Alexei Navalny: una sfida per Mosca?


Sospeso tra il favore del popolo e le accuse di agire per conto dell’estero, Alexei Navalny, arrestato lo scorso 17 gennaio, è ormai polo di attrazione del malcontento popolare russo. Quali insidie si preannunciano per Putin?


 

Personaggio carismatico e contestato, in sfida contro il gigante e, al contempo, considerato burattino dell’Occidente, Alexei Navalny ha visto il proprio rilievo internazionale crescere dalla vicenda dell’avvelenamento dello scorso agosto. Trasferito in una clinica tedesca, fa ritorno in patria il 17 gennaio 2021, ma all’atterraggio viene arrestato dalla polizia locale. Causa ufficiale, mancata comparizione all’udienza per la libertà vigilata per una condanna ricevuta nel 2014. Il 2 febbraio viene condannato a 2 anni e 8 mesi di carcere.

Chi è il “paziente di Berlino”?

Avvocato e attivista politico, si è distinto nel panorama domestico per la fondazione nel 2011 del “Partito del Progresso”, poi “Russia del futuro”, voce critica circa l’operato di Vladimir Putin e della “Fondazione anticorruzione”, famosa per le inchieste pubblicate sul blog dell’oppositore russo. L’ultima e più celebre, intitolata “Il palazzo per Putin”[1], è anche una delle poche a indirizzarsi direttamente contro il Presidente, accusato di aver accettato la più grande tangente della storia per la costruzione del lussuoso complesso sulle rive del Mar Nero. L’ipotesi è stata prontamente smentita dal Cremlino che, tuttavia, si trova ad affrontare un crescente malcontento popolare di cui il successo del “blogger” rappresenta solo un sintomo, la punta dell’iceberg.
Infatti, nonostante il clamore destato dal caso in patria, ma più in Europa e negli Stati Uniti, l’oppositore non gode di particolare popolarità in sede domestica. Dai sondaggi dell’istituto autonomo Levada Center emerge che alla domanda – indica una figura politica di riferimento – solo il 5% del campione rappresentativo abbia risposto Alexei Navalny[2]. Al contrario di come riportato dalla narrazione europea, a tal punto non priva di faziosità, ad ora è impossibile ravvisare in Navalny un contendente alla Presidenza o in extremis un “anti-Putin”. La caratura morale dell’individuo è stata spesso compromessa da cambi di schieramento: da membro del partito liberal Jablok, ad alleato dell’estrema destra, a nazionalista di simpatie europee, la sua carriera si è connotata per un evidente opportunismo politico.

Il successo delle manifestazioni

Allora, quali le ragioni alla base della forte mobilitazione sociale a cui si è assistito? Secondo Sergey Markov, professore di Public policy alla Moscow State University e nel 2007 onorevole della Duma in rappresentanza del partito Russia Unita: “Ci sono numerosi presupposti a sostegno dello scoppio di proteste: il popolo è insoddisfatto per la mancata crescita economica, per le forti diseguaglianze sociali, per la mancanza di sviluppo delle industrie nei settori tech”[3]. Comunque, continua Markov, il “blogger”, come dispregiativamente appellato dal Cremlino, non può esser considerato una plausibile guida. In questo contesto, però, la vicenda dell’avvelenamento ha rappresentato un eccesso intollerabile per il popolo che ha scelto di scendere in piazza, in buona parte per la prima volta. Analizzando ancora i dati del Levada Center, il 27% degli intervistati tra i 18 e 24 anni ha preso parte attivamente alle proteste affermandosi quale gruppo preponderante[4].

La “generazione Putin”, generazione social, potrebbe confermarsi il grande motore delle proteste in Russia, slegata com’è dalla formazione televisiva soggetta al controllo del governo. Queste supposizioni parrebbero trovare fondamento nel sondaggio precedentemente citato: il 53% degli intervistati oltre i 55 anni è contrario alle proteste. Navalny, su questo fronte, presenta un appeal del tutto innovativo per la scelta dei canali e metodi di comunicazione: blog, video, immediatezza e semplicità lo rendono pericoloso per il Cremlino. A questo va ad aggiungersi la sapiente leva su temi sensibili, che compattano l’opinione pubblica russa. Nell’ intervista[5] rilasciata al think tank “Le Grande Continent” Navalny traccia un ipotetico programma di riforme dai toni accattivanti: importanti investimenti nell’istruzione per favorire l’aumento della ricchezza, l’immancabile lotta alla corruzione dilagante, una riforma del sistema giudiziario che non imbavagli le opposizioni, misure volte a incentivare la nascita di un tessuto imprenditoriale russo, maggiore autonomia regionale. Al di là del personaggio che calcherà la scena politica domestica, le proteste sollevano un filone di rivendicazioni a cui il governo dovrà necessariamente dare risposta prima o poi.

La strategia di Mosca 

Le scelte del Presidente Putin dovranno essere, quindi, ben ponderate. Il rischio di accentuare il ruolo di martire di Navalny potrebbe essere fatale per Mosca. Attualmente la scelta strategica ricade sulla distruzione della sua reputazione di patriota e sulla repressione delle manifestazioni. Per ciò che concerne il primo punto, la linea adottata emerge da molteplici dichiarazioni di esponenti politici vicini al governo: “Dobbiamo smettere di chiamarli opposizione: Navalny e il suo team sono agenti NATO”[6]. L’obiettivo è colpire l’opinione pubblica su un sentimento nazionale radicato, facile da fomentare. Circa il secondo, la stretta del Cremlino si traduce in perquisizioni su familiari, collaboratori di Navalny, migliaia di arresti e, in ultimis, l’espulsione di 3 diplomatici di Svezia, Polonia e Germania accusati di aver partecipato ad azioni, cioè manifestazioni, illegali[7]. Se l’ultima vicenda può iscriversi nella strategia di tutela degli affari domestici dalle ingerenze esterne, la stretta di potere non può che scoprire punti deboli ormai troppo facili da attaccare. Seguendo tale logica, Putin potrebbe ravvivare il proprio consenso evitando violente e totali contromisure e svuotando di contenuti le proteste, aprendo a possibili riforme.

