Il Kazakistan, il più esteso fra i Paesi ex sovietici, ha scelto una politica estera “multi-vettoriale”. Ai suoi confini Russia e Cina premono per una maggiore influenza, ma anche l’Europa, ed in particolare l’Italia, è interessata a ciò che accade a Nur-Sultan. Intervista all’ambasciatore Marco Alberti.
Nel 2022 cade il 30° anniversario dell’istaurazione delle relazioni diplomatiche tra Roma e Nur-Sultan, Il Kazakistan rappresenta uno dei principali partner economici/commerciali italiani in Asia centrale. Nel paese si contano circa 250 aziende italiane e 170 joint venture, presenti in vari settori: dall’energia all’agri-business, dalla petrolchimica all’ enogastronomia, fino alla moda e il design.
Per comprendere il peso di Roma nel paese e le prospettive future, abbiamo intervistato Marco Alberti da settembre 2021 ambasciatore italiano in Kazakistan con accreditamento secondario in Kirghizistan.
La presenza italiana in Asia centrale, seppur in aumento, è ancora limitata. Perché questa grande area geografica può essere interessante per Roma?
“Direi per tre ragioni. Innanzi tutto, perché l’Italia ha una presenza consolidata nell’area. Non arriviamo ora, ma ci siamo fin dall’indipendenza dei Paesi centro-asiatici. Quest’anno le nostre relazioni diplomatiche compiono trenta anni, e anche nei periodi più difficili, come quello recente della pandemia, l’Italia è rimasta presente, da ogni punto di vista. Perciò, oggi, non si tratta di costruire da zero, ma di rafforzare una presenza storica, valorizzando un vantaggio comparato costruito nel tempo. Spetta a noi trasformare rapporti privilegiati in vere e proprie partnership, mettendo in campo risorse pubbliche e private. In secondo luogo, l’Italia gode di ottima reputazione in Asia centrale, ed esercita in questi Paesi una naturale attrattiva. Qui, il nostro soft power può dare ottimi risultati. Non a caso, stiamo lavorando all’apertura di un nuovo Istituto di Cultura ad Almaty, primo in Asia centrale. La promozione culturale, soprattutto se integrata con quella economica, rappresenta un driver potente di politica estera e di posizionamento globale. Infine va detto che, sotto molti aspetti, siamo Paesi complementari. Il “Concept of development of small and medium businesses for 2030”, ad esempio, esprime la volontà del governo kazako di diversificare il proprio modello di sviluppo. Il nostro, basato su PMI e distretti, è senz’altro complementare a quello kazako e può costituire un riferimento importante.”.
Nel dicembre 2021 il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, assieme al Sottosegretario Manlio Di Stefano, si è recato a Tashkent, Uzbekistan, per presiedere la II Conferenza Italia – Asia centrale nel formato 1+5 (Italia + Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan). Come valuta questo tipo di iniziative?
“L’Italia è il primo Paese UE ad aver attivato un meccanismo di coordinamento 1+5 con i Paesi centro-asiatici, e ciò rappresenta – oltre che un chiaro segnale di interesse per l’area – anche un primo risultato importante, specialmente alla luce dell’attuale congiuntura geopolitica. L’intuizione, dunque, è stata particolarmente felice, come ha dimostrato il successo dell’evento di Tashkent. Adesso però occorre usare questa “piattaforma” per realizzare progetti condivisi e strategici, cioè trasformare l’intuizione iniziale in una vera cooperazione di lungo termine. Credo che la strada sia quella di puntare sulle iniziative che diano seguito concreto agli eventi di Vertice fra i Ministri in ambito 1+. In Kazakistan, ad esempio, siamo partiti dalla formazione: proprio a Tashkent, a margine della Conferenza 1+5, nacque l’idea di tenere ad Almaty e a Nur-Sultan l’edizione 2022 della Summer School dell’Università Bicocca di Milano, dedicata al Green Energy Management e allo sviluppo sostenibile, realizzata a fine luglio ed inizio agosto con il supporto dell’Ambasciata. Vi hanno partecipato, fra gli altri, studenti italiani, kazaki e kirghisi, guidati da un eccellente team di docenti dell’ateneo italiano. Piccoli passi, ma in avanti, nell’ottica di un dialogo orientato a coinvolgere sempre più il sistema economico e le nostre imprese, ponendo l’attenzione sulle nuove generazioni, per dare un futuro promettente alla cooperazione politica, economica e culturale fra i nostri Paesi.”.
