Miliziani legati alle forze del presidente ad-interim Al Shara in Siria hanno ucciso più di 340 persone, tra cui donne e bambini della minoranza alawita, nella regione costiera del Paese. Secondo le forze governative, si tratterebbe di scontri contro i combattenti fedeli all’ex dinasta Bashar al-Assad. Nei suoi primi commenti pubblici dopo l’ondata di violenza, venerdì il presidente ad interim Ahmed al-Sharaa ha invitato i combattenti a deporre le armi e ad arrendersi “prima che sia troppo tardi”. Condanna della Lega Araba.
Non c’è pace per la Siria. Dopo la presa del potere da parte dell’ex jihadista Ahmed al-Sharaa che ha messo fine al potere di Bashar Al-Assad lo scorso dicembre, il paese sta vivendo una nuova fase di scontri nelle aree nei governatorati di Tartous e Latakia.
Secondo il nuovo governo siriano si tratterebbero di scontri tra le forze siriane e gli ex uomini fedeli ad Assad. L’agenzia di stampa statale siriana SANA ha citato un funzionario della sicurezza non identificato che ha affermato che dopo gli attacchi, numerose persone si sono recate nelle zone costiere in cerca di vendetta per l’assalto alle forze di sicurezza governative. Il funzionario ha affermato che le azioni “hanno portato ad alcune violazioni individuali e stiamo lavorando per fermarle”.
Un coprifuoco rimane in vigore a Latakia e in altre zone costiere che ospitano prevalentemente la setta minoritaria alawita di Al-Assad e costituiscono la sua base di supporto di lunga data. Nel mezzo dei combattimenti in corso, decine di civili e membri dell’ex regime e le loro famiglie hanno trovato rifugio nella base russa di Khmeimim nella campagna di Latakia. Nei suoi primi commenti pubblici dopo l’ondata di violenza, venerdì il presidente ad interim Ahmed al-Sharaa ha invitato i combattenti a deporre le armi e ad arrendersi “prima che sia troppo tardi”. Al-Sharaa, che comandava le forze di opposizione che hanno rimosso al-Assad dopo quasi 14 anni di guerra, ha affermato che le forze governative avrebbero “perseguito i resti del regime caduto” e li avrebbero portati “davanti a un tribunale giusto”.
Secondo Rami Abdulrahman dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, le violenze perpetrate dagli uomini di Ahmed al-Sharaa non sarebbero rivolte solo nei confronti di miliziani fedeli all’ex Presidente Assad, ma anche nei confronti dei civili della minoranza alawita. L’osservatorio parla apertamente di massacri e rastrellamenti.
Leggi anche:
- Ahmed al Sharaa nominato presidente ad interim della Siria
- Iran post-Assad: le nuove sfide geopolitiche di Teheran
La condanna della Lega Araba
Il Segretario generale della Lega degli Stati Arabi ha condannato gli atti di violenza e gli attacchi contro le forze di sicurezza governative in Siria. Il sito web egiziano Ahram ha citato il Segretariato generale che ha affermato in una dichiarazione odierna: “Il Segretariato generale esprime la sua condanna degli atti di violenza e degli attacchi alle forze di sicurezza governative e delle uccisioni incontrollate, nonché di qualsiasi intervento esterno mirato a minacciare la pace civile e ad esacerbare le sfide che la Siria deve affrontare nella fase attuale…Stiamo seguendo con grande preoccupazione gli sviluppi della situazione della sicurezza nella regione costiera della Siria e gli scontri che vi hanno avuto luogo”.
Foto copertina: Il fumo si alza da una fabbrica colpita durante gli scontri tra le forze di sicurezza siriane e gli uomini armati fedeli all’ex presidente Bashar Assad nella periferia di Latakia, Siria. AP