazioni tra i Paesi del Mediterraneo”.
In quanto tale, si occupa di bandire le calls of proposals, firmare i contratti di agevolazione con i beneficiari, monitorare i progetti, verificare lo stato di attuazione fisico e finanziario del Programma, ecc. Inoltre, presiede e assiste il Comitato di sorveglianza nel suo lavoro, ovvero l’organo decisionale vero e proprio del Programma e contribuisce a garantirne l’attuazione. È composto dai rappresentanti nazionali e regionali dei Paesi membri e dalla Commissione europea in qualità di osservatore e si riunisce una volta all’anno.
L’Autorità di Audit è costituita da un ufficio funzionalmente indipendente della Regione Sardegna che svolge i controlli dei sistemi e delle operazioni del Programma, il cui lavoro è reso possibile anche grazie al supporto di revisori appartenenti agli Stati membri.
Al fine di garantire la più efficace ed efficiente gestione del Programma sono stati individuate due filiali a Valencia (Spagna) e ad Aqaba (Giordania), comprendendo in tal modo sia la parte occidentale che orientale del bacino. Inoltre, a livello nazionale, ogni Paese ha previsto una propria Autorità deputata alla gestione del Programma e dei punti di contatto. La Regione Sardegna è pertanto sia Autorità di Gestione del Programma nel suo insieme che a livello italiano.
Priorità e obiettivi del Programma
La strategia tematica di Interreg NEXT MED si compone di quattro priorità:
- Priorità 1 – Un Mediterraneo più competitivo e intelligente: risorse per un importo pari a 66,6 milioni di euro sono utilizzate per rafforzare gli ambiti relativi a ricerca e innovazione, promuovere l’adozione di tecnologie avanzate, la crescita sostenibile, nonché favorire la competitività delle piccole e medie imprese e la creazione di posti di lavoro.
- Priorità 2 – Un Mediterraneo più verde, a basse emissioni di carbonio e resiliente: sono stati stanziati 96,9 milioni di euro per contrastare il cambiamento climatico, l’effetto serra, il verificarsi di catastrofi naturali, per condurre verso un equo accesso alle risorse idriche e promuovere l’economia circolare.
- Priorità 3 – Un Mediterraneo più sociale e inclusivo: risorse per un importo pari a 48,8 milioni di euro sono finalizzate a garantire istruzione, formazione e a fornire assistenza sanitaria diffusa.
- Priorità 4 – Una migliore governance della cooperazione per il Mediterraneo: risorse per complessivi 17,7 milioni di euro hanno l’obiettivo di promuovere partenariati intersettoriali, multilivello e transfrontalieri, affinché ci sia dialogo e partecipazione di tutti gli attori coinvolti, seguendo un approccio bottom-up.
Conclusioni
Da trentacinque anni, Interreg rappresenta una pietra miliare dell’integrazione europea, promuovendo la cooperazione transfrontaliera, transnazionale, interregionale e delle regioni ultraperiferiche per promuovere la crescita, l’innovazione e l’inclusione in tutte le regioni d’Europa ed è riconosciuto come uno strumento chiave per costruire la solidarietà, la fiducia e la comprensione reciproca al di là delle frontiere interne ed esterne dell’UE[6].
In tale ambito, il Programma NEXT MED parte dalla constatazione di un Mediterraneo diviso da confini invisibili, in particolare quello tra la sponda meridionale (dilaniata da crisi economiche e politiche che si intrecciano a conflitti armati) e quella settentrionale che tentiamo a fatica di proteggere[7]. Molti dei Paesi del Mediterraneo allargato fanno affidamento sull’Italia non solo perché faciliti il dialogo nelle zone di conflitto della regione, ma anche affinché possa patrocinare efficacemente presso l’UE e l’Alleanza Atlantica le istanze della sponda meridionale del Mediterraneo[8].
La guerra tra Israele e Hamas rappresenta un nuovo scoglio da superare e che rischia di mettere una volta di più in discussione il processo di dialogo e cooperazione promosso dal programma Next MED.
Se si vorranno ottenere risultati concreti si dovrà guardare oltre gli eventi e puntare a rafforzare la collaborazione in più settori. Favorire uno sviluppo sostenibile, equo e solidale è essenziale al fine di raggiungere quanto prima i risultati prefissati. Inoltre, è importante rendere sempre più partecipi i cittadini di questo processo, fornendo un quadro complessivo della missione e dei mezzi a disposizione. È necessario, infine, pensare ad un’evoluzione del Programma che quanto più aderente alle nuove criticità emerse e manifestare sin da subito la volontà di agire insieme per pervenire ad una loro risoluzione anche dopo il 2027.
Note
[1] Interreg: European Territorial Co-operation, Commissione europea di cui al sito: https://ec.europa.eu/regional_policy/
[2] Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea, Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud di cui al sito: https://politichecoesione.governo.it/
[3] La Cooperazione Territoriale Europea 2021-2027, Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud di cui al sito: https://politichecoesione.governo.it/
[4] Per ulteriori approfondimenti si rimanda al sito: https://www.interregnextmed.eu/
[5] Cooperazione, la Commissione europea approva il Programma Interreg “Next Med” per 253 milioni di euro sotto la guida della Regione Sardegna. Il Presidente Solinas: “Prosegue l’impegno della Sardegna per la crescita delle relazioni tra i Paesi del Mediterraneo”, Regione Sardegna di cui al sito: https://www.regione.sardegna.it/.
[6] Interreg is celebrating 35 years of building bridges and making a difference across Europe through cooperation!, Commissione europea di cui al sito: https://ec.europa.eu/regional_policy/
[7] Guardare a sud. L’Italia alla ricerca di una strategia, Istituto Affari Internazionali, Maria Luisa Fantappie, 5 Agosto 2024.
[8] Ibidem.
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