Cresce il numero dei governi del Sud-Est asiatico che denunciano la nuova mappa pubblicata dal governo cinese, che raffigura le ampie rivendicazioni del Paese nel Mar Cinese Meridionale.
La cosiddetta mappa “new standard”, pubblicata dal Ministero delle Risorse Naturali cinese il 28 agosto, ha suscitato reazioni infuocate in tutti i paesi vicini dove la Cina ha dispute marittime e territoriali in sospeso.
In particolare, la rappresentazione della mappa del Mar Cinese Meridionale ha incluso l’estesa rivendicazione della “linea dei nove tratti”, con l’aggiunta di un decimo trattino a est dell’isola di Taiwan. Secondo Reuters, la nuova mappa standard contiene una versione più ampia della rivendicazione cinese rispetto alla mappa presentata dalla Cina alle Nazioni Unite nel 2009.
Nella tarda serata di ieri, Pham Thu Hang, portavoce del Ministero degli Affari Esteri vietnamita, ha dichiarato che le rivendicazioni di sovranità e marittime delineate sulla mappa, in particolare l’inclusione delle catene di isole Paracel e Spratly, sono “non valide”. Ha affermato che la mappa violerebbe la sovranità del Vietnam sulle isole, come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS)”. Il Vietnam, ha aggiunto Pham, “respinge risolutamente qualsiasi rivendicazione nel Mare Orientale da parte della Cina che si basi sulla linea tratteggiata”.
La risposta vietnamita ha fatto seguito a quanto riferito dai pescatori vietnamiti, secondo i quali una nave cinese avrebbe attaccato il loro peschereccio con un cannone ad acqua ad alta pressione nel Mar Cinese Meridionale il 28 agosto, ferendo due marinai. Ciò è coerente con l’aumento delle incursioni cinesi in acque rivendicate dal Vietnam.
Non solo il Vietnam, nuove pressioni nel Mar Cinese Meridionale
Il Vietnam è diventato il quarto Stato membro dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN) a rispondere pubblicamente alla mappa di Pechino, che ha suscitato anche l’indignazione del governo indiano, per l’inclusione dello Stato di Arunachal Pradesh come parte della Cina.
La prima nazione del Sud-Est asiatico a manifestare la propria preoccupazione per la mappa è stata la Malesia, che in un comunicato ha scritto che le “rivendicazioni marittime unilaterali” della Cina includono porzioni di mare rivendicate da Kuala Lumpur vicino agli Stati di Sabah e Sarawak.
“La Malesia non riconosce le rivendicazioni della Cina nel Mar Cinese Meridionale come delineate nell’edizione 2023 della mappa standard della Cina che si estende nell’area marittima malese”, ha dichiarato il ministero degli Esteri. “La mappa non ha alcun effetto vincolante per la Malesia”. Il governo ha dichiarato di aver presentato una protesta diplomatica formale per la mappa.
Anche le Filippine hanno seguito l’esempio dei vicini, invitando la Cina “ad agire in modo responsabile e a rispettare i suoi obblighi” in base al diritto internazionale ed a una sentenza arbitrale del 2016, depositata dalle Filippine nel 2013, che aveva dichiarato che la “linea a nove tratti” non aveva alcun valore in base al diritto internazionale. Anche il ministro degli Esteri indonesiano Retno Marsudi è intervenuto sulla mappa, sostenendo che “qualsiasi linea tracciata, qualsiasi rivendicazione fatta deve essere conforme all’UNCLOS del 1982”.
Come il Vietnam, anche le Filippine hanno dovuto affrontare le crescenti pressioni cinesi nelle acque contese, compreso l’incidente del mese scorso in cui una nave della guardia costiera cinese ha sparato un cannone ad acqua ad alta pressione contro le imbarcazioni che cercavano di rifornire il personale filippino di stanza a Second Thomas Shoal, nelle isole Spratly.
Rivendicazioni marittime ed unità dei paesi ASEAN
Il governo cinese ha ignorato le preoccupazioni dei suoi vicini. “La posizione della Cina sulla questione del Mar Cinese Meridionale è sempre stata chiara. Le autorità competenti della Cina aggiornano e rilasciano regolarmente ogni anno vari tipi di mappe standard”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin durante un regolare briefing con la stampa a Pechino. “Ci auguriamo che le parti interessate possano considerare la questione in modo obiettivo e razionale”.
La reazione coordinata contro le rivendicazioni cinesi è considerata da alcuni un buon segno per una regione che è stata spesso accusata di mancanza di unità di fronte alle rivendicazioni marittime della Cina. Ora si tratta di vedere se tutto ciò si tradurrà in qualcosa di concreto durante il vertice ASEAN della prossima settimana a Giacarta.
Foto copertina: mappa standard ASEAN