La Russia al voto


Dal 17 al 19 settembre, quasi 130 milioni di persone sono chiamate per il rinnovo della Duma. Mosca accusa di interferenza, l’Ue pronta a non riconoscere l’esito in caso di violazioni.


 

Mosca. Dal 17 al 19 settembre circa 130 milioni cittadini delle 85 entità costituenti della Federazione Russa sono chiamati alle urne per il rinnovo della Duma di Stato.

Il sistema

I membri della Duma saranno eletti per un mandato di 5 anni. La metà dei seggi (225) viene attribuito tramite sistema proporzionale a circoscrizione unica (l’intero paese), con liste bloccate e soglia di sbarramento al 5%. Gli altri 225 posti sono eletti in collegi uninominali con sistema maggioritario a turno unico.
Sono 12 i partiti presenti, da “Russia Unita” il partito del Governo del Presidente Putin, a Russia Giusta di Sergej Mironov, poi ancora CP (Piattaforma Civica), CPRF (Partito Comunista della Federazione Russa), LDPR (Partito Liberal Democratico di Russia), Rodina e Jobloko di Nikolaj Rybakov e Grigorij Javlinskij.

Le esclusioni

Circa 290 candidati sono stati esclusi dalle liste federali. Di questi, il 73% sono stati esclusi sulla base di decisioni degli stessi partiti politici o di dichiarazioni personali dei candidati. Mentre 27 persone – in base al nuovo articolo sull’appartenenza ad attività estremiste – sono stati esclusi dalla Commissione elettorale centrale.
In generale, i motivi del rifiuto sono diversi. Si tratta di condanne ai sensi di alcuni articoli: chi come Naval’nyj accusato di terrorismo, chi di doppia cittadinanza, e chi per la presenza di attività finanziarie estere come il recente caso di Pavel Grudinin, o altri per carenze documentali[1].

La sfida del voto a distanza

In 9 entità della Federazione sarà possibile votare a distanza. Una sfida enorme che ha come obiettivo di aumentare la percentuale di votanti e avvicinare i giovani al processo elettorale.
La procedura di voto a distanza, disponibile nelle regioni di Kursk, Murmansk, Nizhny Novgorod, Rostov e Yaroslavl, nonché Mosca e Sebastopoli, prevede una prima fase di registrazione e autenticazione dell’utente attraverso il Portale dei servizi pubblici della Federazione Russa (Epgu), il portale rilascerà una “chiave” che permette all’utente di accedere alla piattaforma di voto, in forma anonima, ed esprimere il proprio voto.
Per quanta riguarda la sicurezza,  Ella Pamfilova, Presidente della Commissione elettorale centrale intervenuta alla conferenza presso l’Università Statale Lomonosov di Mosca (MGU)[2], ha assicurato che “La segretezza del voto è pienamente garantita. Il sistema di voto elettronico è basato sulla tecnologia blockchain. Il sistema garantisce anche la validità del voto.” Tra le procedure attuate dal Cremlino per garantire un monitoraggio efficace delle elezioni, sono state telecamere in ogni seggio attive 24 ore su 24 ed è stato creato un sistema informatico capace di raccogliere la documentazione dei filmati consultabile dai cittadini russi e proteggere il voto da un possibile attacco hacker.

Covid-19

Sarà possibile votare anche nelle “zone rosse” a causa del Covid, la Commissione elettorale ha previsto la presenza di membri con tutti i dispositivi di protezione individuale previsti per la “zona rossa”.

L’Ue pronta a non riconoscere il voto

Dopo il rifiuto da parte dell’Osce di inviare i propri osservatori, nella sua sessione plenaria a Strasburgo, il Parlamento europeo ha approvato un rapporto del lituano Andrius Kubilius contenente un invito alle autorità dell’UE a rivedere i rapporti con la Russia. Il rapporto afferma che i paesi dell’UE dovrebbero essere pronti a rifiutare di riconoscere i risultati delle prossime elezioni della Duma di Stato, se venissero scoperte violazioni delle procedure democratiche e del diritto internazionale.[3]

“No alle interferenze”

Da Mosca ribadiscono che la scelta di non inviare osservatori è dell’Osce, la Russia per motivi legati alla pandemia, era pronta ad accogliere fino a 60 osservatori.
La polemica internazionale cresce, la Russia accusa alcuni paesi stranieri di interferenze, Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, mette i paletti: “Come in passato, ci difenderemo da interferenze inaccettabili nel processo democratico nazionale della Federazione Russa – dice – Condanniamo fermamente i tentativi dei deputati europei di manipolare l’opinione pubblica e siamo convinti che questi tentativi portino al discredito definitivo del Parlamento europeo”.
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulla Federazione Russa, la vita dei cittadini russi sembra procedere tranquilla, lontana anni luce dalle polemiche internazionali.


Note

[1] http://www.cikrf.ru/news/cec/50491/
[2] https://www.opiniojuris.it/russia-il-ruolo-della-societa-civile-nel-processo-elettorale/
[3] https://www.europarl.europa.eu/news/en/press-room/20210910IPR11925/meps-call-for-new-eu-strategy-to-promote-democracy-in-russia


Foto copertina: Cattedrale di San Basilio (foto Opinio Juris d.n.)