Il 31 marzo 2023 è stato approvato ufficialmente dal Cremlino il nuovo Concetto di Politica Estera della Federazione Russa (Концепция внешней политики Российской Федерации), il quale presenta una dottrina strategica articolata su molteplici teatri di confronto con l’Occidente, compreso il “quinto dominio” e la postura geostrategica russa nello spazio cibernetico.
Dal 1993 ad oggi il documento rappresenta la sesta formulazione della dottrina strategica russa, preceduta dai documenti pubblicati nel 2000, 2008, 2013 e 2016, con l’obbiettivo di presentare una “visione sistemica dell’interesse nazionale della Federazione Russa” (I, 1), quale soggetto “successore” della “Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche” (I, 5) nel contesto storico di un “ordine mondiale multipolare più equo” (II, 1) e nel quadro di “princìpi e norme del diritto internazionale universalmente riconosciuti” (I, 6), almeno nelle aspirazioni ideologico-programmatiche del Cremlino.
Il gergo giusinternazionalistico è ripetuto – prima faciae – in più luoghi del documento (I, 2; II, 11; IV, 18; IV, 22-23, 25, 36, 47; V, 49), rappresentando un pendant retorico indispensabile per la legal warfare in corso tra il blocco occidentale (con la Corte Penale Internazionale che chiede l’arresto di Putin), e il resto del mondo, variamente diviso circa l’approccio al conflitto russo-ucraino, per tacere circa il consenso attorno alle misure (politiche o giuridiche) da adottare nei confronti di Mosca.
Rispetto al documento del 2016, suddiviso in 108 punti, la strategia recentemente approvata con decreto del Presidente dalla Federazione Russa si presenta ridotta (con un totale di 76 articoli), e più nettamente suddivisa secondo le linee di confronto geografiche, “fredde” e “calde”, del Paese eurasiatico: dall’Oceano mondiale (World Ocean), spazio esterno e spazio aereo al continente eurasiatico, dalla regione asiatico-pacifica al mondo islamico, dall’Africa agli Stati Uniti ed agli “altri Paesi anglo-sassoni”, dall’Antartico al Vicino Estero.
Particolare rilevanza, nel contesto geo-strategico russo attuale, ha acquisito la dimensione del cyberspazio, nell’ambito del “rafforzamento della pace e sicurezza internazionale” (IV, 30): una formulazione relativamente irenica dell’orientamento di Mosca, che non nasconde però la crescente ambizione di un “rafforzamento della sovranità russa” in un’ottica di proiezione preventiva nel quinto dominio.
Innanzitutto, particolare enfasi è attribuita alla nozione di “sicurezza dell’informazione” (information security), intesa come accezione più ampia della sicurezza cibernetica (cyber security): il paradigma della sicurezza informativa, infatti, è riferito non soltanto alla sicurezza e resilienza tecnica dei mezzi e apparati di informazione, ma al contenuto stesso dell’informazione. In questo modo l’intera info-sfera è riconducibile per il Cremlino ad una materia di sicurezza nazionale. Tale strategia è perseguita attraverso il potenziamento dei meccanismi di enforcement previsti secondo la lex lata.
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In primo luogo, dunque, mediante la “regolamentazione delle attività nel cyberspazio globale” attraverso un “regime giuridico internazionale” per la risoluzione delle dispute tra Stati (IV, 30). Non è difficile riconoscere in questo schema il modello cosiddetto “multilateralista” basato sul principio di un governo States-only, senza cioè la partecipazione attiva di altri soggetti non statali (organizzazioni transnazionali, società civile, soggetti privati, ecc.) alle procedure di gestione e governance delle attività virtuali.
In secondo luogo, strettamente connessa a questa impostazione, è l’utilizzo e il rafforzamento di “framework giuridici internazionali” (IV, 30) – si pensi alla Budapest Convention (2001) per i crimini informatici – al fine di perfezionare i meccanismi di contrasto alle minacce informatiche. In tal modo Mosca potrebbe strumentalmente rafforzare la propria “sicurezza informazionale” sotto l’ombrello di meccanismi di polizia già esistenti tra Stati.
La strategia russa, inoltre, prevede anche meccanismi – per così dire – “speciali” di proiezione nel cyberspazio, indipendentemente cioè dalla lex lata comune a più Stati. Per es., attraverso l’adozione di misure analoghe alla disciplina del Golden Power, ovvero mediante l’imposizione di condizioni specifiche per la restrizione della partecipazione di attori esterni allo spazio cibernetico, attribuendo così allo Stato russo un potere discrezionale capace di precludere “il controllo straniero sui propri segmenti nazionali” (IV, 30).
In tal modo Mosca aderisce alle rivendicazioni contro l’“egemonia occidentale” (II, 13) condivise, seppur con sfumature strategiche e diplomatiche diverse, da Paesi esterni al blocco occidentale, come la Cina, l’India, o l’America Latina. Una politica basata sull’“equa partecipazione degli Stati nella gestione della rete” (IV, 30) avrebbe dunque il duplice vantaggio di accreditare Mosca come punto di riferimento per i Paesi anti-occidentali nel cyberspazio, e al contempo di difendere il Cremlino dalle minacce strategiche veicolate dal cyberspazio.
Infine, l’adozione di misure proattive – diplomatiche, politiche, ecc. – volte a “contenere la politica degli Stati non-amici” per prevenire i tentativi di “militarizzazione del cyberspazio globale” (IV, 30), ovviamente in funzione anti-russa.
L’approccio ostile alla weaponization dello spazio virtuale è naturalmente bilanciato dall’esplicito rilancio della Federazione Russa nello “spazio informazionale globale” (IV, 48), con l’obbiettivo di creare un ecosistema virtuale più “amichevole”, sia con riferimento all’area CIS, nel Vicino Estero, che a livello globale.
In continuità con la precedente dottrina del 2016, che affermava più genericamente la necessità di “assicurare la cybersicurezza nazionale e internazionale” (2016, 28) per la Federazione Russa, la nuova strategia ridefinisce la sovranità cibernetica in un’ottica dinamica e più marcatamente offensiva; e forse sancisce l’avvento dell’Internet russo. Se non come risultato de facto attuale, come aspirazione strategica di lungo periodo per la regolazione del cyberspazio.
Foto copertina: Il 31 marzo 2023 è stato approvato ufficialmente dal Cremlino il nuovo Concetto di Politica Estera della Federazione Russa sul cyberspazio