Nollywood, può essere un’arma per contrastare Boko Haram


Il cinema non è solo intrattenimento, ma può svolgere un forte ruolo sociale. La produzione cinematografica nigeriana sta cercando di ridefinire l’unità nazionale, compromessa non solo da estremismi e separatismi, ma anche da pratiche sociali e culturali ormai ritenute anacronistiche, cercando di portare avanti l’immagine di un Paese più liberale e attento ai diritti dei cittadini. Nollywood come argine a Boko Haram?


A cura di Alessia Cannone

La Nigeria ha superato il Sudafrica e si ritrova ad essere la più grande economia africana. Quando pensiamo a questo Paese, sovviene automaticamente alla mente l’estremismo di matrice islamica impersonato da Boko Haram (tradotto l’educazione occidentale è peccato). Uno stato senza speranza come piace molto dipingere il continente africano alla stampa internazionale, in realtà la Nigeria non è solo instabilità e violenze, ma anche uno Paese che sta cercando di fare del multiculturalismo la sua forza. Nollywood e la musica afrobeat stanno portando avanti una concezione più liberale della società, nel tentativo di rinnovare l’immagine dell’unità nazionale, in aperto contrasto con la volontà di Boko Haram di applicare la Sharia.

Nollywood e il suo ruolo sociale

L’industria cinematografica nigeriana è ai primi posti della classifica mondiale per produzione e contenuti, un attivo competitor con le più famose Hollywood e Bollywood. Le pellicole raccontano storie africane dalla prospettiva africana, andando a modificare la percezione della classica narrativa negativa che descrive il continente.1 Dalla sua nascita, tra la fine degli anni Ottanta e inizio anni Novanta, gli sceneggiatori si sono sempre più concentrati sul ruolo sociale che può avere il cinema, producendo pellicole che rilanciano la lotta ai diritti e lo sviluppo dello stato nigeriano. Negli ultimi decenni le sfide sociali, economiche e politiche hanno indebolito l’unità nazionale, minacciata da Boko Haram nel nord del Paese, dalle milizie nel delta del Niger e la pirateria del Golfo di Guinea. A fronte di queste sfide, la produzione cinematografica potrebbe contribuire al rafforzamento dell’unità nazionale, enfatizzando la necessità di superare le problematiche attraverso la cooperazione di tutta la cittadinanza, in funzione dello sviluppo di una società in cui il multiculturalismo diventa la forza. Non a caso spesso gli attori di uno stesso film vengono selezionati da differenti gruppi etnici, anche quando i dialoghi sono in una specifica lingua locale.

Cinema e governo centrale

Nollywood è per il governo nigeriano sia un supporto nella lotta contro attori interni che vogliono destabilizzare la nazione, ma anche un nemico che non si esime dal denunciare le irregolarità e gli abusi. Nell’ottobre 2020 i cittadini nigeriani sono scesi nelle strade per manifestare contro le violenze del reparto speciale della polizia SARS (Special Anti-Robbery Squad) accusata di brutalità indiscriminate e violazione dei diritti umani. Il movimento #endSARS dal 2017 chiede alla presidenza della nazione di abolire l’unità attraverso pacifiche manifestazioni di piazza e proposte di legge. In quell’occasione nelle strade di Abuja non è mancata la solidarietà da parte del mondo dello spettacolo, con l’adesione alle proteste di volti noti del cinema. La loro presenza nelle strade a fianco dei cittadini testimonia l’attivismo della produzione cinematografica, che nel corso degli anni ha sfornato film incentrati sulla corruzione governativa nel delta del Niger in merito alla gestione delle risorse petrolifere dell’area. Non solo temi politici ma gli sceneggiatori hanno affrontato la pianificazione familiare, la violenza di genere, quest’ultima in linea con la mobilitazione di organizzazioni che si occupano di questo fenomeno. Le stesse forze armate hanno richiesto la collaborazione nel tentativo di ripulire la percezione negativa dell’esercito da parte della popolazione civile nelle zone in cui combatte i gruppi armati, in seguito anche alle accuse di ONG che hanno indagato sugli abusi commessi. Diverse pellicole hanno raccontato storie – riferite a fatti realmente successi e romanzati – in cui il tema principale è l’estremismo religioso, ma senza mai riferirsi a Boko Haram.

