La Food Coalition: la FAO e l’Italia unite per la difesa dei sistemi agroalimentari


Lo scorso giugno la FAO ha lanciato l’iniziativa Food Coalition su spinta del governo italiano. Pensata per prevenire e arginare l’emergenza alimentare causata dalla pandemia di Covid19, la coalizione è stata inaugurata il 5 novembre 2020, con un evento cui hanno partecipato il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, il Direttore-Generale della FAO Qu Dongyu, e i premi Nobel per la pace Tawakkol Karman e Muhammad Yunus.


 

La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha formalmente inaugurato l’ambizioso progetto chiamato Food Coalition con l’obiettivo di coordinare l’azione di risposta alla crisi alimentare e agricola causata dalla pandemia di Covid19. Come ha detto il Direttore-Generale della FAO Qu Dongyu durante la cerimonia inaugurale il 5 novembre scorso[1], l’emergenza sanitaria che da un anno ha colpito il mondo intero ha aumentato le sfide che la comunità internazionale deve affrontare per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite entro la data indicata del 2030. Quando infatti cinque anni fa l’Assemblea Generale adottò all’unanimità questo documento, chiedendo ai suoi Stati membri di impegnarsi per raggiungere sedici obiettivi (i cosiddetti SDGs) di sviluppo sostenibile entro il 2030, nessuno immaginava che una pandemia globale avrebbe messo in crisi i governi e gli abitanti della Terra. Con la Food Coalition, la FAO e gli Stati che l’hanno supportata fin dal primo momento si impegnano a mobilitare capitale politico, economico e tecnico per poter migliorare la capacità di resistenza dei sistemi agroalimentari del mondo, soprattutto di quelle aree più fragili e maggiormente esposte ai rischi.
Una “cooperazione globale coordinata” è necessaria per far fronte a questa sfida, come ha sottolineato Dongyu[2]. Durante la cerimonia ha rilasciato una dichiarazione anche il Presidente del Consiglio Conte, il quale ha espresso tutto il suo supporto all’iniziativa e quello dell’Italia. Secondo lui, la sicurezza alimentare è un tassello fondamentale per garantire la dignità agli uomini, e che l’Italia non mancherà di intervenire di fronte agli sprechi alimentari e alle ingiustizie sociali, molto diffuse purtroppo.

State of Food Security and Nutrition in the World

Secondo i dati raccolti fino ad ora dalla FAO, a causa della pandemia 132 milioni di persone in più potrebbero patire la fame e vivere in situazioni di insicurezza alimentare. Prima della pandemia erano già 690 milioni. Numeri altissimi e inaccettabili se si pensa alle disuguaglianze tra i Paesi. Le recessioni che potrebbero verificarsi in molti Stati dalle economie già deboli potrebbero portare all’innalzamento del tasso di disoccupazione e alla mancanza di forza lavoro nel settore agricolo. Secondo l’edizione 2020 dello State of Food Security and Nutrition in the World[3], lo studio globale più autorevole che traccia l’evoluzione di fame nel mondo e malnutrizione, le conseguenze dell’emergenza sanitaria hanno già portato molte famiglie a rinunciare a un’alimentazione di qualità. Stima anche che, senza gli effetti del Covid19, sono 3 miliardi gli individui malnutriti nel mondo. La pandemia potrebbe mettere a rischio tutti gli sforzi fatti per raggiungere l’SDG 2 – Zero Hunger (Fame Zero) – pilastro dell’azione di FAO e delle altre Agenzie per la sicurezza alimentare, IFAD e WFP.

Come funziona la Food Coalition

Anche se sembra un ostacolo insuperabile, la fame nel mondo può essere sconfitta. E deve esserlo. Già prima dell’implementazione della Food Coalition la FAO si impegnava per portare cibo e alimenti nutrienti lì dove ce n’è veramente bisogno. Con lo scoppio dell’epidemia di Coronavirus, l’Organizzazione ha subito stabilito un piano d’azione[4] per continuare il suo lavoro e rafforzarlo. Descritta dal Direttore-Generale come una “rete di reti”, la Coalizione è un’alleanza multilaterale e multisettoriale su base volontaria che si prefigge l’obiettivo di individuare soluzioni pratiche e veloci per sostenere i sistemi agroalimentari e coordinare la distribuzione degli aiuti alimentari in una chiave sostenibile. Nel concreto, l’iniziativa offre un fondo fiduciario e un polo informatico in rete dove accedere a dati e statistiche dettagliati. La FAO ha anche preparato delle schede di informazione specifiche sui vari campi d’azione e sui Paesi in cui opererà nell’ambito della Coalizione. Naturalmente, il progetto mira a dare una risposta d’urto alla situazione attuale, ma vuole anche fare luce sulle sfide del nostro tempo per trasformare l’emergenza attuale in un’occasione di rinascita nel nome della sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Infine, attraverso lo strumento del dialogo di alto livello e dello scambio di conoscenze politiche, la Food Coalition vuole stimolare il confronto e la collaborazione tra i Governi. Sarà altresì una piattaforma per l’inclusione e la visibilità a sostegno degli altri interventi che la FAO ha implementato in risposta all’emergenza sanitaria, come il Programma di risposta e ripresa dall’emergenza Covid19[5]. Il vantaggio di sfruttare il know-how FAO sta nella ben radicata esperienza e nella ricchezza delle sue banche dati.
In conclusione, anche se il supporto economico da parte degli Stati e dei privati all’iniziativa sarà fondamentale, la FAO e l’Italia credono che le idee innovative e le soluzioni più creative faranno la differenza: tutti, compresi i cittadini, sono invitati a contribuire con le loro proposte.


Note

[1] UNICRI, La Fao lancia la Food Coalition per migliorare l’accesso al cibo e promuovere sistemi agroalimentari sostenibili, 5/11/2020

[2] Qu Dongyu, La Food Coalition: una sinergia tra FAO, Italia e altri partner, ISPI, 17/11/2020

[3] UNICRI, Rapporto Nazioni Unite: persistono fame e malnutrizione, a rischio “Fame” 0 entro il 2030, 13/7/2020

[4] FAO.org/Food Coalition

[5] http://www.fao.org/partnerships/resource-partners/covid-19/en


Foto copertina: Immagine Web. FoodBeveregeInside

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