Beirut au revoir, il libro di Chiara Clausi (Paesi Edizioni, 2023) delinea con attenzione l’anima della capitale libanese.
Chi potrebbe raccontare il fascino di una città più di chi da anni ci lavora come giornalista?
Chiara Clausi vive a Beirut dal 2016 e da lì lavora come corrispondente per alcune testate italiane tra cui Il Giornale e Panorama.
Clausi è l’autrice di “Beirut au revoir. Il crocevia del Medio Oriente tra bellezza e macerie”, (Paesi Edizioni pp. 127, 14€ acquista qui), un volume a metà tra una guida turistica e un reportage, all’interno del quale, l’autrice narra con passione la fisionomia di una capitale – una piccola New York nel cuore del Libano – che è crocevia di tutte le tensioni di un mondo ancora poco conosciuto e che spesso è vittima di pregiudizi.
Come scrive Francesca Mannocchi, che firma la prefazione del libro, “Beirut è bellezza e macerie. È futuro e memoria. Beirut è una città ferita a lungo ma mai, o almeno non ancora, ferita a morte”. E sono proprio questi contrasti che Clausi riesce a rendere quasi palpabili nel suo libro, in “pagine – scrive ancora Mannocchi – che tengono insieme tutte le pulsioni di una città che non è solo un posto fisico ma che è, da sempre e soprattutto, un luogo abitato da tante anime tra loro in armonia, come tra loro in fiamme”.
Beirut possiede un antico fascino e lo conserva con vigore nonostante le devastazioni che le sono state apportate negli ultimi 40 anni. I contrasti di una città simbolo di un Paese, il Libano, che conta la presenza di ben 18 religioni diverse, e che cerca di mantenere un disperato equilibro tra i diversi poteri per evitare di ripiombare nei conflitti politici e religiosi che hanno caratterizzato la recente storia del “Paese dei cedri”.
Contrasti appunto, quelli che l’autrice racconta nel suo libro, contrasti tra le ricchezze dei quartieri della Beirut glamour e quelli gestiti da Hezbollah.
Nel giro di qualche minuto si può passare dai quartieri alla moda di Gemmayze e Achrafieh, la zona cristiana di Beirut dove le contaminazioni dalla Francia sono palpabili ed evidenti con tutta la loro forza, e dove si possono trovare ristoranti raffinati e i negozi con le più importanti griffe internazionali di abbigliamento ai quartiere sciita di Dahue e quello sunnita di Hamra. La differenza è anche nelle donne che vivono i diversi quartieri, alla moda e sensibili al richiamo della chirurgia estetica da un lato, e dall’altro donne velate e coperte interamente da vestiti lunghi fino ai piedi anche in piena estate.
Ma il Libano è anche altro. Tripoli, le bellezze archeologiche di Baalbeck rinate anche grazie alla cooperazione italiana, Tiro, la Valle della Bekaa un tempo controllata dai siriani e oggi luogo dove sorge il campo rifugiati di Chtoura, Byblos, Batroun.
Beirut è tutto, bellezza e macerie, passato e futuro, sacro e profano, crocevia del Medio Oriente.
Copertina libro: Beirut au revoir. Paesi Edizioni