Cosa sappiamo delle proteste a Cuba?

 


Per la prima volta dal 1994, tornano le proteste nell’isola caraibica. “Abbasso la dittatura” o “Patria e vita” gli slogan dei manifestanti. Il Presidente Miguel Díaz-Canel accusa gli Stati Untiti di «attacchi virtuali e reali». E intanto si registra il primo morto.


 

Cuba ha vissuto la scorsa domenica una delle più grandi manifestazioni degli ultimi decenni.
Al grido “Abbasso la dittatura” o “Patria e vita” (che richiama lo slogan ufficiale “Patria o morte” di Guevariana memoria), i cubani sono scesi in piazza per protestare contro la miscela esplosiva dell’assenza di cibo e la mancanza di vaccini contro il Covid[1].
La crisi economica che l’isola soffre da anni è stata aggravata dalla pandemia, che ha colpito duramente il settore turistico.

2020 – L’anno más duro

Il 2020 è stato l’anno più duro per i cittadini cubani. Come ha scritto su queste pagine Maddalena Landi[2], l’Observatorio Cubano de Derechos Humanos (OCDH), aveva fornito numeri importanti: 859 azioni repressive e 201 detenzioni arbitrarie solo nel mese di dicembre 2020.  Per azioni repressive, spiegano, sono da intendersi “[oltre ad altri abusi] l’assedio delle abitazioni di attivisti da parte della polizia politica, per evitare la partecipazione a convocazioni o atti simili. Inoltre: minacce, vessazioni, mandati di comparizione, multe, pestaggi e ritorsioni”.

Nel suo rapporto annuale, l’Observatorio rilascia i numeri registrati durante il corso dell’anno.
1.798 detenzioni arbitrarie registrate, di queste 216 con violenza da parte delle autorità; sono stati raggiunti 1.674 casi di trattenimenti forzosi di attivisti nelle loro case[3].

Tutto questo, in un contesto economico aggravato dalla pandemia, che ha aumentato il tasso di povertà. Sfortunatamente, è difficile ottenere dati accurati sullo sviluppo socioeconomico dell’isola, e usare standard internazionali di comparazione ha poco senso nel contesto cubano dato che “l’Ufficio Cubano di Statistica Nazionale non offre dati rilevanti basati sul reddito, dal momento che il sistema a doppia moneta distorce qualsiasi relazione monetaria”.
Il passaggio a moneta unica avvenuto definitivamente lo scorso 30 giugno, dovrebbe, si spera, rispondere a questo problema.

Nondimeno, il rapporto annuale del OCDH riporta alcuni dati elaborati dalle loro ricerche: “nel secondo semestre dell’anno [2020], il 21% delle famiglie cubane viveva con meno di 20 dollari al mese […] il 42% [dei cubani] afferma di avere problemi anche per l’acquisto di beni di prima necessità per sopravvivere”.

Dove nascono le proteste e cosa chiedono i manifestanti?

Centinaia di cubani hanno iniziato a protestare domenica nelle città di San Antonio de los Baños, vicino all’Avana, e Palma Soriano, a Santiago, una scintilla che si è poi diffusa in tutto il paese.
In linea di principio si trattava di una protesta contro i lunghi blackout elettrici e per chiedere la vaccinazione contro il covid-19.
L’ultimo mese si è assistito ad una recrudescenza di casi di Covid-19 nella provincia settentrionale di Matanzas mettendo in ginocchio l’assistenza sanitaria[4].
Poco dopo, le richieste si sono trasformate in grida di “libertà” e richieste di cambiamento politico[5].
Come già anticipato, la popolazione cubana deve fare i conti con un’economia che si è contratta dell’11% l’anno scorso, a causa del collasso del turismo, con lunghe code nei negozi come per i trasporti. Le stesse rimesse degli emigrati, fonte di valuta pregiata, si sono inaridite durante lo shock da pandemia[6].
Non si può parlare della crisi economica cubana senza aver fatto riferimento all’embargo. El bloqueo, è il blocco commerciale, economico e finanziario che gli Stati Uniti hanno imposto a Cuba all’indomani della rivoluzione castrista. Il 17 dicembre 2014, il presidente statunitense Barack Obama annuncia l’intenzione di porvi fine. Tuttavia, per poter essere effettivamente rimosso, sarebbe stato necessario il voto favorevole del congresso americano, controllato dal Partito Repubblicano, che era contrario. Con la fine della presidenza Obama, il nuovo presidente Donald Trump ha rinnovato l’embargo fino a che non ci saranno «libere elezioni» nell’isola.

“Patria y vida”

All’ombra dello slogan ufficiale di Castro, il rap Patria y vida è diventato la colonna sonora delle proteste. Il lavoro dei rapper cubani Maykel Osorbo ed El Funky —che vivono sull’isola— insieme ad altri musicisti esiliati a Miami, come Gente de Zona, i loro testi irriverenti (“Non gridiamo ‘Patria o muerte’, ma ‘Patria y vida’ ”) e un potente video di lancio in cui viene bruciato un disegno dell’eroe cubano José Martí e un dollaro (“Scambiare Che Guevara e Martí per la valuta”, dice la canzone), oltre a mostrare i dissidenti del Movimento San Isidro, hanno avuto un impatto globale maggiore.

