Incendi: l’Europa che brucia


Dalla Grecia all’Italia, dalla Turchia alla Spagna passando per la Russia. L’Europa è braccata dagli incendi. Il Ministro Cingolani alla Camera: “Oltre il 70% degli incendi è nostra responsabilità”. 


 

La situazione in Grecia

Secondo quanto riportato dall’Ansa, l’Attica, la regione di Atene, ha vissuto un’altra notte drammatica a causa degli incendi che nonostante l’opera incessante di vigili del fuoco, aerei antincendio e volontari, con forze e mezzi giunti anche dall’estero, divampano senza controllo sui monti Parnitha, a Agios Stefanos e Malakasa, a nord della capitale. Una situazione che potrebbe peggiorare a causa dei venti che oggi soffiano forti sulla zona[1].
Le fiamme avanzano ad Atene e minacciano le abitazioni di alcune zone della capitale dove migliaia di cittadini sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. Da ieri ai servizi di soccorso e vigili del fuoco, si sono aggiunti – riportano i media greci – cinque velivoli antincendio e nove elicotteri. Tanti anche i volontari sul campo mentre il fuoco minaccia anche il parco naturale di Tatoi, dove la ex famiglia reale greca aveva la sua residenza estiva.

I vigili del fuoco hanno lavorato incessantemente per due giorni consecutivi per spegnere gli incendi scoppiati nell’isola greca di Samos, nell’Egeo orientale, fino a domarli venerdì. Residenti e turisti sono stati evacuati per precauzione da alberghi e appartamenti. È stata aperta un’inchiesta per accertare le cause dei roghi.

La situazione in Turchia

Il presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, ha riferito questo venerdì che i vigili del fuoco del paese sono riusciti a controllare un totale di 196 incendi boschivi in ​​44 province negli ultimi nove giorni, sebbene otto focolai rimangano ancora non contenuti. I focolai incontrollati sono stati identificati in sei province: Adana, Antalya, Aydin, Denizli, Isparta e Mugla, all’interno di un’ondata di incendi iniziata il 28 luglio nel sud e sud-ovest del Paese, e che ha provocato almeno otto morti.

Il governo spera di avere tutto sotto controllo questo fine settimana grazie all’intervento delle truppe nazionali – con 16 aerei, 56 elicotteri e 850 autocisterne – e alla collaborazione internazionale di paesi come l’Ucraina e la Spagna, che contribuisce con due aerei anfibi, ma anche Russia, Iran e Azerbaijan.

Secondo il ministro degli Esteri Mehmet Çavuşoğlu, più di 6.500 persone e più di 1.800 veicoli sono coinvolti in operazioni.
Man mano che la portata della crisi è diventata più chiara e la rabbia pubblica è cresciuta, i funzionari del governo sembrano aver abbandonato le prime affermazioni secondo cui gli incendi erano stati appiccati da bambini o dal partito militante dei lavoratori del Kurdistan.

La situazione in Spagna

Lo scorso 25 luglio, un incendio divampato a Llançà, cittadina di 4.800 anime non lontana dal parco naturale di Cap de Creus, ha costretto all’evacuazione di circa 350 persone provenienti da diverse zone residenziali, da un campeggio e da un monastero circostante[2].

La situazione in Russia

Gli incendi in Siberia colorano il cielo di arancione. Un’emergenza che sta mettendo a dura prova tutta la regione. Le fiamme si sono avvicinate ai centri abitati di Namtsy e Yert, in Yakutia, dopo aver distrutto circa un milione e mezzo di ettari di bosco nel nord-est della Russia.

Per cercare di domare i roghi, alimentati dal caldo anomalo, Mosca ha inviato squadre di soccorso. Elicotteri e vigili del fuoco sono al lavoro da giorni. Attualmente, gli incendi attivi coprono una superficie di oltre di 2.000 ettari. Il ministro della Difesa si è attivato per aiutare le comunità locali. L’aiuto dei militari è arrivato dopo che i residenti hanno rivolto un appello al presidente Vladimir Putin.

La situazione in Italia

Non solo l’Abruzzo. Soltanto nelle ultime due settimane gli incendi hanno devastato la zona di Oristano in Sardegna e quella di Catania in Sicilia. I motivi che muovono chi appicca gli incendi sono molteplici.

Il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in aula alla Camera, nel corso dell’informativa sugli incendi che hanno devastato i territori italiani, ha affermato che gli incendi che bruciano l’Italia sono per la maggior parte colpa dell’uomo.

«Il 57,4% degli incendi sono dolosi, dove si vedono punti di innesco, e hanno effetti devastanti. Il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto» dal punto di vista climatico «meno del 2% sono di origine naturale».

Per origine naturale si fa riferimento per esempio a «un fulmine, il 4,4% è indeterminato, vuol dire che in qualche modo qualcuno ha buttato una cicca di sigaretta; il 22,5% non è classificabile, ma qualcuno deve far partire la scintilla».

Catastrofe in Sardegna

Il ministro ha ricordato la catastrofe causata dagli incendi in Sardegna, dove «tra 24 e il 26 luglio ci sono state 800 persone evacuate. L’area bruciata, a una prima stima, è di oltre 10mila ettari. Quindi è stato un evento catastrofico[3]».


Note

[1] https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2021/08/07/incendi-in-grecia-fiamme-fuori-controllo-in-attica_067da48c-b33d-41cb-a621-8edcfbf49a28.html
[2] https://www.elperiodico.com/es/sociedad/20210721/incendio-forestal-llanca-port-de-la-selva-dron-11927942
[3] https://www.ilsole24ore.com/art/incendi-cingolani-oltre-70percento-e-colpa-nostra-pnrr-l-uso-satelliti-il-monitoraggio-AEA65Nb


Foto copertina: Gli incendi minacciano la Grecia e la Turchia