D’altronde l’efficiente gestione delle tensioni si preannuncia fondamentale in vista delle elezioni della Duma che si terranno a settembre 2021. Elezioni ormai foriere di tensioni sociali e proteste contro il Cremlino a causa dell’insofferenza per il mancato ricambio della classe dirigenziale e presunti brogli elettorali. Nel 2011 il rinnovo della Duma scatenò le manifestazioni di ploščad Bolotnaja[8], che continuarono nel biennio successivo e portarono in piazza migliaia di cittadini. Se nel corso delle ultime, nel 2016, le proteste sono state più limitate, il fantasma dei brogli era comunque nuovamente presente. Consultando il Report sul monitoraggio delle elezioni della Duma 2016[9], i funzionari OSCE scrivono che “La liberalizzazione della registrazione dei partiti non si è ancora tradotta in differenti alternative politiche (…) le autorità locali hanno riservato trattamenti ineguali ai diversi candidati (…) L’election day si è svolto in maniera ordinata, ma sono state riscontrate numerose irregolarità”[10].

Scenari futuri

L’avvenire del Cremlino è in bilico, scisso tra il consolidamento delle rivendicazioni e la riaffermazione del potere. Gli scenari che si prospettano nei prossimi mesi, previsione con un margine di certezza molto elevato, vedranno al centro la reazione del governo, impegnato nella restaurazione dell’ordine pubblico.
Le caratteristiche che li distinguono attengono principalmente ai differenti mezzi di reazione, come illustrato dalla prof.ssa Domitilla Sagramoso in un’intervista con l’Istituto per gli Studi Politici Internazionali[11].

Una prima ipotesi vede un ruolo negativo del Cremlino, quindi, un esaurimento progressivo della spinta alla mobilitazione sociale. I media controllati dal governo potrebbero, quindi, continuare a svolgere una pressante azione diffamatoria nei confronti dell’attivista. Ipotesi più che realistica considerando il periodo relativamente lungo di detenzione che dovrà affrontare Alexei Navalny, che lo sottrarrà dal suo ruolo di capo carismatico.

Una seconda vede il governo in un ruolo attivo di violenta repressione delle proteste o a capo di ulteriori avvenimenti eclatanti, che potrebbero indignare l’opinione pubblica. Logicamente questa ipotesi si caratterizza come meno plausibile, poiché porrebbe in difficoltà il Presidente e darebbe vita a un calo dei consensi e tensioni pericolosi. In questo caso si avvantaggerebbe anche la crescita del supporto di personalità vicine a Navalny, come Yulia Navalnaya. Ipotesi già vagliata dal Cremlino che prevede, secondo “Russia Today”, una modifica della legge sugli “agenti stranieri” che estenda ai propri familiari il divieto di candidarsi all’elezioni[12].

Un ultimo sguardo è da rivolgere verso le elezioni di settembre, come anticipato, un momento particolarmente delicato. È da ritenersi fondato il sospetto che qualora le elezioni riportassero nuovi risultati schiaccianti per il partito Russia Unita, come avvenuto nel 2016, l’escalation delle proteste sarebbe immediata. Mai come prima la strategia più sicura per la Presidenza Putin è di rivolgersi verso il popolo, parafrasando una dichiarazione dello zar Alessandro II meglio agire dall’alto prima che il popolo agisca da solo.


Note

[1] https://www.youtube.com/watch?v=ipAnwilMncI

[2] Sondaggi condotti tra il 29/01/21 e il 02/02/21 https://www.levada.ru/en/2021/02/04/presidential-ratings-and-the-state-of-the-nation/

[3] Estratto dalla intervista della CNN a Sergey Markov https://edition.cnn.com/videos/tv/2021/02/02/sergey-markov-amanpour-alexey-navalny-putin-russia.cnn

[4] Dati estratti dal rapporto del 11.02 relativo alle proteste di gennaio ttps://www.levada.ru/en/2021/02/11/january-protests/

[5] https://legrandcontinent.eu/it/2021/02/01/una-conversazione-con-alexei-navalny/

[6] Estratto della dichiarazione di Maria Zakharova  nell’ intervista di Russia Channel One https://www.rt.com/russia/515060-mfa-navalny-nato-opposition/

[7] https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Proteste-pro-Navalny-Russia-espelle-diplomatici-tedeschi-polacchi-e-svedesi-de4afd63-7142-4c0b-88e6-8a6490a3a468.html

[8] https://www.internazionale.it/notizie/andrea-pipino/2016/09/15/russia-putin-elezioni-duma-opposizioni

[9] https://www.osce.org/files/f/documents/9/c/290861.pdf

[10] id. Pag. 3, paragrafo terzo

[11] Evento ”La Russia di Navalny sfida Putin ” al link https://www.ispionline.it/it/eventi/evento/la-russia-di-navalny-sfida-putin

[12] https://www.rt.com/russia/514936-navalnaya-foreign-agent-legislation/


Foto copertina: Feb. 24, 2019 file photo, Russian opposition activist Alexei Navalny takes part in a march in memory of opposition leader Boris Nemtsov in Moscow, Russia. Russian opposition politician Alexei Navalny was placed on a ventilator in a hospital intensive care unit in Siberia after falling ill from suspected poisoning during a flight, his spokeswoman said Thursday Aug. 20, 2020. (AP Photo/Pavel Golovkin, File)

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