L’Italia è presente in Kazakistan con Eni fin dal 1992, ma il paese non è solo ricco di petrolio. Quali sono le principali iniziative in materia di energia?
“Il Kazakistan, per la verità, è ricco di tante risorse naturali, e dunque, anche da questo punto di vista, complementare all’Italia. Eni è la punta di diamante di una filiera italiana dell’O&G che include numerose altre imprese. Alcune già operative, altre interessate, per esempio, allo sviluppo della petrochimica. La nostra presenza è “in crescita”, ma anche “in trasformazione”. Tramite la controllata Arm Wind, Eni è impegnata nello sviluppo delle rinnovabili. In marzo è stata inaugurata Badamsha-II, nella regione di Aktobe, seconda parte di un impianto eolico da 96MW, ad oggi il più grande in Kazakistan. In costruzione a Turkistan, nel sud del Paese, anche una centrale solare da 50MW, sempre a cura di Arm Wind. Non è tutto. Altre imprese italiane, più piccole ma altrettanto dinamiche, sono interessate alla transizione energetica del Kazakistan, ad esempio nei settori dell’idrogeno e della distribuzione elettrica. Un buon momento per valutare possibili investimenti, in un Paese che – nonostante le difficoltà di questo 2022 – nei primi sei mesi dell’anno è cresciuto del 3.4%. Ci vuole un po’ di coraggio, senza dubbio, ma le nostre aziende sono capaci ed audaci, e sanno bene che oggi non esistono Paesi a rischio zero. Da ultimo, colgo l’occasione per ricordare che il Kazakistan non è ricco solo di idrocarburi, ma anche delle cosiddette terre rare, “building block” essenziale per lo sviluppo tecnologico e la transizione ecologica. Un settore strategico nel quale esplorare nuove potenziali alleanze, per l’Italia e per la UE. Ne abbiamo parlato con le Autorità kazake ad alto livello e, da qui, seguiremo con interesse e attenzione la settima edizione della “EU Raw Materials Week”, prevista a Bruxelles dal 14 al 18 novembre prossimi.”.
Economia: L’Italia è il secondo cliente globale e l’ottavo fornitore del Kazakistan, con oltre 250 aziende operanti nel gigante dell’Asia centrale ed altre in arrivo. Quali sono le principali attività economiche e se ci sono altri mercati che possono essere scoperti?
“Ho già citato il settore dei materiali critici e delle terre rare come nuova area di possibile sviluppo della nostra cooperazione. Ne aggiungo altri due: quello dell’agri-business, sempre più decisivo ai fini della sicurezza alimentare, e quello delle industrie creative. Rispetto al primo, il Kazakistan ha milioni di ettari arabili, che rappresentano una grande ricchezza per il Paese ma anche una significativa opportunità di investimento per i suoi partner. Nelle industrie creative, l’Italia offre un’eccellenza mondiale da tutti riconosciuta ed apprezzata. Stiamo lavorando all’ipotesi di un centro italiano per le industrie creative, nel quale coinvolgere soggetti pubblici e privati, profit e non profit, italiani e kazaki. Vedremo. Nel frattempo, sebbene il nostro intercambio commerciale sia buono, dobbiamo incrementarlo e cercare di riportarlo ai livelli pre-pandemia, auspicabilmente entro il 2024, approfittando dell’attrazione esercitata dal Made in Italy e sperando che la congiuntura internazionale non sia troppo avversa.”.
Dal giugno del 2022 la compagnia aerea italiana Neos Air, ha operato il primo collegamento di una tappa che avrà frequenza bisettimanale sulla Milano Malpensa-Almaty. Un segnale importante anche per aumentare anche i flussi turistici?