La versione dell’Avana

Il presidente Miguel Díaz-Canel ha definito “criminali” i cubani che, da domenica scorsa, 11 luglio, sono scesi in piazza per chiedere libertà e rispetto dei loro diritti. In una riunione del gruppo di lavoro temporaneo del governo per il contrasto al COVID-19, presieduto dal presidente del Consiglio, Manuel Marrero Cruz, oltre che dal presidente della Assemblea nazionale, Esteban Lazo Hernández, il presidente Díaz-Canel ha affermato che “gli appelli sui social network sono totalmente aggressivi, chiedendo l’omicidio, chiedendo il linciaggio, minacciando, chiedendo la distruzione delle strutture, chiedendo l’attacco alle case delle persone, e in particolare alle persone identificate come rivoluzionari”[7].

Bruno Rodríguez, membro dell’Ufficio politico e ministro degli Esteri, ha ribadito che “Questa domenica a Cuba non c’è stata epidemia sociale; c’erano rivolte, disordini. Anche la stampa internazionale ha riconosciuto gli atti di violenza nelle rivolte, ma non lo scoppio sociale per il quale il governo degli Stati Uniti ha lavorato, in modo nascosto o più pubblicamente negli ultimi tempi”. Il membro dell’Ufficio politico e ministro degli Affari Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla ha poi aggiunto: “A Cuba non c’è stata nessuna epidemia sociale questa domenica; Ci sono stati tumulti, disordini, causati da un’operazione di comunicazione che si prepara da tempo, a cui sono destinate risorse multimilionarie, laboratori, piattaforme tecnologiche con fondi del governo degli Stati Uniti”[8].

L’appello al mondo

In relazione alle proteste, l’Osservatorio cubano dei diritti umani, lancia un appello al mondo: “Chiediamo all’Unione Europea, ai governi di Spagna e Stati Uniti che, se la repressione contro i cittadini che protestano non cessa immediatamente e tutti i detenuti non vengono rilasciati, che Díaz-Canel sia dichiarato governante illegittimo, che l’Accordo politico tra il UE e Cuba, e vengono adottate sanzioni individuali contro i repressori”.[9]
Intanto si registra il primo morto. Il ministero dell’Interno (Minint) ha confermato la morte di un cittadino di 36 anni nel quartiere dell’Avana di Güinera, secondo una nota informativa pubblicato dai media della stampa ufficiale. Il defunto si chiama Diubis Laurencio Tejeda, un residente del comune di Arroyo Naranjo, accusato di essere in collegamento con “elementi antisociali e criminali” del Consiglio popolare di Güinera[10].

Il precedente: “Maleconazo”

Il 5 agosto 1994, centinaia di persone protestarono lungo il Malecón all’Avana contro il governo, fu la più importante protesta dal trionfo del castrismo nel 1959. Vetrine rotte, negozi saccheggiati e battaglie contro la polizia. Qualche ora dopo, Fidel Castro si recò di persona per sedare la rivolta ed esortare il popolo a “sconfiggere gli apolidi” che protestavano.
In seguito, il leader comunista aprì le porte del Paese e molti cubani scapparono negli Stati Uniti.

Carolina Barrero[11], attivista cubana, è andata oltre. “E’ la più grande manifestazione popolare di protesta contro il governo che abbiamo vissuto a Cuba dal ’59”, ha detto con un sms, riferendosi all’anno in cui Fidel Castro ha preso il potere. Ha descritto la manifestazione di domenica come “spontanea, frontale e vigorosa”[12]. Quale sorte attende l’Avana?


Note

[1] Secondo Our World in data, solo il 12,1% della popolazione ha completato la vaccinazione https://ourworldindata.org/covid-vaccinations?country=OWID_WRL
[2] https://www.opiniojuris.it/cuba-2020-lanno-mas-duro/
[3] https://observacuba.org/diciembre-cerro-con-859-acciones-represivas-en-cuba-de-ellas-201-detenciones-arbitrarias/
[4] Secondo l’ultimo aggiornamento del Ministero della Salute, il giorno 13 luglio sono stati effettuati in totale 38mila 721 prelievi per la sorveglianza durante la giornata, risultando 5mila 613 positivi.
[5] https://elpais.com/internacional/2021-07-12/protestas-en-cuba-seis-claves-para-entender-las-manifestaciones-contra-el-gobierno.html
[6] https://www.ilsole24ore.com/art/cuba-tornano-30-anni-proteste-contro-regime-AEpEbWW
[7] http://www.granma.cu/pensar-en-qr/2021-07-14/que-nunca-falten-entre-los-cubanos-la-unidad-el-respeto-y-el-amor-por-la-vida-14-07-2021-00-07-58
[8] https://www.minjus.gob.cu/es/noticias/bruno-rodriguez-cuba-acusa-y-emplaza-ee-uu-que-confirme-o-desmienta-que-financio-la
[9] https://observacuba.org/comunicado-del-ocdh/
[10] https://www.periodicocubano.com/nota-oficial-confirman-un-muerto-por-las-manifestaciones-en-la-guinera/
[11] https://diariodecuba.com/etiquetas/carolina-barrero.html
[12] https://www.nytimes.com/es/2021/07/12/espanol/cuba-protestas.html


Foto copertina: Immagini web. ElNodo