Sulla Transmongolica


Oltre 9000 km in treno da Mosca a Pechino sulle orme di Gengis Khan. Il racconto di Mauro Buffa.


 

Il viaggio in treno ha ancora un fascino difficilmente paragonabile ad altri mezzi di trasporto. Sarà il veder correre i paesaggi dal finestrino, il condividere ore di viaggio con passeggeri sconosciuti. Il dover condividere spazi e momenti.
Immaginate un viaggio su un treno che attraversa spazi infiniti, continenti, mondi diversi.
Ecco la Transmongolica è proprio questo: un viaggio attraverso mondi diversi. Mauro Buffa[1], l’autore del libro, dopo averci accompagnato sulla Transiberiana[2], ci racconta questo nuovo e insolito viaggio.

L’idea di costruire una linea ferroviaria che collegasse Mosca con l’Oceano Pacifico nacque a metà del XIX secolo. Era l’epoca dell’imperialismo, quando le potenze europee miravano a espandersi in altri continenti, facendo a gara per accaparrarsi il maggior numero di risorse e di territori possibili. Nel 1916, dopo circa 25 anni di progettazione e di lavori di costruzione, venne completato il tratto finale della linea Mosca–Vladivostok. La sezione mongolica venne tuttavia terminata solo nel 1956[3].

La ferrovia Transmongolica va da Běijīng (Pechino) fino a Ulaanbaatar e prosegue verso uno snodo chiamato Zaudinsky situato in Russia, vicino a Ulan Ude, dove incontra la linea transiberiana e prosegue per Mosca. Mauro Buffa, ha percorso il viaggio al contrario, percorrendo le tappe partendo da Mosca fino ad arrivare a Pechino.

Il libro fa sentire il lettore un passeggero con cui condividere le storie, gli aneddoti ma anche gli odori e i sapori.

Buffa fa qualche deviazione nella sua traversata della Mongolia. Sosta a Darhan e devia per due settimane verso la Mongolia nordoccidentale per poi riprendere il treno verso Pechino.

L’autore spesso trascorrerà le sue notti all’interno delle Gher (o Yurta) una tenda utilizzata come abitazione dai popoli nomadi dell’Asia Centrale. Le Gher sono rivestite di feltro, materiale prezioso che ripara gli abitanti dai rigidi inverni, dalla pioggia e dai forti venti che spirano nelle steppe.

Buffa arriverà ad Ulan Bator[4] che in mongolo significa Eroe Rosso, in onore di Damdin Sükhbaatar il generale che con l’aiuto dell’Armata Rossa liberò la Mongolia dai cinesi fondò il nuovo Stato, prima di riprendere il treno che lo porterà a Pechino e concludere il suo viaggio.


Note

[1] Mauro Buffa è nato e vive a Torino. Ha lavorato come giornalista per la carta stampata, televisione e radio.
[2] https://www.opiniojuris.it/sulla-transiberiana-di-mauro-buffa/
[3] https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/consigli-di-viaggio/ferrovia-transmongolica
[4] Il nome fu dato alla città nel 1924, prima si chiamava Ikh Khǘree “Grande Accampamento”.


Foto copertina: Copertina libro