“Un segnale importante, ma anche una scommessa vinta. Un progetto iniziato quando pochi credevano nel suo successo, oggi confermato dalle migliaia di prenotazioni effettuate sulla tratta Milano-Almaty-Milano. A Neos va il merito per il coraggio e l’intraprendenza alla base di questa iniziativa. L’Ambasciata, in raccordo con la Farnesina, ha svolto l’azione di supporto istituzionale che le compete. Una prova di collaborazione pubblico-privato, e di diplomazia economica, efficiente e vincente. Siamo già al lavoro con importanti società italiane di promozione turistica per valorizzare al massimo la connessione aerea, e dunque i flussi turistici verso l’Italia.”.
Kazakistan e democrazia. Le proteste dello scorso gennaio hanno mostrato al mondo immagini dure e scontri violenti fra manifestanti e forze dell’ordine, con decine di morti per le strade. Tuttavia, se in quei giorni la democrazia è sembrata in pericolo, successivamente il referendum sulle riforme istituzionali, e la decisione del Presidente Kassym-Jomart Tokayev di eliminare la pena di morte dall’ordinamento sembrano spiragli di fiducia per il futuro…
“Le riforme istituzionali delineate dal Presidente Tokayev, e approvate con il referendum del 5 giugno, sono state la risposta tangibile (ma direi anche indifferibile) della leadership kazaka alle istanze espresse dalla popolazione con le manifestazioni di gennaio. Il processo di riforma democratica sarà lungo e articolato, come sempre in questi casi e forse più che in altri, per via del momento storico e della complessità sottesa alla società kazaka. Tuttavia, la rotta è tracciata e il governo è intenzionato a rispettarla, come dimostra anche l’abolizione della pena di morte dal proprio ordinamento, gli atti per rafforzare la protezione e la promozione dei ditti umani nel Paese nonché il dialogo aperto con la UE su questo importante tema. In questo processo, Nur-Sultan sta guardando ai Paesi amici, per capire se e come vorranno accompagnare le riforme avviate. L’Italia vuole farlo, nella convinzione che si tratti di un passaggio necessario sia per la costruzione del “nuovo Kazakistan”, cosi come delineato da Tokayev, sia per garantire stabilità e sviluppo duraturo all’Asia centrale, divenuta area geo-politicamente e geo-economicamente sempre più rilevante e strategica. Anche da parte UE sono venuti segnali nella direzione di un appoggio alle riforme del Kazakistan, definito un “important and valuable partner for the European Union”.
Lei rappresenta anche l’Italia in Kirghizistan, un paese quasi sconosciuto. Può riassumerci brevemente quali iniziative si stanno portando avanti a Biškek considerando che il 2022 cade il 30° anniversario delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.
“Il Kirghizistan è un Paese molto interessante, naturalisticamente straordinario e certamente più attivo di quanto non si sappia. Ad esempio, grazie ad una proposta avanzata dal suo governo, il 2022 è stato dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, “Anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne”. Una cornice concettuale ed operativa di grande importanza, che sta generando, in tutto il pianeta, decine di iniziative finalizzate a valorizzare le montagne e a preservare i loro ecosistemi. Per quanto riguarda i rapporti bilaterali, esiste un potenziale non ancora pienamente sfruttato. Dobbiamo crescere e migliorare. Quest’anno – insieme all’ICE e alle Autorità kirghise – abbiamo realizzato una country presentation a Roma, che ha avuto un successo inaspettato, seguita da una missione commerciale di Assocalzaturifici effettuata a Bishkek, nel maggio scorso. Dal punto di vista culturale, con i colleghi dell’Ambasciata kirghisa a Roma abbiamo condiviso alcune idee e stiamo lavorando per trasformarne almeno una in un evento di promozione culturale, da realizzarsi quest’anno. Non voglio anticipare nulla, ma siamo fiduciosi.”.
In Kirghizistan è presente solo un Consolato onorario. A quando l’apertura di un’ambasciata?
“È un’ipotesi in corso di considerazione a Roma. Per ora, a me spetta rappresentare l’Italia e lavorare affinché i rapporti bilaterali crescano e si consolidino. Per farlo, credo sia essenziale scegliere alcuni settori prioritari, per concentrare risorse ed energie in alcune iniziative di qualità, evitando la dispersione. Siamo all’inizio e ci vuole pazienza, ma qualche passo in avanti è stato fatto, anche grazie all’eccellente lavoro del nostro consolato onorario e della sua titolare, una professionista di valore molto stimata.”.
Foto copertina: Mappa Asia Centrale