Mistero a Sanremo – La triste vicenda di Luigi Tenco


Era il 27 gennaio 1967 quando, dopo aver cantato al Festival, Tenco veniva trovato morto in un hotel di Sanremo. Le perizie confermano il suicidio, ma la versione non convince.


 

“Ciao amore ciao” recitava così il titolo della canzone che Luigi Tenco presentò al diciassettesimo Festival della Canzone italiana. La canzone vincitrice fu “Non pensare a me” cantata da Claudio Villa ed Iva Zanicchi. A quell’edizione parteciparono cantanti che sono entrati nell’olimpo della canzone nostrana: Bobby Solo, Cher, Dorelli, Giorgio Gaber, Vianello, Bongusto, Orietta Berti e Luigi Tenco.

Chi era Luigi Tenco?

Luigi Tenco, “Il ragazzo col Sax”, era nato in provincia di Alessandria a Cassine il 21 marzo 1938, era un cantautore e faceva parte di quella che è passata alla storia come “la scuola genovese”, un gruppo di giovani cantautori capaci di rinnovare profondamente la musica italiana a partire dagli anni sessanta. Di quella scuola facevano parte Gino Paoli, Fabrizio De Andrè solo per citarne alcuni.
Tenco era un tipo un po’ fuori dagli schemi, non certo il tipo di cantante che amava le luci e la ribalta.  Con un aria malinconica, forse dovuta ad un infanzia non proprio felice, Tenco era un anticonformista, antimilitarista convinto, secondo alcuni incarnava la volontà di una profonda rottura con la musica tradizionale italiana e la necessità di trattare tematiche all’epoca all’avanguardia quali il sentimento umano nella sua crudezza, l’amore sotto le sue molteplici prospettive, le esperienze esistenziali, fino alla critica sociale come la politica, l’ideologia, i diritti della donna, la guerra e ai temi dell’emarginazione, con forti accenni individualisti e spesso ricollegandosi ai toni dell’esistenzialismo francese, spesso anticipando i temi del sessantotto[1]. Era un personaggio scomodo, le sue prime canzoni furono censurate dalla Commissione di ascolto della Rai, è accusato di scrivere testi troppo complicati e soprattutto troppo politicizzati.
Il primo successo “Un giorno dopo l’altro” diventa la sigla del popolarissimo  “Commissario Maigret” televisivo (1966).

Il Festival del 1967

Alle ore 2:10 del 27 gennaio 1967, Luigi Tenco fu trovato morto nella sua stanza d’albergo, la 219 della dependance dell’Hotel Savoy di Sanremo. Secondo la polizia, avvisata alle ore 2:45, fu la cantante Dalida, con la quale Tenco aveva duettato poche ore prima sul palco del Festival di Sanremo, a trovare il cadavere. Secondo altre ricostruzioni, invece, il corpo di Tenco sarebbe stato rinvenuto dall’amico e cantante Lucio Dalla che alloggiava nella stanza accanto.

Ma cosa era successo?

Secondo le indiscrezioni Tenco era considerato uno dei probabili vincitori del Festival, la sua canzone bellissima, il suo duetto con la compagna Dalila, finalmente sembra essere arrivato il suo momento. Ma il meccanismo inesorabile della competizione, delle giurie e delle vendite stritolano il cantautore: la sua canzone è esclusa dalla finale, Tenco ne esce distrutto. Il destino beffardo obbliga il suo amico Lucio Dalla a cantare con i “The Rokers” una canzone dal titolo “Bisogna saper perdere”.
A provocare la morte un colpo di pistola sparato alla tempia destra, e nella stanza un biglietto scritto a mano: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
Si ipotizzò, dunque, un suicidio, poi definitivamente confermato nel 2006. Ma in molti continuarono a ritenere che la realtà fosse diversa.

Le ipotesi di omicidio

Le voci sul presunto omicidio di Tenco iniziano a circolare fin da subito. Secondo il musicista Lino Patruno, Tenco si era cacciato in un brutto giro. Lucien Morisse, primo marito e manager della cantante Dalila, non vedeva di buon occhio la loro relazione. Secondo Aldo Fegatelli, Tenco aveva vinto una cospicua somma al Casinò e che questa vincita fosse la vera causa della sua morte[2].
Quella notte, poco prima della morte, Tenco aveva fatto dal Savoy due telefonate: la prima – senza risposta – a Ennio Melis capo della sua casa discografica, la RCA; la seconda a Valeria, sua presunta fidanzata dal 1964: i due parlarono di progetti, di intenzioni da realizzare a breve, di rincontrarsi il giorno dopo e di partire per il Kenya. Tenco, a proposito di Sanremo, avrebbe poi annunciato di avere scritto dei fogli con nomi e cognomi per denunciare “fatti che vanno ben al di là della manifestazione”. E di essere pronto a voler tenere, all’indomani, una conferenza stampa per denunciare la combine delle scommesse clandestine che incombeva sul Festival, facendo nomi e cognomi[3].
Muore così, nel mistero, uno dei più grandi cantautori italiani


Note

[1] https://www.stateofmind.it/2017/03/luigi-tenco-suicidio/

[2] https://casotenco.forumfree.it/?t=66526715

[3] https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2021/02/12/luigi-tenco-la-rivelazione-choc-di-patruno-fu-ucciso-e-a-breve-sa-137-1114847.html