La Sharia in Nigeria

Le tematiche sociali affrontate sono assolutamente contrastate da Boko Haram che invoca l’applicazione dura della sharia in tutto il Paese. La sharia non è però estranea al sistema legale del Paese, un ibrido tra common law, statuary law e legge islamica,2 quest’ultima praticata nelle regioni a nord da secoli e limitata alla sfera personale solo dopo l’indipendenza del 1960. Dal 1999 – in seguito al ritorno del governo ai civili – dodici stati nel nord del Paese hanno indipendentemente applicato con sfumature diverse la legge sacra islamica al codice penale e al codice di procedura penale, rispecchiando non solo il radicamento della legge coranica all’interno della regione, ma riflettendo anche le contese per il potere statale tra le classi politiche etno-regionali della Nigeria. Inizialmente la stessa società civile ha accolto positivamente l’introduzione della sharia e delle corti penali islamiche, ritenute più veloci ed efficienti del sistema statale, sebbene non esenti da fenomeni di corruzione. In queste aree i non appartenenti alla umma, quindi sciiti, cristiani e praticanti altre religioni non erano di norma perseguiti da questi tribunali, ma altri enti istituiti, per esempio, per bannare la vendita e il consumo di alcolici si erano arrogati il diritto di perseguire chiunque contravvenisse al divieto.3
Nel corso degli anni si è visto un incremento delle conseguenze legali non solo per i fedeli musulmani, ma anche per chi segue altre fedi. Questo sistema verrà condannato da Boko Haram. Ritenendolo troppo moderato, tra i suoi obiettivi comprenderà non solo i rappresentanti delle istituzioni e civili appartenenti ad altre religioni, ma anche le élite e i cittadini musulmani che non si allineano ai precetti della sharia da loro difesa.

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Preservare il multiculturalismo nonostante le sfide

La diversità culturale nigeriana presenta un forte divario tra nord e sud che si proietta anche nella sfera politica in cui le élite si sfidano per il potere centrale. Il sistema federale è un equilibrio delicato che rispecchia le tensioni tra le autorità centrali e le periferie, nel quale un ruolo centrale è assunto dalla gestione delle risorse petrolifere che influenzano l’insieme delle relazioni politiche, economiche e sociali.
La gestione delle risorse del Paese gioca da sempre un ruolo chiave. Il sud, a maggioranza cristiana e animista, si ritrova ad essere il detentore della maggior parte delle risorse petrolifere, nonostante i redditi da petrolio non giovino più di tanto all’economia locale e le attività di estrazione e trasporto del greggio hanno pregiudicato l’ecosistema del delta del Niger, dove sono presenti movimenti armati in conflitto con le concessioni petrolifere e un mercato nero che preleva illegalmente dalle condutture di superficie il combustibile. Il peggioramento dell’economia e delle condizioni dei cittadini dell’area alimentano il separatismo del Biafra, mai del tutto assopito. Sebbene nelle regioni al nord la religione islamica sia sempre stata una costante, l’estremismo di Boko Haram è funto da catalizzatore per le rivendicazioni politiche, sociali ed economiche delle popolazioni settentrionali, intrise di un sentimento di abbandono e isolamento da parte del potere centrale. La matrice religiosa ha saputo raccogliere il malessere e cooptare soprattutto giovani tra le sue fila. Gli obiettivi dichiarati da Boko Haram e di altri movimenti secondari estremisti preoccupa la federazione che nella sua costituzione proibisce l’istituzione della religione di stato e la discriminazione religiosa, nell’ottica di preservare la diversità culturale, obiettivo fondamentale per la tenuta della federazione.

Il successo di Nollywood attesta il potenziale della nazione in termini di nazione multiculturale, da portare come esempio in tutta l’Africa. La domanda da porsi è se i modelli presentati dalle pellicole e l’obiettivo di integrazione culturale, a livello nazionale possano essere una delle armi per contrastare gli estremismi e rebrandizzare l’identità nazionale compromessa. La nuova generazione si sta impegnando nel contrastare norme socioculturali controverse, appoggia il governo nelle riforme sociali ed economiche e lo contrasta nelle irregolarità. L’accessibilità tecnologica sta crescendo nel continente, resta da comprendere se i canali di diffusione delle pellicole (televisioni e smartphone principalmente) riescano a raggiungere le aree più remote e a impattare positivamente sulla società lontana dai centri urbani, più vulnerabile ad appoggiare gli estremismi.


Note

1 Akinola O., The Rebirth of a Nation: Nollywood and the Remaking of Modern Nigeria, The Global South, v.7, n.1, Nollywood and the Global South, Indiana Press University, primavera 2013
2 Bauman P., Bourbeau H., Umar M.S., Shari’ha Criminal Law in Northern Nigeria, United States Commission on International Religious Freedom, dicembre 2019
3 Ibidem


Foto copertina: Anthonieta Kalunta, left, and Gambo Usman Kona in a scene from the Nigerian drama “The Milkmaid.” Credit…The Milkmaid/Danono Media