Le nuove sfide interne ed esterne della NATO.
Il North Atlantic Treaty Organization è più comunemente conosciuto con l’acronimo di NATO ed è tecnicamente un’organizzazione internazionale per la collaborazione nel settore della difesa. Il conflitto in Ucraina ha ridato una nuova verve all’Alleanza Atlantica, considerata fino al 24 febbraio come “cerebralmente morta[1]” e svuotata negli obiettivi. Oggi il Patto Atlantico è al centro del dibattito ci si chiede non solo se e in che misura l’Alleanza possa intervenire nel conflitto, ma anche fino a che punto possa espandersi verso Est, includendo Svezia e Finlandia. A ciò si aggiunge la prossima, delicata elezione del Segretario Generale.
La storia
Da un punto di vista storico il Patto Atlantico, nato in seguito alla Seconda guerra mondiale, vide la luce nel 1949 a Washington nel paese “principe” dell’Alleanza. I suoi Stati fondatori, tra cui l’Italia, erano 12[2] ma ben presto il numero si ampliò, contandone fino ad oggi 30. Questa alleanza politico–militare era la principale risposta al timore che l’impero sovietico, l’U.R.S.S., potesse espandersi ulteriormente, andando a conquistare territori che non rientravano nella spartizione dell’Europa post bellica.
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Celebre fu la frase del primo Segretario Generale delle NATO, l’inglese Hastings Lionel Ismay, che disse: “lo scopo dell’organizzazione è di tenere dentro gli americani, fuori i russi e sotto i tedeschi”[3] All’epoca della fondazione vi era un duplice scopo nell’istituire tale alleanza: da una parte i paesi europei potevano giovare del sostegno militare ed economico degli Stati Uniti, dall’altro Washington poteva incrementare la sua sfera d’influenza sul continente europeo, già assai presente dopo la fine della seconda guerra mondiale, soprattutto in alcune zone strategiche vicine ai confini russi. Inoltre per la Germania di quegli anni, divisa in due principali blocchi Est-Ovest, vi era la necessità di impedire una possibile riunificazione e un conseguente riarmo, dopo che le vicende del conflitto mondiale erano ancora fresche nella memoria dei popoli e dei loro governanti. Anche la bandiera scelta, simbolo dell’Alleanza, presenta due caratteri fortemente simbolici: la rosa dei venti a indicare l’aspetto geografico e lo sfondo blu, simbolo dell’Oceano Atlantico che bagna entrambi i continenti. In risposta a questa nuova colazione l’Unione Sovietica diede vita al Patto di Varsavia, firmato nell’omonima città nel 1955. Il blocco sovietico si fortificava dunque in vista di un possibile conflitto. La Guerra Fredda non fece che alzare il livello della tensione, contrapponendo, più che i due grandi blocchi, i rispettivi e principali membri: Stati Uniti e Unione Sovietica. Entrambi gli accordi alla nascita, tuttavia, si fondarono su un’alleanza di tipo difensivo, volta cioè a intervenire nel conflitto solo qualora un paese membro dell’alleanza fosse stato direttamente attaccato. Il Patto di Varsavia, tuttavia, vide il suo ufficiale scioglimento nel 1991, contestualmente alla fine dell’Unione Sovietica. Il dato di maggior evidenza è che molti paesi aderenti all’accordo di Varsavia negli anni chiesero l’adesione all’Unione Europea; basti pensare che Stati come la Polonia, le Repubbliche Baltiche, l’Ungheria o la Slovacchia non solo sono oggi nell’Unione Europea ma aderiscono anche alla NATO. [4]
Ad incrementare l’interesse per il futuro dell’Alleanza Atlantica vi è non solo la possibile annessione di Svezia e Finlandia, storicamente paesi neutrali, ma anche l’elezione del prossimo Segretario Generale. Attualmente Jens Stoltenberg, ex premier norvegese e Segretario in carica dal 2014, ha già visto prorogare il suo mandato al 2023, anno in cui, salvo ulteriori proroghe, i governi membri dovranno designarne il successore[5]. Il conflitto in Ucraina e le tensioni con la Russia hanno dato una nuova spinta all’Alleanza e la segreteria generale rappresenta ora più che mai un ruolo di primo piano nelle relazioni internazionali. A contendersi l’ambita carica ci sono numerosi paesi, ma due in particolare, ad oggi, sembrano prevalere: Regno Unito e Italia.[6] A supportare la candidatura di un esponente da parte di Roma è anche il fatto che l’ultimo segretario generale alla NATO italiano risale al 1971, con Manlio Brosio esponente del Partito Liberale Italiano. Di possibili nomi oggi ne circolano molti, quello più in evidenza è quello dell’attuale premier Mario Draghi, leader di un esecutivo che basa le sue fondamenta su una legislatura che termina proprio nel 2023. L’asse tra Macron e Draghi in Europa potrebbe agevolare una candidatura di un esponente italiano, seppur non facile. Dall’altro lato anche Londra rivendica una sua influenza nell’Alleanza, in particolare dopo la vicenda Brexit che l’ha vista distaccarsi da molti punti di vista almeno dagli alleati europei.[7] Decisiva sarà, chiaramente, l’influenza degli Stati Uniti, paese che rappresenta il maggior contribuente a favore dell’Alleanza, finanziando per più della metà il budget della NATO.
Note
[1] “Quello che stiamo vivendo attualmente è la morte cerebrale della NATO”, dichiara Macron in una schietta intervista a The Economist https://www.economist.com/europe/2019/11/07/emmanuel-macron-warns-europe-nato-is-becoming-brain-dead
[2] 4 aprile 1949: Il Trattato NATO viene firmato a Washington da 12 Stati membri fondatori e cioè Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
[3] Arnaldo Liguori, Cos’è la Nato, quando è nata e perché, Il giorno, 20 maggio 2022.
[4] Anastasia Buscicchio, Cosa resta del Patto di Varsavia, Il Post, 3 novembre 2019.
[5] Nato, proroga di un anno a Stoltenberg, Adnkronos, 24 marzo 2022.
[6] Gerardo Pelosi, Nato, l’Italia si candida per il dopo-Stoltenberg con Letta o Fassino ma Londra vuole un inglese, Il Sole 24 ore, 11 giugno 2021.
[7] Gerardo Pelosi, Nato, l’Italia si candida per il dopo-Stoltenberg con Letta o Fassino ma Londra vuole un inglese, Il Sole 24 ore, 11 giugno 2021.
Foto copertina: Prima sessione della Nato a Bruxelles, 17 settembre 1949 (Photo By Nato/Getty Images).