Caso Huawei. Pechino: “Gli USA sottovalutano la nostra forza”

Chinese President Xi Jinping (L) reacts as he is shown around the offices of Huawei Technologies Co Ltd by Ren Zhengfei, president of Huawei, in London, Britain October 21, 2015. REUTERS/Matthew Lloyd/Pool

[dropcap]Lo scorso [/dropcap]22 maggio durante la riunione del Comitato dei ministri degli Esteri degli Stati membri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) tenuta a Bishkek, il consigliere di Stato e ministro degli Esteri della Cina Wang Yi, ha affermato che l’uso del potere statale per sopprimere l’impresa privata cinese Huawei è un tipico comportamento di “bullismo economico”.


 

Wang Yi, ha affermato che la SCO ha approvato un comunicato stampa, in cui le varie parti hanno espresso un’opposizione congiunta a qualsiasi forma di unilateralismo e protezionismo commerciale oltre a pratiche discriminatorie portate avanti con qualsiasi pretesto e dirette alla cooperazione internazionale, reciprocamente vantaggiosa nei settori dell’economia digitale e delle tecnologie della comunicazione.

In precedenza, lo stesso Liu Kang, capo rappresentante della Huawei in Unione Europea, ha pronunciato un discorso il presso il Centro per la trasparenza della sicurezza informatica del colosso cinese, affermando che la Huawei intende collaborare con l’Europa per sviluppare prodotti e servizi 5G.

Liu Kang, inoltre ha affermato che la soluzione 5G di Huawei non è solo la migliore sul mercato, ma è in gran parte un prodotto europeo, realizzato su misura proprio per l’Europa.

Huawei auspica per l’appunto che l’Europa possa diventare un pioniere nel 5G, in modo da promuovere al meglio lo sviluppo economico europeo e rafforzare la posizione dei leader dell’industria europea.

Liu Kang ha infine affermato, che la Huawei continuerà a rimanere in Europa e a portare avanti la sua opera d’internazionalizzazione, contribuendo alla prosperità di tutta l’Unione Europea.

In difesa di Huawei, c’è anche lo studioso americano Jeffrey Sachs, che intervistato dalla stampa cinese lo scorso 22 maggio, ha criticato il governo degli Stati Uniti di tentare in maniera sempre più evidente di contenere Huawei, maggiore impresa cinese di attrezzature di telecomunicazione.

“Credo – afferma Jeffrey Sachs – che sia un’escalation pericolosa provocata dagli Usa al fine di indebolire l’economia cinese. Si tratta di un’azione pericolosissima, auspico che questo comportamento possa essere contrastato”.

Soffermandosi sugli ultimi attriti commerciali tra Pechino e Washington, Sachs ha osservato che il tentativo di contenimento ai danni della Cina risulterà essere catastrofico.

“La Cina – afferma Sachs – non è una nemica, ma un Paese che sta cercando di elevare il proprio tenore di vita tramite l’istruzione, il commercio internazionale, gli investimenti nelle infrastrutture e il progresso tecnologico.

In sintesi, quello che sta facendo è esattamente quello che farebbe qualsiasi altro Paese di fronte ad una realtà storica caratterizzata dalla povertà e dall’arretratezza rispetto alle grandi potenze mondiali.

Tuttavia – prosegue Sachs – l’obiettivo dell’amministrazione Trump è quello di contenere in tutti i modi lo sviluppo cinese. E questo potrebbe risultare disastroso sia per gli Usa, che per il resto del mondo.

Dopo aver attuato il divieto di controllo delle esportazioni su Huawei,  gli Stati Uniti hanno anche affermato che gli aeromobili a pilotaggio remoto (UAV) prodotti dalla Shenzhen Dajiang Innovation, potrebbero rappresentare un rischio potenziale per le informazioni, minacciando inoltre che, nelle prossime settimane, si deciderà se inserire nella lista nera il produttore di apparecchiature di videosorveglianza cinese Hikvision, per limitarne gli acquisti di tecnologia dalle aziende statunitensi.

Dalla Cina la risposta di Huawei, DJI, CRRC e Hikvision è stata quella di ottenere il riconoscimento del mercato globale, grazie all’eccellente qualità dei prodotti tecnologici a prezzi ragionevoli.

Oltre alla qualità, i prodotti cinesi hanno ottenuto il riconoscimento di essere prodotti sicuri, con certificazioni approvate da rigorose indagini condotte da molti paesi di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti.

L’azione americana, è dunque considerata una “cortina di ferro” sulle catene industriali e sulla supply chain globale, che ha gravemente reciso il collegamento tra monte e valle, e che arrecherà quindi danni profondi alla crescita mondiale, al progresso tecnologico dell’umanità e alla condivisione dei risultati culturali.

Ren Zhengfei, fondatore e presidente della multinazionale cinese Huawei ha rilasciato una dichiarazione durante un’intervista al China Media Group, affermando che Huawei è grata per i contributi delle imprese degli Stati Uniti, e che molti dei suoi consulenti provengono proprio da società statunitensi come IBM.

La licenza generale temporanea di 90 giorni per Huawei “ha poco significato” e Huawei è perfettamente preparata. Ciò che il governo degli Stati Uniti intende fare è fuori dal nostro controllo e, per Huawei, ciò che conta è assicurarsi che il lavoro sia svolto correttamente.

Ren Zhengfei, ha inoltre espresso fiducia nella competenza del 5G di Huawei, affermando che non sarà influenzato dalle restrizioni. Ha previsto che nessun’altra parte sarebbe in grado di raggiungere l’azienda con la tecnologia 5G nei prossimi due o tre anni.

Ren Zhengfei, ha sottolineato infine che la società non escluderà in modo avventato o limitato l’uso di chip statunitensi e che allo stesso tempo ha fatto appello allo sviluppo comune della tecnologia dei chip. Huawei dunque, non sarà isolata dal mondo: “Possiamo fare gli stessi chip come le controparti statunitensi, ma ciò non significa che non compreremo chip statunitensi”.

“Abbiamo bisogno di imparare dalla tecnologia statunitense in termini di larghezza e profondità, ma nella zona 5G, Huawei è in prima linea, anche se non si può negare che c’è ancora un enorme divario tra la Cina e gli Stati Uniti “.


Foto copertina: Chinese President Xi Jinping (L) reacts as he is shown around the offices of Huawei Technologies Co Ltd by Ren Zhengfei, president of Huawei, in London, Britain October 21, 2015. REUTERS/Matthew Lloyd/Pool