I bombardamenti su Gaza si intensificano: scuole, università, rifugi, ospedali e campi profughi diventano obiettivi frequenti. Israele annuncia di aver aumentato gli attacchi in modo molto significativo, dimenticando che anche la guerra ha delle regole.
Di Martina Biral*
L’attuale situazione
Nel contesto attuale delle ostilità che coinvolgono Israele e gruppi terroristici palestinesi è in corso un ampio dibattito sull’applicazione del diritto internazionale umanitario, che regola i conflitti armati e le occupazioni militari. Le opinioni risultano molto divise, così come la condanna da parte della comunità internazionale. Da un lato, all’indomani degli attacchi di Hamas, una dichiarazione congiunta dei leader di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti aveva immediatamente espresso il fermo e unito sostegno allo Stato di Israele e al suo diritto all’autodifesa.[1]
Dall’altra parte, la condanna della comunità internazionale contro il presunto genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra che Israele sta perpetrando contro il popolo palestinese tarda ad arrivare e la risposta degli Stati è ancora frammentaria. A questo punto una domanda sorge spontanea: fino a che punto uno Stato può spingersi in nome del principio di autodifesa?
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Applicazione del diritto internazionale umanitario
Il diritto internazionale umanitario, basato sulle Convenzioni di Ginevra del 1949 e i suoi Protocolli Aggiuntivi del 1977, costituisce un quadro giuridico vincolante applicabile sia agli Stati che ai gruppi armati non statali coinvolti nei conflitti. Questo corpus di leggi è universalmente applicabile, e copre una vasta gamma di situazioni conflittuali che comprendono talvolta anche gli scenari in cui uno Stato esercita un controllo effettivo su un territorio senza titolo sovrano[2] come nel caso dell’occupazione israeliana del territorio palestinese. [3]
Nonostante il ritiro da Gaza nel 2005, Israele ha mantenuto un continuo controllo sulle sue acque territoriali, lo spazio aereo, le infrastrutture e la circolazione di persone e merci, che implica anche un obbligo costante di garantire un trattamento umano della popolazione proteggendola da qualsiasi atto di violenza o intimidazione.[4]
Questa responsabilità comprende il provvedere alle necessità di base, come cibo e cure mediche, come indicato nell’articolo 55 della Convenzione (IV) relativa alla protezione delle persone civili in tempo di guerra. In caso di conflitto la Convenzione prevede inoltre che i civili e gli oggetti civili non debbano mai essere presi di mira, autorizzando le parti a colpire solo i combattenti e gli obiettivi militari.
Violazioni del diritto internazionale: il principio di non reciprocità e le Convenzioni di Ginevra
Gli attacchi indiscriminati di Israele contro la popolazione di Gaza violano il diritto internazionale sotto vari aspetti, a causa della totale assenza di differenziazione tra Hamas e i civili palestinesi, come si evince anche dalle dichiarazioni stesse del Primo Ministro Netanyahu che ha affermato: “Ciò che faremo ai nostri nemici nei prossimi giorni si riverbererà su di loro per generazioni”. [5]
Va sottolineato come il diritto internazionale umanitario sia radicato nel principio di non reciprocità, che obbliga gli Stati a non usare le azioni dei loro avversari come scusa per eludere i loro doveri di protezione dei civili. Al contrario, essi sono tenuti a prendere misure precauzionali ai sensi dell’articolo 57(2)(c), e a proteggere la popolazione come previsto dall’articolo 51(8) del Primo Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949.
Le azioni di Israele violano anche l’art. 3 comune alle Convenzioni, che impone agli Stati di distinguere tra combattenti e civili, di preservare le infrastrutture civili, di avvisare preventivamente degli attacchi, di astenersi dal danneggiare il personale medico, di consentire il passaggio di aiuti umanitari, di lasciare incolumi i civili e i combattenti catturati e vieta di commettere omicidi, trattamenti crudeli, torture, e la cattura di ostaggi. Le recenti notizie parlano inoltre di bombardamenti nelle zone limitrofe agli ospedali di Gaza City sollevando notevoli preoccupazioni. [6]
Ad oggi ormai sedici ospedali su trentacinque non funzionano più. [7] Tali attacchi e minacce contro le unità sanitarie violano l’art. 12 del Primo Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni che prevede la loro protezione e il loro rispetto in ogni tempo.
Inoltre, l’avvertimento di Israele all’Egitto di bloccare i rifornimenti di soccorso che attraversano il confine e gli attacchi aerei sistematici sul confine di Rafah [8] contraddicono l’articolo 59 della Convenzione IV, che richiede alla Potenza occupante di concordare programmi di soccorso per le popolazioni occupate che non sono adeguatamente rifornite, e di “facilitarli con tutti i mezzi a sua disposizione”. L’atteggiamento assunto da Israele e le dichiarazioni del ministro della Difesa Yoav Gallant, che ha informato le truppe di aver “sciolto ogni freno” [9], sembrano tendere più verso una punizione collettiva che verso l’autodifesa.
