Viviamo nell’era della disinformazione. Agenzie di comunicazione, professionisti dei social media e abilissimi hacker sono l’esercito silenzioso di chi, attraverso divulgazione di fake news e falsificazione di dati, agisce spesso nei lati più oscuri dell’informazione con un unico obiettivo: indebolire la democrazia mettendo in dubbio la sua stessa credibilità. Era il 2016 quando Thomas Rid, tra i massimi esperti di cybersecurity a livello globale, alle porte delle elezioni americane portò alla luce la notizia di un’operazione sotto copertura da parte dell’intelligence russa per ribaltare il risultato elettorale. È l’evoluzione delle cosiddette “misure attive”, ovvero di tutte quelle attività di influenza architettate strategicamente per raggiungere un determinato obiettivo. Dalle campagne di disinformazione post rivoluzione russa che hanno portato alla Guerra Fredda a quelle organizzate ad arte da CIA e KGB nel corso della storia, fino alla più recente vicenda della “fattoria dei troll” di San Pietroburgo. Con “Misure attive” Thomas Rid traccia una storia della disinformazione professionale organizzata, ricostruendo attraverso documenti esclusivi alcune delle vicende più significative e incredibili dell’ultimo secolo, dimostrando, tra le altre cose, come le spie avessero imparato a muoversi agilmente tra le pieghe di Internet molto prima della vicenda WikiLeaks. Il libro di Rid è anche una riflessione sul futuro che ci aspetta, che assomiglia sempre di più a una casa di specchi in cui sarà indispensabile imparare a distinguere la realtà da tutti i suoi verosimili riflessi.