Applicazione dello Statuto di Roma: le possibili violazioni degli Articoli 7 e 8
Dall’inizio del conflitto, le forze israeliane hanno condotto attacchi indiscriminati contro edifici residenziali, campi profughi, scuole e ospedali dove Amnesty International non ha trovato prove della presenza di combattenti o altri obiettivi militari nelle vicinanze al momento degli attacchi. È inoltre provato che durante alcuni di questi attacchi le forze israeliane hanno utilizzato il fosforo bianco, il cui uso è regolato dal Protocollo III della Convenzione sulle armi convenzionali (CCW) che ne vieta l’utilizzo sotto forma di armi incendiarie lanciate per via aerea verso “concentrazioni di civili”. Per le modalità e le conseguenze questi atti sono in chiara violazione dell’art. 8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale. Inoltre, Israele sta usando la fame come arma di guerra, privando i civili delle risorse essenziali e bloccando intenzionalmente le forniture di soccorso, un crimine di guerra ai sensi dell’articolo 8(2)(b)(xxv) dello Statuto della CPI. Anche se in questo caso l’obiettivo è un gruppo specifico, le azioni di Israele si estendono oltre Hamas, prendendo di mira l’intera popolazione, violando anche l’articolo 54(1) del Primo Protocollo aggiuntivo del 1977 e l’articolo 14 del Secondo Protocollo aggiuntivo del 1977. Tuttavia, questo potrebbe anche soddisfare la soglia legale per il crimine contro l’umanità di atti inumani (art. 7(1)(k)) e, a seconda di ciò che accadrà da qui in poi, potrebbe essere ritenuto responsabile di altri crimini contro l’umanità, come quelli relativi all’uccisione (omicidio e sterminio) ai sensi dell’art. 7(1)(a-b). Inoltre, gli attacchi deliberati e indiscriminati contro i civili sono considerati rappresaglie, espressamente vietate dall’art. 51(6) del Protocollo addizionale alle Convenzioni di Ginevra, ora accettato come diritto consuetudinario.
La risposta della comunità internazionale
L’autodifesa e la liceità della violenza non devono essere confuse e la comunità internazionale è chiamata a dare risposte sia legali che morali. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede una “pausa umanitaria” è stata adottata con 120 voti a favore, 14 contrari e 45 astensioni. [10]
Nonostante l’esito positivo, il voto ha rivelato una divisione all’interno della comunità internazionale. Particolarmente preoccupante è inoltre il fatto che la risoluzione sia stata completamente ignorata da Israele, una chiara illustrazione della fragilità delle Nazioni Unite e dei limiti nell’applicazione delle sue decisioni. Nel frattempo, il Procuratore della Corte Penale Internazionale Karim Khan ha annunciato che è stata aperta un’indagine sui crimini di guerra perpetrati a Gaza. La comunità internazionale è chiamata a fornire una risposta legale concreta per rompere il “silenzio globale”[11] denunciato da molti leader arabi.
Note
[1] The White House, Joint Statement on Israel, 09 Ottobre, 2023. https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2023/10/09/joint-statement-on-israel/
[2]Art. 49 of the Protocol Additional to the Geneva Conventions of 12 August 1949.
[3]Common art. 2 to the Four Geneva Conventions of 1949.
[4] CUYCKENS, H., “Is Israel Still an Occupying Power in Gaza?”, Neth Int Law Rev 63, 2016, pp. 275–295.
[5] Le Monde, Israel strikes and seals off Gaza, Netanyahu says retaliation will ‘reverberate’ for generations, 10 Ottobre, 2023. https://www.lemonde.fr/en/international/article/2023/10/10/israel-strikes-and-seals-off-gaza-netanyahu-says-retaliation-will-reverberate-for-generations_6160330_4.html
[6] Aljazeera, Palestinians fear Israel will strike Gaza’s al-Quds Hospital, 31 Ottobre, 2023. https://www.aljazeera.com/program/newsfeed/2023/10/31/palestinians-fear-israel-will-strike-gazas-al-quds-hospital
[7] Aljazeera, Israeli siege forces Gaza’s only cancer hospital to shut amid fuel shortage, 1 Novembre, 2023. https://www.aljazeera.com/news/2023/11/1/gazas-only-cancer-treatment-hospital-shuts-down-after-running-out-of-fuel#:~:text=The%20suspension%20of%20operations%20at,Gaza’s%2072%20primary%20healthcare%20clinics.
[8] Reuters, Who controls the Rafah crossing and why is it so important to Gaza?, 1 Novembre, 2023. https://www.reuters.com/world/middle-east/why-gazas-rafah-border-crossing-matters-why-egypt-is-keeping-it-shut-2023-10-17/
[9]EFE:, Israel announces ‘full offense’ against Gaza without ‘restraints’, 10 Ottobre , 2023. https://efe.com/en/latest-news/2023-10-10/israel-announces-full-offense-against-gaza-without-restraints/#:~:text=%E2%80%9CI%20have%20released%20all%20the,You%20fought%20with%20great%20courage
[10]UN News, UN General Assembly adopts Gaza resolution calling for immediate and sustained ‘humanitarian truce, October 26th, 2023. https://news.un.org/en/story/2023/10/1142847
[11] The New Arab, Jordan King Abdullah denounces global silence on Israel’s ‘war crimes’ in Gaza, 21 Ottobre, 2023. https://www.newarab.com/news/jordan-king-denounces-israeli-war-crimes-gaza
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